Era previsto per oggi, 17 dicembre, lo sciopero generale proclamato dai sindacati Cgil, Cisl, Uil in tutti gli scali italiani. Dopo i due scioperi proclamati da USB Mare & Porti, il 14 giugno e l’11 ottobre, a cui va aggiunto il blocco totale del porto di Livorno del 18 e 19 novembre, le sigle del sindacalismo confederale, nel tentativo di “recuperare” il consenso ormai perso dopo anni di sostanziale appiattimento sulle richieste delle società portuali e del governo, avevano rispolverato la strada della “lotta” proclamando, appunto, uno sciopero di 24 ore nei porti. Ad un giorno dalla mobilitazione, nel pomeriggio del 16 dicembre, arriva la comunicazione delle segreterie in cui si sospende lo sciopero dopo un incontro al ministero.
Andando a leggere il verbale, redatto a seguito della riunione, si può comprendere meglio l’ennesima figuraccia di Cgil, Cisl, Uil. Addirittura al primo punto viene enunciata “l’esigenza di rafforzare la competitività del sistema portuale nazionale, per favorire la crescita del Paese”. Proprio la stessa esigenza di competitività che è stata utilizzata negli ultimi anni per incrementare i carichi di lavoro, comprimere la contrattazione di secondo livello accrescendo di conseguenza le malattie professionali e gli incidenti, anche mortali, nei nostri porti. Sul resto dei punti non si dice praticamente niente. Parole fumose sul riconoscimento del lavoro portuale come usurante (“Le parti infine convengono sulla necessità di favorire e sostenere ogni azione utile al riconoscimento del lavoro portuale tra i lavori gravosi ed usuranti”) e sul DL Concorrenza ormai approvato.
Unica questione concreta è l’approvazione dei sostegni alle imprese portuali sia per l’anno in corso, sia per il 2022. Sorge il dubbio che tutta questa manovra sia servita più a sostenere le esigenze delle grandi società armatoriali e terminaliste che a rivendicare concretamente miglioramenti per i lavoratori portuali. Inoltre, è bene ricordarlo, la maggioranza di queste grandi società ha incrementato i propri profitti anche e soprattutto durante la pandemia e questi sostegni, insieme alla modica dell’art 18 L 84/94 sulla possibilità di cumulo delle concessioni portuali, è l’ennesimo regalo del Governo ai privati.
A maggior ragione, dopo questa ennesima figura barbina dei sindacati confederali, siamo sempre più convinti della necessità di proseguire con determinazione nel percorso che USB Mare & Porti ha intrapreso ormai da oltre un anno. Come abbiamo scritto recentemente “c’è sciopero e sciopero, c’è sindacato e sindacato”. La battaglia per la sicurezza sul lavoro, per la difesa del salario e il rilancio della contrattazione aziendale, per il riconoscimento del lavoro usurante e la difesa dei nostri porti dallo strapotere di armatori e terminalisti, sono cose serie e come tali vanno trattate.
La piattaforma sindacale che USB Mare & Porti ha redatto e presentato al ministero è chiara e coerente con le necessità e gli obiettivi di tutti i lavoratori portuali. Il nostro percorso proseguirà con la grande assemblea nazionale a Trieste sabato 18 dicembre. In quella sede decideremo insieme ai diretti interessati, e non certo in qualche stanza di un ministero o di una segreteria, quali saranno le prossime iniziative che metteremo in campo. I lavoratori portuali, se uniti e determinati, hanno una forza enorme. È arrivato il momento di esercitarla.
Coordinamento nazionale USB Mare & Porti