Per un imprevedibile (sic) impegno istituzionale del Capo Dipartimento, la riunione convocata al Ministero della Giustizia per il 21 marzo u.s. non ha sortito alcun risultato.
Si sarebbe dovuto discutere della mobilità del personale giudiziario, con particolare riferimento ai criteri ed alle modalità di spostamento dei dipendenti che potrebbero essere coinvolti nel progetto di revisione della geografia giudiziaria e, quindi, sul triste destino di alcune migliaia di lavoratori costretti a subire il forzato trasferimento ad altra sede di servizio.
L’Amministrazione, rappresentata dal Direttore Generale del Bilancio, Dott. Belsito, e dal Vice Capo Dipartimento, Dott. Mele, si è limitata a richiedere alle OO.SS. la formulazione di proposte e suggerimenti.
La USB P.I. ha ribadito le proprie critiche su questa assurda riforma del sistema giudiziario, della quale non si comprendono i possibili benefici per i cittadini ma già si ipotizzano le pesanti ricadute sui lavoratori e sulle loro famiglie.
La USB P.I. ha poi sottolineato che la mobilità del personale giudiziario è materia di contrattazione e, pertanto, qualsivoglia ipotesi di spostamento ad altra sede di lavoro dovrà essere concordata con i sindacati; a tal proposito è stato richiesto che nel definitivo testo del decreto sul riassetto degli uffici giudiziari sia espressamente previsto che gli eventuali spostamenti del personale vengano disciplinati dalla contrattazione con i sindacati, così da stabilire criteri certi e trasparenti e che allo stesso personale venga attribuito un indennizzo per tutti i disagi che sarà costretto a sopportare.
Siamo convinti che la partita rimane ancora tutta da giocare e noi, come al solito, non abbasseremo la guardia.