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dal Coordinamento Nazionale

IL DECRETO PER L'INCENTIVAZIONE DELL'ISPEZIONE

Nazionale,

Il decreto per l’incentivazione dell’ispezione del  lavoro è stato pubblicato e contiene comunque una risposta parziale alle rivendicazione degli ispettori del lavoro.

I mesi di mobilitazione che hanno coinvolto oltre la metà delle DTL e DRL hanno comunque prodotto il risultato di mettere finalmente l’amministrazione nella posizione di doversi fare carico di una questione da sempre semplicemente ignorata.

Prima di entrare nel merito del decreto ci corre però l’obbligo di sottolineare l’imbarazzante fanfara di chi, senza aver nulla fatto – nel passato e nel presente – perché le giuste rivendicazioni del personale ispettivo trovassero ascolto ed attenzione al tavolo ministeriale, oggi accampa – del resto siamo in periodo elettorale – inesistenti meriti per un risultato sbandierato come esaltante.

Sulla vicenda degli ispettori il ministero non ha mai aperto un effettivo tavolo di trattativa.

Nelle logiche tutte renziane di concezione della democrazia, gli incontri che si sono succeduti presso il ministero si sono declinati in annunci ministeriali ed in cortese ascolto che il “sovrano” concedeva nella sua magnanimità.

E tra gli auditi in quei tavoli, coloro che ora più strombazzano il loro presunto contributo alla pagnottella portata a casa, si sono sempre distinti per traiettorie difformi se non ostili alle richieste del personale ispettivo.

Tanto per chiarire i fatti basti sapere che nell’ultimo tavolo ministeriale tenuto alla metà di dicembre, i funzionari del ministero hanno semplicemente illustrato i contenuti di un decreto che in realtà, come ora abbiamo avuto moto di appurare, era pronto e nel pieno del suo iter procedurale già all’inizio di dicembre e che il testo pubblicato non ha tenuto in alcun conto degli elementi correttivi suggeriti in occasione di quella illustrazione.

Nel decreto, infatti, non vi è traccia di una modifica del sistema di valutazione dell’attività degli ispettori, tant’è che una delle tipologie di incentivazione resta il brutale dato numerico del numero delle ispezioni effettuate, con buona pace dell’affermata riduzione dell’impatto della famigerata ispezione breve.

Nel decreto nulla interviene ad aumentare la sicurezza degli ispettori ed anzi, al contrario, gli ispettori si troveranno ad affrontare le medesime condizioni di lavoro con in cambio la sola monetizzazione del rischio.

Nel decreto non c’è – ma questo comunque non poteva esserci – quanto prospettato dal direttore generale in ordine all’anticipo dell’indennità di missione.

Il decreto che è stato pubblicato è dunque  quanto prodotto dall’amministrazione nonostante e a prescindere dai desiderata avanzati nei tavoli sindacali.

Se ci fosse stata una trattativa sindacale, se si fosse arrivati ad un accordo, come USB, dobbiamo dirlo, non avremmo comunque sottoscritto quell’accordo.

Non lo avremmo sottoscritto non perché non produce un risultato materiale che gli ispettori del lavoro possono assumere come dote della loro lotta, ma perché i problemi sollevati dagli ispettori, le politiche sintetizzate con gli accessi brevi e con l’aumento e l’irrigidimento delle sanzioni a danno solo dei piccoli e piccolissimi imprenditori, magari extra-comunitari, i problemi della sicurezza del personale ispettivo trasformato da figura volta alla tutela del lavoro in esattore, restano tutti e nella loro drammatica intensità.

Se ci fosse stato un tavolo di trattativa, quell’accordo non lo avremmo sottoscritto.

Se ci fosse un tavolo di trattativa vorremmo discutere  con l’amministrazione su come si declineranno realmente e nel concreto le agenzie previste nel  Job Act, quali saranno le articolazioni territoriali e funzionali, quale sarà il contratto applicato e come intende il ministero risolvere la sperequazione tra gli inquadramenti normativi e contrattuali tra le diverse figure ispettive che confluiranno nell’agenzia unica per l’ispezione del lavoro.

Vorremmo sapere come si declinerà l’Agenzia Nazionale del Lavoro e quale sarà il destino lavorativo del personale amministrativo. 

Vorremo conoscere se la moltiplicazione delle attività che alcuni dirigenti locali hanno stabilito a carico del personale amministrativo è una direttiva generale e se è finalizzata a sgravare il personale ispettivo di quelle attività nell’ottica, ancora, di un incremento delle ispezioni - magari brevi – o se trovano un altro significato ed un'altra logica.

Vorremmo sapere, ma  NON ci è dato sapere: avvertiamo solo un forte odor di bruciato … per noi tutti! 

Roma, 21 gennaio 2015-01-21

USB/P.I. Coordinamento Nazionale Lavoro e P.S.