Girano voci che, dopo il dietrofront sulla riduzione del tasso d’interesse sui mutui, l’Amministrazione stia maturando un ennesimo passo del gambero, stavolta in relazione al numero di passaggi.
Facciamo un breve necessario riassunto. Inizialmente, quando si è cominciato a parlare di riattivazione dei percorsi di crescita professionale all’INPS, il Capo del Personale promise un passaggio a tutti nell’arco del biennio 2015-2016. Successivamente il Capo Delegazione ha ridotto i passaggi a solo il 2015 e i “tutti” sono diventati il 40% del personale. Ora sembra che il Direttore Generale sia intervenuto abbassando ulteriormente tale percentuale a un 20-30%.
Insomma, dopo oltre 10 anni di stasi assoluta, sembra che la possibilità, anzi il diritto a un passaggio economico sia destinato a rimanere ancora una chimera per molti colleghi.
Dovremmo essere meravigliati di fronte a una Amministrazione che è arrivata a rimangiarsi gli impegni presi, a volte anche in via ufficiale e formale? Dovremmo, certo. Ma non lo siamo, dato la recente involuzione circa la correttezza di comportamento dei vertici istituzionali dell’Istituto.
Confessiamo di sentirci frustrati e amareggiati.
Ci amareggia un’Amministrazione che, invece di sostenere e riconoscere l’impegno quotidiano dei propri collaboratori, spesso profuso in condizioni di emergenza sistematica, si ostina a fare orecchie da mercante e ad opporre un muro di indifferenza alle istanze di legittimo riconoscimento dei propri diritti da parte di questi.
Ci amareggia sentirci, come sempre, l’unica voce che si batte per il riconoscimento del diritto a concrete e sostanziali progressioni di carriera ed economiche per tutto il personale. A chi sostiene che questa percezione di solitudine non corrisponda al vero, chiediamo come mai della richiesta USB di doppio passaggio nel biennio 2015-2016, in vista della costituzione della area unica, non vi sia traccia nell’accordo di programma dello scorso giugno sui criteri per le selezioni sottoscritto da CGIL-CISL-UIL-CISAL.
Siamo amareggiati, certo. Ma non per questo meno determinati.
Chiediamo un passaggio per tutti i lavoratori, perché tutti sono bloccati da oltre dieci anni nonostante l’accrescimento della professionalità e dei carichi di lavoro.
Se tale passaggio è diritto di tutti, per i colleghi di area A e B diviene un diritto ancora più sacrosanto cui attribuire pertanto rilevanza e priorità ancora maggiori.
Ricordiamo, anche se non ce ne sarebbe bisogno, che molte agenzie si reggono sul lavoro esclusivo di colleghi di area A e B che svolgono attività ben superiori rispetto a quelle previste dal loro inquadramento. Per quanto tempo ancora l’Amministrazione baserà la sua capacità di risposta esclusivamente sulla buona volontà e sull’alto senso di responsabilità di questi colleghi.
Per quanto tempo ancora le altre sigle si ricorderanno di tali colleghi solo con cadenza triennale, in occasione delle elezioni delle rappresentanze sindacali?
Per quanto tempo ancora saremo disposti a sopportare tutto questo? L’Amministrazione lo sappia, il vaso è praticamente colmo. Anzi, lo è da tempo. Adesso l’acqua è tracimata e rischia di fare danni davvero irreversibili.
Chiediamo un doppio passaggio nel corso del biennio 2015-2016 per tutti i dipendenti collocati nelle aree A e B. Chiediamo il passaggio all’area superiore dei colleghi collocati in area A3 e B3. Chiediamo l’istituzione dell’area unica, più funzionale all’attuale contesto lavorativo. Chiediamo il superamento della divisione del personale in tre aree, il cui mantenimento risponde esclusivamente a logiche clientelari e a esigenze politiche.
USB INPS Vicenza