Lo avevamo definito una scatola vuota e penalizzante e non avevamo esagerato!
Oltre ad aver avallato il mancato riconoscimento dei buoni pasto e dei rimborsi per le spese che da mesi i lavoratori stanno sostenendo, l'accordo del 17 settembre siglato da cisl, uil, unsa, flp ed intesa ha anche previsto all'articolo 6, comma 7, che “Nella giornata di svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile non sono configurabili (...) brevi permessi ed altri istituti che comportino la riduzione dell'orario giornaliero di lavoro”.
Ma l'abitudine a firmare sempre, comunque, e a qualsiasi costo gioca brutti scherzi.
Ebbene l'Agenzia per la Rappresentanza negoziale delle amministrazioni pubbliche (ARAN) con nota del 28 settembre 2020 relativa al comparto funzioni locali ha stabilito che “ (…) anche nella modalità lavorativa agile potrebbe risultare possibile la fruizione dei permessi su base oraria previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di lavoro vigente. Essi, nella fattispecie in esame, si concretizzerebbero nella possibilità per il dipendente, in relazione ad un intervallo temporale determinato, di essere sollevato dal predetto obbligo di contattabilità laddove la sua esigenza, per natura e caratteristiche, non risulti compatibile con tale obbligo e non possa essere soddisfatta al di fuori del periodo di durata del medesimo, ferme restando le ordinarie disposizioni contrattuali sulle causali, e sulla motivazione e sulla documentazione dei permessi stessi”.
Se persino l'Aran, ovvero l'organo che costituisce la nostra controparte nella negoziazione dei contratti collettivi sconfessa quanto siglato il 17 settembre da amministrazione e cisl, uil, unsa, flp ed intesa c'è davvero da riflettere sulla “qualità” dell'accordo siglato e sulla strumentalità della mobilitazione (presunta) che hanno messo in campo!
Il parere dell'Aran va invece esattamente nella direzione indicata da subito dall' USB e rilanciata con forza durante la giornata di mobilitazione dell' 8 ottobre: il CCNL ed i suoi istituti valgono per tutti i lavoratori indipendentemente dalla modalità con la quale viene svolta la prestazione lavorativa.
Giorno dopo giorno stanno quindi emergendo gli effetti dell'accordo del 17 settembre, la cui messa in discussione diventa precondizione per delineare una disciplina del lavoro agile che non comporti arretramento sul piano dei diritti e del salario. Vale per i buoni pasto, vale per i rimborsi spese, vale per le fasce di contattabilità e vale per la fruizione dei permessi orari.
Sarebbe auspicabile e conseguente che cisl, uil, unsa, flp ed intesa ritirassero le firme apposte all'accordo riaprendo la discussione sulla disciplina del lavoro agile. Ma sappiamo che non lo faranno e difenderanno l'indifendibile.
Per questo abbiamo inviato una nota all'amministrazione nella quale chiediamo di ridiscutere l'impianto dell'accordo e, in ogni caso, di modificare la previsione penalizzante in materia di permessi orari.
E per accelerare la “riflessione” stiamo preparando una mozione da far firmare negli uffici contro l'accordo del 17 settembre e nello specifico per la modifica della previsione che nega il riconoscimento dei permessi orari per chi svolge la prestazione in modalità agile.
Come abbiamo detto con forza l'8 ottobre noi non ci fermiamo e vogliamo riprenderci tutto ciò che ci spetta: buoni pasto, rimborsi spese e permessi orari!
USB Agenzie Fiscali