Roma 3 dicembre 2020. Il Sindacato USB P.I. Ministeri Interno e Difesa si vede costretto a tornare sulla questione relativa al fondo previsto dalla Legge di Bilancio 2020, mirato alla “all’armonizzazione dei trattamenti economici accessori del personale appartenente alle aree professionali e del personale dirigenziale dei Ministeri a decorrere dall’anno 2021”. Il sindacato, in assenza di risposte alla missiva di recente inviata, richiama nuovamente l’attenzione dei Ministri Dadone (Funzione Pubblica), Gualtieri (Economia e Finanze), Guerini (Difesa) e Lamorgese (Interno).
“Riteniamo che questo stanziamento potrebbe non essere sufficiente a equiparare tutte le indennità tenendo come punto di riferimento quella più alta (Ministero Giustizia) ma, soprattutto ci si domanda se sia necessario vigilare attentamente sui percorsi, auspicando che gli 80 milioni vengano incrementati per poter concretamente colmare il gap economico tra i dipendenti dei vari Ministeri.
Non vorremmo che, in realtà, questo stanziamento si riduca ad un finanziamento “parallelo” per il rinnovo del CCNL delle Funzioni Centrali e che, nelle maglie delle discussioni contrattuali, una parte di questi fondi venisse utilizzata per altri scopi (meritocrazia, welfare aziendale, improbabili assicurazioni sanitarie ecc.) riducendo a poca cosa le risorse destinate al “percorso di perequazione dell’indennità di amministrazione”. Tradotto in termini pratici: pochi euro in più nelle tasche dei lavoratori.
Detti Dicasteri, come altri, necessitano di un Piano particolareggiato sul reale fabbisogno del personale dell’Amministrazione civile dell’Interno e della Difesa, le cui vacanze organiche, a causa del mancato ricambio generazionale, sono comprovate.
Piano che non è mai stato stilato, perché da sempre ritenuto superfluo ed irrilevante per il miglioramento dei servizi resi all’utenza, così come non è mai stato accostato al processo organizzativo inerente alla revisione dell’ordinamento del personale che da anni ha visto penalizzati e discriminati i Dipendenti della Prima Area funzionale, connotati come i “Figli di un Dio Minore”.
Trattasi di Lavoratori, i cui stipendi a malapena consentono di arrivare alla seconda settimana del mese e, in molti casi, a maggior ragione, a permettersi il “lusso” dell’istruzione universitaria per i propri figli.
Tanto meno, è mai stata pensata una politica di vera valorizzazione del personale (formazione e riconoscimenti, incentivi economici e carriera) evitando così danni ai Lavoratori e alla stessa Amministrazione.
Un personale scientemente svalutato e irriso, con un’età media piuttosto avanzata e sottoposto a carichi di lavoro pessimamente distribuiti e non riconosciuti dagli
stessi dirigenti; elementi tutti che hanno contribuito a creare ambienti di lavoro in cui si avverte forte il disagio. Serpeggia inevitabilmente la sfiducia tra i lavoratori, che comunque continuano ad operare anche nella drammatica fase che sta vivendo il paese e in considerazione del maggiore impegno chiesto agli stessi.
Abbiamo dunque ritenuto indispensabile riprendere la questione, al fine di stimolare i rispettivi decreti attuativi.
Crediamo vivamente che il lavoro è un diritto, la giusta retribuzione è un obbligo!
Pretendiamo per le lavoratrici ed i lavoratori il riconoscimento della dignità.
p. Esecutivo Nazionale Ministeri
F.to COSTANTINO FERRULLI
F.to BRUNO STIRPARO