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dal Coordinamento Nazionale Vigilanza sul lavoro

A proposito di attività ispettiva

Nazionale,

Ulteriore segnalazione all'Amministrazione - DTL di Ascoli Piceno

Come è oramai noto ai più, a seguito della tragedia di Casalnuovo di Napoli e dei numerosi atti di violenza nei confronti del personale ispettivo, nella totale assenza di una qualsivoglia iniziativa politica ed amministrativa da parte di codesto Ministero, a tutela del lavoro e della dignità degli Ispettori del Lavoro, in molti uffici il personale impegnato in compiti di vigilanza ha revocato sia la disponibilità alla messa a disposizione del proprio mezzo di trasporto, per svolgere compiti ispettivi, sia la disponibilità ad espletare l’attività di vigilanza oltre l’orario contrattuale.

Tale presa di posizione del personale ispettivo ha avuto come conseguenza un calo considerevole dei “numeri” (intesi come ditte ispezionate), ad ulteriore dimostrazione che la principale attività istituzionale del Ministero del Lavoro si regge esclusivamente sui sacrifici dei propri dipendenti e, in diversi uffici, ciò sta comportando il mancato raggiungimento degli obiettivi numerici assegnati a inizio anno.

Il vertice politico-amministrativo di codesto Ministero, invece di porre in essere azioni positive finalizzate alla tutela del proprio personale dipendente, continua ad imporre agli uffici periferici il raggiungimento, in ogni caso, degli obiettivi numerici assegnati con la conseguenza che i Dirigenti locali hanno iniziano a utilizzare mezzi, più o meno coercitivi, finalizzati alla “produzione” dei cosiddetti “numeri”.

In pratica si ordina al personale ispettivo di procedere ad “accessi brevi a tappeto” sul territorio provinciale di competenza, con “accessi a vista” nei confronti di facili obiettivi quali centri commerciali, pubblici esercizi, attività commerciali e micro imprese.

Nel segnalare che tale procedura è contraria ai principi enunciati sia dal codice deontologico sia dalla circolare n° 8716 del 12.06.2009 (linee guida in ordine alla procedimentalizzazione dell’attività ispettiva) in base ai quali l’ispettore dà luogo ad accessi ispettivi solo se preceduti da un’attenta programmazione finalizzata ad evitare la duplicazione degli stessi presso le medesime aziende, si evidenzia come l’attività così espletata, esponga il personale a gravi rischi.

Senza una programmazione a monte può capitare, infatti, di tornare a visitare attività già ispezionate di recente o, addirittura, con accertamento ancora in corso e tali circostanze, soprattutto alla luce dell’attuale crisi e del pesante clima di ostilità causato dalle recenti campagne mediatiche contro il personale ispettivo, non fanno che mettere in grave pericolo l’attività degli ispettori del lavoro e la loro stessa incolumità.

Si segnala, in particolare, la grave situazione che si è venuta a creare presso la Direzione Territoriale di Ascoli Piceno dove gli ispettori, allarmati dalla comunicazione del Capo SIL e dei responsabili Unità Operativa circa le disposizioni impartite dal Direttore tese ad imporre la sospensione di ogni attività di verifica (verifica della documentazione relativa ad ispezioni effettuate nei mesi precedenti e relative verbalizzazioni, verifiche CIGS ecc.) per concentrarsi sugli accessi brevi come sopra descritti dal martedì al venerdì, hanno richiesto alla RSU di convocare un’assemblea del personale per il giorno 09.12.2014, per discutere circa le problematiche inerenti il servizio esterno e per affrontare l’argomento riguardante i rischi cui gli ispettori vanno incontro con tale modus operandi.

Sebbene tale richiesta sia stata effettuata nei termini di legge e contrattuali, non tenendo in alcuna considerazione lo stato di agitazione proclamato da tutte le sigle sindacali di codesto Ministero, il Dirigente di tale ufficio ha negato al personale tale diritto, così come riconosciuto dall’art. 20 della legge 300/70, stabilendo che la riunione del personale si sarebbe potuta tenere solo in data 22 dicembre, ossia, in pratica, solo successivamente alla “campagna ispettiva” programmata con i rischi sopra evidenziati.

Nel sottolineare la gravità di quanto sta accadendo ad Ascoli Piceno si segnala, altresì, che nello stesso ufficio ad oggi, nonostante richiesta formale da parte del personale dipendente, non è stata fatta alcuna comunicazione ed alcuna formazione circa il contenuto del Documento di Valutazione Rischi aggiornato con i rischi derivanti dall’effettuazione dell’attività con i mezzi pubblici, né sui comportamenti da tenere in caso di aggressione.

Visto che risulta che anche in altri uffici territoriali sono state intraprese “campagne ispettive a tappeto”, si chiede di conoscere, proprio dai vertici Amministrativi di codesto Ministero, se gli stessi hanno impartito disposizioni in materia di accessi ispettivi in deroga al codice deontologico ed alle circolari in materia di programmazione ispettiva e, in caso contrario, quali procedure di controllo intendono mettere in atto per garantire il rispetto delle regole da parte degli uffici periferici.

Consci del fatto che per tutelare il personale ispettivo dalle aggressioni che ogni giorno si ripetono sul territorio nazionale occorre una seria programmazione che tenga anche conto della circostanza che gli ispettori si muovono con i mezzi pubblici, si chiede di conoscere quali azioni positive i vertici politici ed amministrativi hanno messo in atto o intendono mettere in atto a tutela degli Ispettori del Lavoro.

Si chiede, inoltre, di conoscere quali “modelli di organizzazione e di gestione” (art. 30 del D.Lgs 81/2008) ha messo in atto il Ministero e quali disposizioni sono state impartite agli uffici territoriali circa la valutazione dei rischi derivante dall’attività ispettiva, anche in considerazione degli accessi nei vari settori merceologici e della drammatica situazione socioeconomica del paese.

Con amarezza, alla luce di quanto ci arriva dalle sedi territoriali, siamo costretti ad osservare che il personale ispettivo, tenuto a verificare l’osservanza puntuale, da parte dei datori di lavoro, delle norme a tutela del lavoratore, deve invece “guardarsi” dal proprio datore di lavoro, che non gli riconosce quei diritti fondamentali (tutela della sicurezza dei lavoratori dipendenti, diritto d’assemblea) di cui si fa portatore verso l’esterno.

Si allega la “illuminante” risposta del Direttore di Ascoli Piceno alla RSU in merito alla comunicazione di assemblea del personale.

P.S. Ultima ora. Ci è pervenuta nella serata una nuova comunicazione del Direttore della DTL di Ascoli, che alleghiamo, e sulla quale ci riserviamo di intervenire nuovamente per le modalità e i contenuti espressi … ricordando che le assemblee sono un diritto dei lavoratori e delle OO.SS. o delle RSU che le indicono. Le assemblee si comunicano semplicemente e il Dirigente ne deve semplicemente prendere atto mettendo a disposizione un luogo idoneo allo svolgimento delle stesse.

Roma, 11 dicembre 2014

                                              p.  USB P.I. Coordinamento Nazionale Lavoro

                                                                     Claudio Sabani