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Tematica

La popolazione legale del 15° Censimento della popolazione

Cagliari,

 

 

La popolazione legale del 15° Censimento della popolazione

 

Al 9 ottobre 2011, data di riferimento del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, la popolazione residente in Italia ammonta a 59.433.744 unità.

 

Rispetto al 2001 (56.995.744 residenti) l'incremento è del 4,3%, da attribuire esclusivamente alla componente straniera.

 

I cittadini stranieri risultano in crescita in tutte le regioni della Penisola, mentre gli italiani diminuiscono nel Mezzogiorno oltre che in Piemonte, Liguria e Friuli-Venezia Giulia.

 

Nel periodo intercensuario i maggiori incrementi di popolazione si rilevano nelle regioni del Centro-Nord; mentre nelle regioni del Sud e delle Isole si registrano incrementi lievi o perdite di popolazione.

 

La popolazione censita, pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 209 del 18 dicembre 2012, diviene riferimento legale per il Paese fino alla successiva rilevazione censuaria ed è perciò definita "popolazione legale", salvo che non intervengano modifiche dipendenti da eventuali variazioni territoriali nella circoscrizione comunale, posteriori alla suindicata data del 9 ottobre 2011.

 

Sul data warehouse I.Stat sono da oggi disponibili i dati definitivi relativi alla popolazione residente per comuni, sesso, anno di età e cittadinanza (italiana e straniera).

 

 

 Il Censimento in pillole

 

Meno italiani rispetto a dieci anni fa

 

Al 9 ottobre 2011, data di riferimento del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, la popolazione residente in Italia ammonta a 59.433.744 unità.

 

Rispetto al 2001, quando si contarono 56.995.744 residenti, l’incremento è del 4,3%, da attribuire esclusivamente alla componente straniera. Infatti, nel decennio intercensuario la popolazione di cittadinanza italiana è diminuita di oltre 250 mila individui (-0,5%), mentre quella straniera è aumentata di 2.694.256 unità.

 

I cittadini stranieri risultano in crescita in tutte le regioni della Penisola, mentre gli italiani diminuiscono nel Mezzogiorno oltre che in Piemonte, Liguria e Friuli-Venezia Giulia. In particolare, i cittadini italiani aumentano nel 43,2% dei comuni (3.493) e diminuiscono nel restante 56,8% (4.599). I comuni in cui si registra il maggior incremento di residenti italiani sono Rognano, Sant'Alessio con Vialone e Roncaro, tutti in provincia di Pavia; quelli che ne perdono di più sono Paludi in provincia di Cosenza, Quindici in provincia di Avellino e Rocca de’ Giorgi in provincia di Pavia.

 

Nel periodo intercensuario i maggiori incrementi di popolazione si rilevano nelle regioni del Centro-Nord, specie in Trentino-Alto Adige (+9,5%), Emilia-Romagna (+8,5%), Lazio (+7,6%), Lombardia (+7,4%) e Veneto (+7,3%). Al contrario, nelle regioni del Sud e delle Isole si registrano incrementi lievi (intorno all’1% in Campania, Puglia e Sicilia) e perdite di popolazione (superiori al 2% in Molise, Basilicata e Calabria).

 

Più femmine che maschi

 

In Italia, al 9 ottobre 2011, ci sono 93,7 uomini ogni 100 donne (28.745.507 uomini, 30.688.237 donne). A livello territoriale non si segnalano differenze significative, anche se nell’Italia Centrale il rapporto di mascolinità scende al 92,3% (5.568.595 uomini, 6.032.080 donne), mentre nelle regioni del Sud, nelle Isole e nel Nord-Est si attesta rispettivamente a 94,3% (6.783.667 uomini, 7.193.764 donne), 94,1% (3.219.998 uomini, 3.422.268 donne) e 94,2% (5.551.923 uomini, 5.895.882 donne).

 

Il rapporto di mascolinità è più alto in Trentino-Alto Adige (95,9%), Basilicata (95,8%) e Sardegna (95,6%) mentre il più basso si registra in Liguria (89,5%).

 

In 1.898 comuni, pari al 23,5% del totale, il rapporto di mascolinità risulta sbilanciato a favore della componente maschile, con il primato che spetta a due centri del cuneese: Castelmagno (182,8 uomini ogni 100 donne) e Valmala (190,9 uomini ogni 100 donne). Al contrario, si contano solo 67,8 uomini ogni 100 donne a Montebello sul Sangro in provincia di Chieti, e 69,4 a Introzzo in provincia di Lecco.

 

Aumentano le ultracentenarie

 

Dal 2001 al 2011 la percentuale di popolazione di 65 anni e più è passata dal 18,7% (10.645.874 persone) al 20,8% (12.384.963 persone); era al 15,3% nel 1991 (8.700.185 persone).

 

Anche i “grandi vecchi”, ovvero gli ultra 85enni, incrementano il loro peso sul totale della popolazione residente (dal 2,2% del 2001 al 2,8% del 2011). In particolare, si registra un aumento del 78,2% nella classe 95-99 anni e del 138,9% in quella degli ultracentenari.

 

Le persone di 100 anni e più, infatti, erano 6.313 nel 2001 (1.080 maschi e 5.233 femmine), mentre nel 2011 ne sono state censite 15.080, con una percentuale di donne pari all’83,7% (12.620 unità); 15.060 hanno una età compresa tra i 100 e i 109 anni; in 11 hanno raggiunto i 110 anni, in sette i 111 e solo due donne (residenti una in provincia di Milano e una in provincia di Venezia) alla data del 15° Censimento avevano compiuto 112 anni.

 

 

 

 

 Il censimento della popolazione straniera

 

Nel corso dell’ultimo decennio la popolazione straniera residente in Italia è triplicata: da poco più di 1 milione e 300 mila persone nel 2001 è passata a oltre 4 milioni nel 2011. Anche l’incidenza sulla popolazione totale registra un incremento di pari entità, passando da 23,4 stranieri per mille censiti nel 2001 a 67,8 nel 2011.

 

Prospetto 1 – Popolazione straniera residente per ripartizione geografica – Censimenti del 2001 e del 2011 (valori assoluti, valori percentuali e variazioni in percentuale) Ripartizioni geografiche

Valori assoluti

Per 100 stranieri

Per 1.000 censiti in totale

Valori assoluti

Per 100 stranieri

Per 1.000 censiti in totale

Valori assoluti

Valori percentuali

Censimento 2011

Censimento 2001

Variazioni 2011-2001

Italia Nord-Occidentale

1.426.471

35,4

90,5

468.546

35,1

31,4

957.925

204,4

Italia Nord-Orientale

1.091.343

27,1

95,3

357.468

26,8

33,6

733.875

205,3

Italia Centrale

968.352

24,0

83,5

332.710

24,9

30,6

635.642

191,0

Italia Meridionale

387.292

9,6

27,7

116.011

8,7

8,3

271.281

233,8

Italia Insulare

155.687

3,9

23,4

60.154

4,5

9,1

95.533

158,8

Italia

4.029.145

100,0

67,8

1.334.889

100,0

23,4

2.694.256

201,8

 

 

 

 

 Di fatto, l’incremento degli stranieri ha compensato il trend negativo della popolazione residente di cittadinanza italiana, che ha registrato un calo di oltre 250.000 unità rispetto al censimento del 2001, pari a -0,5%. La crescita della popolazione straniera ha riguardato quasi tutte le regioni; in 13 di esse l’incremento dei residenti stranieri ha compensato il contemporaneo decremento della popolazione di cittadinanza italiana (Figura 1). Circa due stranieri su tre vivono nell’Italia Settentrionale, in particolare nel Nord-Ovest (36%) dove la loro incidenza sulla popolazione totale è pari a 90,5 stranieri per 1.000 censiti. Peraltro l’incidenza relativa degli stranieri raggiunge il massimo nel Nord-Est, con 95,3 individui stranieri per 1.000 censiti (Prospetto 2). In oltre la metà dei casi si tratta di donne; il confronto con i precedenti censimenti mostra una progressiva femminilizzazione della popolazione straniera: da 112 maschi ogni 100 femmine nel 1991 si passa a 87 maschi nel 2011. Le straniere censite si distribuiscono territorialmente alla stregua della componente maschile, con oltre il 60% residente nel Nord Italia.

 

Fonte Istat