Resta ancora avvolto in una nebulosa il contenuto dell’informativa sindacale del 30 maggio scorso in materia di integrazione dei servizi Ade-Ader. Il tavolo che ha avuto luogo questa mattina a Roma, con convocazione in modalità mista, non ha fugato tutti i dubbi che USB-PI ha espresso nel comunicato dello scorso 5 giugno.
L’intervento del vicedirettore Paolo Savini ha infatti chiarito, solo in minima parte, i timori di quei lavoratori inizialmente coinvolti nei progetti-pilota che hanno il fondato timore che dietro la patina dell’implementazione dei servizi si celi l’ennesimo incontrollato aumento dei carichi di lavoro.
Savini da un lato ha rassicurato le organizzazioni sindacali che l’attività di integrazione dei servizi consisterebbe unicamente nell’indirizzare, anche tramite supporto tecnico, l’utenza che per errore si sia rivolta all’Ade anziché all’Ader; dall’altro rappresenta la possibilità che in futuro i lavoratori dell’Agenzia delle Entrate forniscano prime informazioni di carattere generale su problematiche inerenti servizi o procedure proprie dei servizi di riscossione.
Una prospettiva rispetto alla quale USB ribadisce la sua più totale contrarietà, alla luce dell’impatto di eventuali nuovi carichi di lavoro su una platea di lavoratori che non riesce più a far fronte alla mole di richieste sempre più pressanti che provengono da un’Amministrazione da sempre timida nel porre il problema politico della necessità di un piano di assunzioni reale che copra la cronica carenza di personale degli uffici, ma spregiudicata nel rafforzare quella valutazione che incombe come scure sulla testa dei lavoratori che non sono materialmente in grado di fornire un servizio adeguato all’utenza.
L’integrazione dei servizi Ade-Ader investe, come noto, anche le SAM. In questo senso, anche grazie alle mozioni presentate dai lavoratori di Torino, Salerno e Pescara, si registra con favore – ed era ora! – la dichiarazione del vicedirettore Savini circa l’apertura di un tavolo nazionale specificamente dedicato alle SAM con l’obiettivo di rinnovare l’accordo istitutivo originario, sottoscritto in tempi e condizioni differenti, in cui differente era la stessa natura dell’attività di quelli che all’epoca erano i CAT, poi diventati CAM.
Un tavolo che deve avere come obiettivo la necessità di riconoscere ai lavoratori delle Sezioni di Assistenza Multicanale quella professionalità e quello spessore umiliato da un’indennità di cuffia ferma ai tempi dell’accordo istitutivo. Indennità che andrà necessariamente rivista, alla luce della crescente mole di lavoro e della natura multidisciplinare dell’attività che ha preso piede nel corso del tempo. Uno sforzo che l’Amministrazione – se vorrà passare dalle parole ai fatti – dovrà necessariamente compiere assumendosi la responsabilità di reperire quelle risorse tali da far sì che il lavoro di chi presta un’assistenza insostituibile nell’ambito dell’intera attività dei servizi venga finalmente riconosciuto.
USB PI si è già resa disponibile a lavorare anche nei mesi di luglio e agosto fornendo le proprie disponibilità. I lavoratori delle SAM hanno atteso sin troppo ora occorrono fatti concreti!
Più Forti noi, più forte tu!
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