L’occupazione di via del Caravaggio si è ufficialmente conclusa. Il messaggio che attivisti ed attiviste della lotta per la casa, abitanti dell’immobile e quanti sono accorsi all’appuntamento di oggi pomeriggio hanno voluto lanciare alla città è semplice: la lotta paga.
Gli interventi hanno infatti evidenziato come la scelta consapevole di non arretrare di un millimetro di fronte alle minacce di sgomberi sul modello di quelli effettuati a piazza Indipendenza ed a Cardinal Capranica, anzi di rilanciare in nome del diritto alla casa per tutti e tutte ed intensificare l’azione di conflitto e pressione, abbia fatto la differenza, spingendo le istituzioni competenti a trovare una soluzione.
Un modello di “passaggio da casa a casa” che dimostra in primis l’importanza della lotta e della rivendicazione, la capacità di proporre un’idea diversa di città, basata sulle persone ed i loro bisogni e non sul concetto di legalità intriso di ingiustizia sociale e tutto a favore delle grandi proprietà che determinano la crisi abitativa della città e del paese.
In seconda battuta dimostra che le case, se le istituzioni competenti si impegnano, ci sono. Sopratutto se prendiamo in considerazione quelle lasciate sfitte o invendute, anche e soprattutto dai privati.
Si è infine sottolineata la necessità di proseguire il percorso di Lotta fin qui portato avanti e di ideare subito, già da domani, nuove forme di risposta agli attacchi imminenti che prossimamente metteranno a rischio sfratto o sgombero migliaia di nuclei familiari.
Con obiettivi chiari e precisi (passaggio da casa a casa, sfratti zero, più case popolari e tempi ragionevoli per l’assegnazione a chiunque ne abbia diritto) l’assemblea si è dunque sciolta e gli ultimi abitanti di Caravaggio hanno srotolato uno striscione: CARAVAGGIO PRENDE CASA. LA LOTTA PAGA.
Asia-Usb