La strategia di Esselunga per far dimenticare di essere sotto inchiesta per i reati di evasione fiscale e contributiva e di caporalato è quella di attaccare brutalmente il diritto di sciopero.
Per i sindacalisti e i lavoratori USB delle federazioni di Brescia e Bergamo che assieme hanno scioperato in questi mesi davanti al magazzino Esselunga di Chiari, l’azienda ha pensato bene di sporgere denuncia contestando loro di aver organizzato un “presidio non autorizzato” e di essere stata vittima di “violenza privata aggravata2.
Così, mentre la Procura di Milano apre un’inchiesta per fare luce sul sistema di appalti che permetterebbe a Esselunga di sfruttare sistematicamente i lavoratori e di evadere milioni di euro in tasse, lorsignori vogliono criminalizzare chi non ha mai smesso di denunciare e lottare contro quello stesso sistema sul quale indaga il PM Storari.
Tra la vicenda Esselunga e la situazione Italtrans (che si avvalgono delle stesse coop in appalto e quindi utilizzano gli stessi lavoratori nei loro impianti) esistono nessi molto stretti, che lasciano intendere la comune regia di un attacco a chi interpreta in modo coerente, onesto e coraggioso il ruolo del sindacato, senza farsi impaurire dai colossi economici.
Non è possibile accettare questa prepotenza e assecondare comportamenti illegittimi e dal chiaro sapore reazionario. USB metterà in campo tutte le azioni sia sul piano legale che su quello della denuncia politica e della mobilitazione perché si ripristini al più presto la piena libertà di agibilità sindacale.
#SCHIAVIMAI
USB Logistica
Brescia 1°/7/23