Nel programmato incontro con l’Amministrazione per ottenere il “responso” definitivo sull’erogazione dei buoni pasto per chi è in smart working, è andato in scena il consueto copione: “vi faremo sapere” ...
E non poteva andare diversamente: l'accordo sulla disciplina dello sw del 17 settembre siglato da cisl, uil, salfi, flp ed intesa, una scatola vuota e penalizzante, aveva già creato tutte le condizioni per giungere a questa situazione. In cambio del nulla (altro che evitare fughe in avanti!) aveva infatti precluso la fruizione dei permessi orari per chi svolge la prestazione in modalità agile, (alla faccia della parità di trattamento) e le questioni centrali dei rimborsi per chi sta utilizzando da casa il proprio abbonamento internet, le proprie apparecchiature ed utenze domestiche e della corresponsione dei buoni pasto venivano rinviate ad ulteriori approfondimenti come se i sei mesi passati non fossero stati sufficienti.
E pensare che quelle stesse sigle che nei comunicati minacciano fuoco e fiamme, ancora oggi al tavolo non hanno trovato nulla di meglio che riconoscere l’impegno profuso dall’Amministrazione nell’aver fatto i “salti mortali” per giungere ad una positiva soluzione, aggiungendo poi che forse era il caso di cominciare a mobilitarsi …
Nel nostro intervento al tavolo abbiamo invece affermato che i “salti mortali” li stanno facendo i lavoratori che in questo periodo di lockdown chiusi in casa si sono dovuti auto organizzare mettendo a disposizione i propri strumenti informatici per sopperire alle esigenze dell’Amministrazione.
Abbiamo ricordato che la Funzione Pubblica lascia libere le amministrazioni di scegliere se elargire i buoni pasto ed infatti in altri enti , come la Presidenza del Consiglio, le Dogane e i Monopoli, sono mesi che li distribuiscono. Quindi la questione è chiara: l'Agenzia delle Entrate non è intenzionata ad erogare i buoni pasto!
Questo scenario l'USB lo aveva denunciato già il 17 settembre mentre le altre sigle raccontavano e continuano a raccontare di aver costretto l'amministrazione ad una data certa entro la quale dare risposte. Ovviamente negative...
Per questo non siamo stati con le mani in mano e siamo arrivati all'incontro odierno avendo già avviato la mobilitazione e la raccolta delle email da inviare al Direttore dell'Agenzia: i buoni pasto non ci verranno “gentilmente concessi” ma dovremo conquistarceli con la lotta. E i lavoratori lo hanno capito bene se già dalle prime ore di avvio dell’iniziativa “Buoni Pasto ORA!” abbiamo ricevuto tremila adesioni!
Vi chiediamo, quindi, di continuare a sottoscrivere l’appello allegato e di inviarcelo via email dalla vostra casella di posta personale dell’ufficio o se preferite potete inviarci una semplice email indirizzata ad agenziefiscali@usb.it con oggetto: “Aderisco all’appello per l’erogazione dei buoni pasto” indicando il vostro nome, cognome e ufficio di appartenenza.
Poi consegneremo le richieste pervenute al Direttore dell'agenzia.
E' questo è il momento di esercitare la massima pressione per evitare che un sacrosanto diritto vada in cavalleria.
Ma oltre i buoni pasto resta aperta la questione del riconoscimento del rimborso per le spese sostenute in smart working e il riconoscimento dei permessi personali ad ore per chi svolge la prestazione in modalità agile.
Lo abbiamo detto mille volte: se qualcuno pensa che l'emergenza sanitaria ed il lavoro agile può divenire lo strumento per comprimere diritti troverà sulla sua strada la ferma opposizione dell'USB.
FIRMA E FAI FIRMARE L'APPELLO “BUONI PASTO ORA!”. IL TEMPO DELL'ATTESA È SCADUTO!
Ps: cisl, uil, salfi e flp in un comunicato unitario a ridosso della firma dell'accordo del 17 settembre raccontavano che se si fossero ottenuti i buoni pasto il merito sarebbe stato da ascrivere esclusivamente al loro senso di “responsabilità” nell'aver sottoscritto quel protocollo. Gli effetti del loro senso di responsabilità sono sotto gli occhi di tutti.