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Lazio

LE AGENZIE DIMENTICATE

Roma,

Comunicato n. 06/10

Da tempo immemorabile il personale allocato nelle diciotto agenzie della regione sconta purtroppo quotidianamente il suo peccato originale, che è quello di svolgere la propria attività lavorativa vicino casa.

Carichi di lavoro esorbitanti, turni continui ed incessanti, archivi “temporaneamente” sistemati da sempre sulle scale o nei garage, parcheggi insufficienti se non addirittura inesistenti, spazi inesorabilmente angusti finanche per l’utenza, che preme ogni giorno (spesso aizzata ad arte) ai nostri sportelli, con le più svariate motivazioni.

La successiva apertura di nuovi punti avanzati su territorio, nell’ottica prima imperante di un decentramento sempre più ampio, ha certamente aggravato la situazione, poiché si sono comunque create nel tempo legittime attese da parte dell’utenza su vecchi e nuovi adempimenti. Con i risultati che conosciamo.   

I cosiddetti centri operativi si sono poi trasformati in agenzie di produzione a tutti gli effetti. Veri e propri avamposti, a stento presidiati, con specificità di rilievo e dunque sostanzialmente diversi l’uno dall’altro, aventi però lo stesso denominatore comune: un personale letteralmente abbandonato. Per non parlare delle condizioni igieniche e di sicurezza riscontrate in diversi stabili. Insomma, un quadro decisamente insostenibile. Con la nuova organizzazione territoriale sono innanzi tutto aumentati i rischi e le varie esposizioni (pandemia e aggressioni). Senza nessun miglioramento reale e a costo zero.

Appare, a questo punto, indispensabile una complessiva rivisitazione delle agenzie, che tenga conto di 3 fattori base: bacino d’utenza, logistica e rapporti con la sede madre. Nella nuova ottica unicamente tesa al risparmio si decide di punto in bianco il taglio dei rami secchi (Anzio, Fidene e Montefiascone), in altre agenzie restano tuttora irrisolti gravi problemi logistici (Sora, Guidonia e Formia), mentre a Colleferro i colleghi ancora aspettano che la dirigente “responsabile” venga definitivamente sollevata dall’incarico. Soluzioni rinviate, dunque, a problemi sempre uguali acuiti dall’attuale riorganizzazione.

 

Buona parte del presente comunicato riproduce, con i dovuti aggiustamenti, quanto già evidenziato esattamente 3 anni or sono nel documento RdB “Ai confini dell’ex impero”. Due sole sostanziali differenze da allora ad oggi, che sarà comunque utile rimarcare: il disavanzo organico in continua crescita che, secondo i dati forniti dall’amministrazione, sale in ambito regionale da – 214 unità alle attuali – 354 ed il fatto che oggi è prevista dal decreto 150/09 la sola informativa anche sull’organizzazione del lavoro negli uffici.

 

Con la sensazione di sempre, oggi più che mai divenuta certezza... Ai vertici di questa amministrazione, distante anni luce dalle persone, della realtà vera interessa ben poco.

 

 

Coordinamento regionale RdB INPS Lazio