Le iniziative intraprese dall' USB sulla responsabilità e sui rischi professionali e la direttiva emessa dal Direzione Regionale del Lazio sul responsabile del procedimento, stanno aprendo una discussione negli uffici finanziari. L'apertura di una riflessione su questo tema costituisce, di per sé, un risultato molto importante rispetto ad un argomento da sempre considerato tabù, e risolto dalle altre OO.SS proponendo polizze assicurative individuali privatizzando, quindi, un rischio del quale si dovrebbe far carico l'amministrazione poiché attinente, appunto, all'organizzazione del lavoro.
La direttiva della DR Lazio ha indicato una strada attribuendo la responsabilità del procedimento a coloro che “ricoprono almeno posizioni di responsabilità ex art. 18 del CCNI”, ma non escludendo che la stessa sia attribuita anche a quelle figure (dirigenti o posizioni organizzative ex art 17) che sono collocate più in alto nella gerarchia dei processi lavorativi.
E' senza dubbio un primo risultato che finalmente si cominci a riconoscere che quella consuetudine, in base alla quale il responsabile del procedimento è individuato in colui che maneggia materialmente la pratica, non corrisponde ad una seria organizzazione del lavoro.
Ma noi crediamo sia il caso di fare un ulteriore passo in avanti.
E riteniamo che la figura del responsabile del procedimento debba essere individuata in primis nei dirigenti e nelle figure ex art 17 poiché costoro costituiscono le posizioni apicali che intervengono nell'ambito del ciclo lavorativo e sulle quali si dovrebbero naturalmente concentrare maggiori responsabilità. Quelle figure, insomma, che si collocano al vertice della gerarchia e che per questo percepiscono anche una retribuzione corrispondente.
Invece, nella recente direttiva della DP 2 di Roma, la responsabilità del procedimento è stata attribuita in prima battuta agli incaricati ex art 18 del CCNI.
Una scelta decisamente più facile e comoda per l'amministrazione che noi non condividiamo, perchè una equa distribuzione delle responsabilità nell'ambito delle varie figure che intervengono nel processo lavorativo avrebbe senz'altro consigliato di non invertire la gerarchia e di riconoscere, invece, la responsabilità del procedimento in primis in capo ai dirigenti o ai capi area.
Ma la finalità della discussione aperta da USB su questo tema è sempre stata duplice.
Da un alto non lasciare l'individuazione della responsabilità a criteri estemporanei che generalmente coincidevano con lo scarico delle responsabilità verso i lavoratori, dall'altra garantire serenità lavorativa a tutti, creando strumenti in grado di metterci al riparo da eventuali effetti giuridici provenienti da terzi (per esempio cause legali intentate dai contribuenti nei confronti dei lavoratori).
In sostanza, quindi, trovare forme di tutela contrattuali o extracontrattuali che garantissero coloro che intervengono nel processo lavorativo.
Giusto per essere espliciti: l'articolo 21 del Regolamento dell'Agenzia delle Entrate prevede il gratuito patrocinio, ma questo istituto non agisce automaticamente e soprattutto il sostenimento delle spese di difesa del lavoratore da parte dell'Agenzia non dovrebbe avvenire in via eventuale e a posteriori, ma anticipatamente nei confronti di tutti i lavoratori. Ciò, a maggior ragione in un momento delicato come quello attuale in cui i lavoratori sono sovra esposti nel rapporto con i contribuenti.
Ma occorre anche rivedere certi atteggiamenti.
A partire, per esempio, dal ruolo dell'Audit interno che dovrebbe “assicurare l’efficacia del sistema di regolarità amministrativa e contabile” ma che, invece di intervenire in regime di contemporaneità degli eventi in modo da correggere eventuali errori, sempre più spesso agisce ex post in via sanzionatoria nei confronti dei lavoratori, i quali, tra l’altro, sono spesso costretti ad operare sulla base di indicazioni non chiare o addirittura contradditorie. Adesso che vi è stato un avvicendamento al vertice di questa Direzione ci attendiamo iniziative e gesti concreti anche in questo campo.
La situazione connessa alla tutela dei rischi professionali involge, quindi, più ragionamenti che si intersecano e sono connessi tra loro.
Noi come USB, vogliamo continuare a portare avanti questi ragionamenti avendo ben chiaro che quel “benessere organizzativo” al quale tante volte l'amministrazione fa riferimento, passa innanzi tutto attraverso la tutela dei rischi connessi alla nostra attività lavorativa.