EPolis
«Lo stesso obiettivo fissato dal sindaco Alemanno nelle linee programmatiche del suo mandato, ossia la realizzazione di 25mila alloggi, incontra notevoli difficoltà di attuazione se prima non viene sciolto il nodo delle aree»: Giancarlo Cremonesi, presidente dell'Acer mette dei paletti al piano contro l'emergenza abitativa promesso dal sindaco in campagna elettorale.
«ATTUALMENTE il Piano regolatore non prevede aree destinate all’edilizia economica, fatte salve le scarse quote di cessioni nelle aree private (circa milla alloggi) ed il residuo del secondo Peep per circa 7mila alloggi - spiega -. Occorre ripensare a degli schemi innovativi che superino i concetti tradizionali dell’edilizia residenziale pubblica, per approdare alle nuove forme di housing sociale». Housing sociale perché, secondo Cremonesi, «il problema dell’emergenza abitativa ha raggiunto ormai livelli di guardia, arrivando a coinvolgere, nell’attuale momento di crisi economica, un’ampia fascia di categorie sociali al punto che il governo, dopo trent'anni di semi immobilismo in tema di politiche della casa, ha deciso di riaffrontare in materia diretta ed organica tale argomento con l’approvazione del Piano Casa ». E per la situazione di Roma, «insieme alle altre associazioni di categoria – prosegue Cremonesi -, l’Acer sta collaborando per attivare l’operatività del piano straordinario per la casa voluto dal sindaco Alemanno.Come per tutti i programmi complessi, occorrerà peraltro l'impegno congiunto di imprenditori e amministrazione, come sta avvenendo, per dar vita al ventaglio di soluzioni necessarie. La memoria di giunta che prevede l’emanazione di un bando per il reperimento di nuovi ambiti di riserva, va sicuramente nella direzione giusta».
IL PROBLEMA restano le aree. «Il piano del governo – prosegue il capo dei costruttori romani - lascia assoluta libertà di proposta per quanto riguarda le aree dove realizzare gli interventi », ma «bisogna rilevare come la problematica relativa al reperimento di terreni per l’edilizia sociale rappresenti tutt'ora il vero ostacolo all’avvio di una seria politica di housing sociale». Per il futuro, ribadisce Cremonesi, saranno sempre più i «programmi di iniziativa privata», ma occorre però, «per proseguire su questa strada, certezza delle regole ed equilibrio economico delle operazioni». M.R.