In questi giorni abbiamo visto un proliferare di comunicati sindacali in cui si “danno i numeri” sui fondi del Comma 165 che dovrebbero finire nelle tasche dei Lavoratori.
Ogni anno la stessa storia, ogni anno siamo costretti a elemosinare per mesi la firma del ministro per avere dei soldi che sono nostri, che ci siamo guadagnati raggiungendo e superando tutti gli obiettivi di convenzione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, eppure mentre ogni giorno sentiamo il fiato sul collo perché si raggiungano tali obiettivi, quando poi questi sono conquistati il pagamento sembra sia questione di beneficenza.
Ciò accade perché l’attuale normativa conferisce al Ministro un potere arbitrario eccessivo. Il Ministro stabilisce in base a valutazioni di opportunità e di opportunismo politico quali debbano essere i tempi per il varo del decreto e quale debba essere la cifra da corrispondere ai Lavoratori. Le vigenti regole che governano il Comma 165 – che come abbiamo visto sono caratterizzate da grande incertezza - fanno venire meno la stabilità del salario di produttività e finiscono per condizionare negativamente la qualità della prestazione lavorativa. Ogni anno i Lavoratori giocano al “gratta e vinci” e spesso finiscono per scoprire di non aver vinto nulla.
Per questa ragione già da un anno ci battiamo per la modifica della normativa. Vogliamo che nel futuro così come accade per i bilanci di previsione delle maggiori entrate che vengono contabilizzate nelle leggi finanziarie, si provveda in via preventiva, a stabilire e finanziare la retribuzione accessoria del personale in termini percentuali certi e fissi sulla base del maggior risultato previsto. Detti importi dovranno essere periodicamente stabilizzati in modo di garantire nel tempo investimenti certi sulla macchina fiscale e sul suo personale”. (il corsivo era nel testo della lettera consegnata al Viceministro Visco).
Il varco si è aperto grazie alle oltre diciassettemila firme raccolte tra i Lavoratori delle Agenzie Fiscali, consegnate un anno fa al Viceministro Visco e ai Direttori delle tre Agenzie. Su questa strada vogliamo procedere ancora, a partire dalle prossime Convenzioni con il Ministero la cui discussione è fissata per il 22 aprile. In quella occasione chiederemo la modifica dell’attuale assetto normativo al fine di poter immaginare un futuro in cui:
• i fondi siano fissati in via preventiva nelle Convenzioni contestualmente alla fissazione degli obiettivi da raggiungere e dei conseguenti carichi di lavoro;
• una percentuale considerevole di tali fondi sia destinata al finanziamento delle progressioni di carriera.
Questa è la strada che ci può garantire in futuro risorse adeguate per il finanziamento dei contratti integrativi. Ogni altra via è solo una falsa pista. Gli investimenti sulla macchina fiscale non possono limitarsi alle nuove assunzioni e non possono ignorare che gli stanziamenti per i rinnovi contrattuali sono insufficienti a risolvere la questione salariale. Oggi è possibile migliorare la condizione economica dei Lavoratori del Fisco proprio rivedendo a ogni livello le norme che governano il salario di produttività.
È ora che sulla questione legata al Comma 165 ognuno scopra le proprie carte. Le nostre parlano chiaro: in assenza di segnali positivi andremo alla proclamazione dello stato di agitazione dei Lavoratori e anche più in là.