Il governo ha deciso di riaprire la fase contrattuale del pubblico impiego e, nel mezzo della pandemia che stiamo vivendo, particolare importanza assume il CCNL della Sanità con i suoi dipendenti più volte osannati come Eroi e ripagati con la mancia del bonus, senza reali miglioramenti salariali strutturali ed in condizioni di lavoro sempre più usuranti.
Mentre i sindacati complici confederali pensano ai fondi pensione da loro gestiti, mentre i sindacati corporativi di settore illudono con mistificanti promesse di contratti separati per le professioni sanitarie, USB presenta la sua piattaforma "Il Contratto della Sanità che Vogliamo", con punti chiari ed attuabili, che riteniamo siano fondamentali per avere lavoratori e lavoratrici della sanità soddisfatti e sani.
Il prossimo contratto quindi, dovrà contenere elementi che costituiscano una effettiva valorizzazione di tutti i dipendenti del comparto Sanità sicuramente dal punto di vista economico, anche riconoscendo la necessità di rivalutare tutte le indennità professionali ferme da oltre dieci anni, ma anche tramite una parte normativa che, attraverso la riqualificazione di tutto il personale, non conceda spiragli a pericolose derive corporative che renderebbero ancora più fragile e frammentato un sistema già fortemente indebolito dalal regionalizzazione.
Uno dei punti su cui partire per la proposta riguarda :
3- Operatore Socio sanitario O.S.S.
La necessità di una revisione del sistema classificatorio era già stato affermata all’art. 12dell’ultimo CCNL 2016-2018 e demandata a una futura commissione paritetica che doveva, frale altre cose, definire il passaggio dell’Operatore Socio Sanitario nell’Area Socio Sanitaria, istituita con la Legge Lorenzin del 2018.
Niente di tutto questo è accaduto e l’OSS continua ad essere inserito in maniera assolutamente impropria in un ruolo, quello tecnico, che non corrisponde all’attività svolta e che potrebbe, di fatto, ulteriormente svolgere, in considerazione dell’acquisizione da parte di molti operatori, fatta in alcune Regioni, della specializzazione.
Risulta sempre più chiara quindi la necessità, alla luce delle mutate e reali condizioni di lavoro,di una profonda revisione dell’Accordo Stato-Regioni del 2001 che istituisce la figura dell’OSS.
Data la complessità dell’argomento e le molteplici implicazioni però, riteniamo che in via prioritaria debba essere data attuazione, al momento, applicazione contrattuale all’istituita Area Socio Sanitaria e che l’OSS debba essere inquadrato in categoria C senza distinzioni di sorta.