Il Piano redatto dal mobility manager è un’altra presa in giro dei lavoratori degli Uffici centrali, un elaborato che dovrebbe servire a migliorare la mobilità dei lavoratori in una città complicata come Roma viene usato strumentalmente per avvalorare la bontà dei trasferimenti.
Il documento descrive infatti uno scenario in cui lo spostamento di centinaia di colleghi da via Carucci a piazza Mastai migliorerebbe in maniera significativa la mobilità casa - lavoro e l’impatto ambientale sulla città. Dai toni usati sembra si aspettino anche i ringraziamenti…
A questa conclusione si arriva in maniera spregiudicata, omettendo analisi fondamentali o usando dati in maniera distorta per avvalorare il proprio operato (lo spezzatino degli uffici centrali), che sarebbe motivato da volontà di risparmio di costi di gestione e di emissioni inquinanti.
Già di per sé questi obiettivi strappano un sorriso amaro se dichiarati da un direttore che in quanto a spese non si è certo risparmiato (ristrutturazioni di lusso, costosi allestimenti, loghi, mostrine, perfino imbarcazioni) e che non abbiamo mai visto salire su una macchina che non è almeno 2500 di cilindrata.
Andando ad analizzare il documento si scopre che:
- manca qualsiasi analisi sui luoghi di residenza dei lavoratori, sulla loro distribuzione geografica percentuale, distinta per quartieri, per cap, per zone o quadrante, che sia il buon senso sia le linee guida indicano come dato di base da cui partire per elaborare un piano che appunto, per definizione, si occupa di spostamenti casa - lavoro.
- si invertono in maniera strumentale i dati delle presenze nei due uffici, Carucci e Mastai, contando in quest’ultima i dipendenti che appartengono alle Direzioni la cui sede è stata spostata a Mastai ma che continuano a prestare servizio a Carucci. Si tratta di una differenza di centinaia di lavoratori, talmente rilevante che mina alla base l’attendibilità del piano.
- si applica solo parzialmente la formula suggerita dalle linee guida per calcolare il risparmio di km percorsi grazie al carpooling per sovrastimarne gli effetti, omettendo di calcolare i km comunque percorsi dalle macchine condivise.
- si omette di calcolare l’impatto ambientale negativo che la frammentazione degli uffici ha avuto moltiplicando gli spostamenti fra le due sedi.
- non si tiene conto dell’impatto negativo che avrebbe il mancato contributo sui consumi energetici dell’impianto fotovoltaico della sede che si vorrebbe dismettere, né dei maggiori costi dei parcheggi, sia a carico dell’Agenzia che a carico dei lavoratori, rispetto ad una sede (via Carucci) dove non è necessario sostenerli.
Tutto questo si scontra in maniera evidente con le tante parole contenute nel Piano per descrivere le buone intenzioni che ADM è impegnata a perseguire per il benessere dei dipendenti, per il miglioramento degli impatti ambientali, per una migliore conciliazione fra la vita privata e il lavoro e bla bla bla...
Nel frattempo abbiamo letto una determinazione di ottobre in cui si dà incarico ad un architetto di verificare la fattibilità di una trasformazione ad uso ufficio di un immobile a via Maria Adelaide (piazza del Popolo). Altri 39.000 euro spesi per un immobile che non sappiamo di chi sia e cosa abbia a che fare con l’Agenzia.
Alla riunione del 15 dicembre con i sindacati e la Rsu pretenderemo che l’Agenzia faccia chiarezza su queste questioni e su quanto dichiarato dal Direttore nella riunione con la direzione Dogane in merito agli spostamenti a piazzale Kennedy e a via Gradi.