Il dibattito sindacale degli ultimi mesi si è inevitabilmente concentrato sui problemi attinenti la sicurezza sui luoghi di lavoro, con un percorso iniziato nella prima fase dell’emergenza e sfociato nel Protocollo nazionale del 03 maggio tra USB e Amministrazione.
E pertanto, se la prima fase ha coinciso con il lockdown e la chiusura degli uffici, il momento attuale mostra un cambio di passo, con decretazione governativa e direttive della Funzione pubblica improntate ad una progressiva riapertura di tutti gli uffici. Tale aspetto fa sì che la fase in atto, sebbene caratterizzata da un calo dei contagi, sia paradossalmente la più delicata per la necessità di contemperare le esigenze della sicurezza con il diritto della cittadinanza ai servizi. E difatti basta dare un’occhiata alle lunghe code di cittadini di fronte ai nostri uffici per comprendere come il raggiungimento di questo equilibrio sia un problema che rischia di deflagrare se non affrontato con misure adeguate. Ma andiamo per gradi.
Dai tavoli di confronto locale su prevenzione e sicurezza è emersa la difficoltà di affrontare il tema delle riaperture, soprattutto a causa delle criticità organizzative di cui soffre l’Agenzia delle Entrate da tempo. Di particolare rilievo è la situazione di tutti i front office e gli UT.TT d’Italia, alle prese con l’aumento dell’utenza a fronte di una grave carenza di personale dovuta al piano pensionamenti tuttora in corso.
Per fare solo un breve esempio, nel corso delle trattative locali abbiamo chiesto di conoscere la consistenza delle piante organiche dei singoli Uffici territoriali ed in particolare dei front-office. Nel merito abbiamo anche chiesto di conoscere il numero dei lavoratori "fragili" o conviventi con persone ultraottantenni, con il ruolo di operatore di front-office, che non possono svolgere lavoro in presenza.
La reticenza dell’Amministrazione nel risponderci ha confermato tutte le difficoltà nel predisporre la riapertura degli uffici in sicurezza, garantendo rotazioni adeguate per gli operatori al fine di minimizzarne l’esposizione al pubblico. Rotazioni che risultano critiche non solo per la carenza di personale (spesso dovuta all’inserimento di pochi neoassunti presso gli Uffici territoriali), ma anche per il sovraccarico lavorativo che si sta determinando in regime di smartworking per i colleghi degli UU.TT.
Al momento l’Amministrazione sta correndo ai ripari con provvedimenti che paiono solo delle toppe, come l’aumento delle giornate di apertura degli sportelli, la rotazione per il periodo estivo magari utilizzando colleghi di altre aree, oppure la cartellonistica per l’utenza o timide lettere agli ordini professionali per decongestionare i servizi in presenza.
In altri casi a livello locale l’Amministrazione sta avanzando ipotesi che rischiano di sguarnire la macchina fiscale sul fronte della lotta all’evasione. In particolare ci riferiamo alla chiusura dei team controllo delocalizzati, allo spostamento coatto di personale delle aree controllo presso UT.TT. di altre sedi di appartenenza, alla possibilità di utilizzare personale delle aree controllo per la lavorazione dei rimborsi ecc.
Quanto sinora descritto è solo l’evolversi di una situazione già nota ai vertici dell’Agenzia, e che lo stato di emergenza ha semplicemente congelato per qualche mese. Ricordiamo che il tema della carenza degli organici e la necessità di un piano massiccio di assunzioni per il settore del Fisco sono stati al centro della piattaforma rivendicativa 2019-2020 dello stato di agitazione promosso da USB.
La questione carichi di lavoro con riferimento non solo all'attività di sportello ma anche alle altre lavorazioni non può che essere affrontata con interventi strutturali. Da un lato, quindi, un piano massiccio di assunzioni, dall'altro la rimodulazione degli obbiettivi sulla base della pianta organica aggiornata e quindi tenendo conto della riduzione degli organici avvenuta in questi anni.
E se in questi mesi non ci sono state risposte su tali problemi, dall’altro lato la stessa Amministrazione, con la complicità del sindacatone unico, è riuscita a portare a casa importanti intese su incarichi di responsabilità e posizioni organizzative.
Insomma, nonostante l’emergenza la vecchia politica non si smentisce mai. Ed è proprio per questo che riteniamo fondamentale riaprire la vertenza sul fisco, affinché l’autunno non ci trovi impreparati rispetto una crisi sanitaria, economica e sociale che può avere effetti travolgenti anche per i lavoratori del nostro settore.
L’invito è pertanto a pensare al di là dell’emergenza, con USB per un Fisco dei Lavoratori e al servizio del cittadino.
USB PI Agenzie Fiscali