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passaggi economici

CGIL Uil e il loro concetto di democrazia sindacale

Roma,

Quando si tocca un nervo scoperto scatta istintiva, forte ed irrazionale la reazione, ed evidentemente noi dell’USB quel nervo lo abbiamo toccato in pieno, a giudicare dalla reazione scomposta di cgil e  uil.

Ricapitoliamo, giusto per i più distratti, i fatti che ora, con straordinario candore, cgil e uil stanno provando a stravolgere, fornendo versioni palesemente incomplete, parziali e false.

Benché provino a farlo dimenticare in ogni modo, tutto parte il 14 dicembre dello scorso anno, quando cgil, cisl, uil e salfi, firmano una pre-intesa sulle progressioni economiche che, su 35/40 milioni di euro disponibili, ne destina, per le progressioni economiche, soltanto 17, distraendo 10.700.000 euro per pagare le posizioni organizzative e gli incarichi di responsabilità, e lasciando la restante parte a disposizione dell’amministrazione per imprecisate esigenze contabili.

In più, non vi era alcun impegno per gli anni successivi.

L’ USB, ritenendo le somme destinate alle progressioni assolutamente irrisorie e valutando nel contempo inaccettabile pagare ancora le P.O. e gli I.R. con i soldi fissi e ricorrenti, avviò subito una campagna di contro-informazione, con decine e decine di assemblee sui posti di lavoro e con un referendum che ha bocciato clamorosamente quella pre-intesa.

Il successo delle iniziative dell’ USB, ha reso impossibile per i sindacati firmatari proseguire la trattativa sulla base di quella pre intesa ma, anziché riconoscere i loro errori ed incalzare con la mobilitazione l’  Amministrazione per avviare una trattativa finalmente sganciata dai contenuti di quella vergognosa pre intesa, le giungevano nuovamente in soccorso: con un coup de theatre interrompevano il negoziato e subordinavano la ripresa dello stesso alla possibilità di reperire maggiori risorse da rivendicare nel confronto con l’autorità politica.

L’USB ha da subito assunto una posizione chiara e limpida: continuare il negoziato con l’amministrazione anche attraverso una mobilitazione unitaria sulla base dei 35/40 milioni disponibili e senza valutazione e, contemporaneamente, avviare il confronto con l’autorità politica per rivendicare maggiori risorse. Due piani e due livelli che potevano e dovevano essere tenuti insieme.

Ma le altre OO.SS spostavano tutto sul tavolo politico e decidevano di bypassare la continuazione del negoziato, esponendo i lavoratori al rischio che, dopo il 2016, anche l’annualità 2017 possa concludersi senza che le progressioni economiche vengano portate a casa.

Su questo costruivano la mobilitazione del 20 aprile alla quale come USB decidevamo di non partecipare denunciando (qualche giorno dopo) la natura distrattiva della mobilitazione messa in campo.

A quel punto scattava la loro misera ritorsione: chiedere all’autorità politica e all’Amministrazione di escludere l’USB dal tavolo di confronto politico.

Non c’è che dire, davvero una bella lezione di democrazia!

Ma non soddisfatti cgil e uil, in due distinti comunicati sindacali, provano anche a spiegare le ragioni della loro richiesta di esclusione dell’USB dal tavolo politico, utilizzando argomenti che denotano, fino in fondo, la loro vera natura e la concezione proprietaria della rappresentanza sindacale.

Infatti, ciò che queste due o.s. fanno finta di ignorare è che quel gruppetto di rappresentanti USB, come li chiama la uil, rappresenta una O.S. che è maggiormente rappresentativa nel comparto Agenzie Fiscali e a livello confederale.

E Democrazia vuole che, nei tavoli di confronto sia politico che sindacale, vengano chiamate le Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.

Per questo ci siamo presentati al tavolo di confronto con l’autorità politica e con l’Amministrazione le quali, su nostra richiesta, hanno confermato che a quel tavolo c’era posto per tutte le OO.SS rappresentative. Non da imbucati. Cara uil, non ci imbuchiamo mai. Semmai, quando le situazioni si fanno pesanti, come avete scritto, il confronto con i palazzi del potere ce lo prendiamo. Rischiando sempre in prima persona.

Cosa che a voi non può accadere, visto che siete avvezzi a frequentare i salotti buoni del potere o, se preferite, cara uil, ad organizzare con i soldi degli iscritti crociere per discutere di rinnovi contrattuali… . Questo i lavoratori lo sanno talmente bene da avervi da tempo voltato le spalle. Alitalia docet!

E non preghiamo nessuno per sedere ai tavoli ai quali abbiamo il DIRITTO DI PARTECIPARE.

Ma sappiamo bene che questo termine ormai è sconosciuto al vostro vocabolario e alla vostra cultura sindacale.

E poi, tanto per essere chiari, la richiesta di confronto politico per richiedere maggiori stanziamenti, stabilizzazione del salario accessorio, certezze sul futuro delle Agenzie Fiscali, è stata comune. Voi l’ avete fatta tutti insieme, noi da soli.

L’obiettivo, almeno su questo punto, è comune. Forse… perché le richieste che voi fatte vengono, poi, sistematicamente contraddette dagli accordi che firmate. E, non essendo più adolescenti, l’esperienza ci ha insegnato che, dopo aver fatto delle comuni rivendicazioni, qualcuno, a causa delle federazione, della confederazione, insomma per non disturbare il manovratore di turno, poi fa tre passi del gambero e torna al via!

Piuttosto la vostra “altezza” sindacale non vi ha fatto capire che non abbiamo scritto nulla prima della vostra manifestazione del 20 aprile, proprio per non dare l’idea di spaccare il sindacato. E dire che non sarebbe stato difficile.

Ci siamo limitati a dare una nostra visione dopo la vostra mobilitazione.

Ma per voi, tutto questo è forse troppo difficile da capire…