Riprendiamo il ragionamento sul ruolo delle ditte che forniscono all’INPS servizi in campo informatico, tema che è stato più volte oggetto di riflessione in documenti della RdB. Le ditte esterne hanno accompagnato l’intera evoluzione informatica dell’Istituto, rappresentando, negli anni di maggiore sviluppo, un valido e, probabilmente, necessario supporto. Oggi, tuttavia, c’è uno sbilanciamento di poteri a favore delle ditte esterne, che non limitano più la loro attività alla definizione di sistemi applicativi attraverso la gestione di consistenti commesse, spesso affidate senza gara pubblica, ma si stanno appropriando di spazi di governo effettivo dell’Istituto, grazie a probabili complicità o incapacità interne all’Ente previdenziale.
Proviamo a spiegarci meglio. La responsabilità di chi ha governato l’informatica negli ultimi vent’anni sta nell’aver scelto di accantonare lo sviluppo dell’informatica interna, concedendo al personale, soprattutto di sede centrale, lusinghe economiche in cambio di una sottrazione delle funzioni professionali a tutto vantaggio del ruolo delle ditte esterne. Tale scelta ha prodotto un sicuro incremento dei costi di bilancio per l’informatica, non sempre con un consequenziale beneficio funzionale. Gli interessi economici si sono intrecciati a quelli politici e ripetuti sono stati i tentativi di sottrarre le banche dati su contributi e pensioni alla gestione ed al governo dell’INPS. L’autonomia dell’Istituto ha rappresentato finora una garanzia per la democrazia del Paese e per un welfare solidale, mentre oggi le maggiori ingerenze politiche da una parte e gli interessi economici dall’altra rischiano di affossare definitivamente tale autonomia, minando nelle fondamenta la funzione ed il ruolo dell’INPS e concretizzando il progetto di privatizzazione dell’informatica pubblica.
Per questo continuiamo a dichiarare con forza la nostra contrarietà alla concentrazione in mani esterne di importanti funzioni e attività come: la riorganizzazione dell’Istituto; il Bilancio; le procedure selettive e concorsuali; la formazione. L’utilizzo di nuove piattaforme, come SAP, ha fatto lievitare i costi della spesa informatica, innescando una specie di spirale della quale difficilmente si vede la fine. Tuttavia il nostro problema non sono le ditte esterne. Non lo è la KPMG, i cui uomini in scuro occupano ormai stabilmente interi uffici della sede centrale e sono presenti ovunque. Non lo sono Accenture, Almaviva, Engineering o le altre ditte, portatrici di evidenti interessi economici privati. Il nostro vero problema è piuttosto chi, all’interno dell’INPS o del governo, permette un simile stato di cose.
Trasparenza e pubblicità, questo rivendichiamo: negli atti interni dell’Istituto; nell’affidamento degli appalti; nella gestione del patrimonio immobiliare. Piuttosto che pensare a pubblicare gli stipendi dei dirigenti, il ministro della Pubblica Amministrazione si occupi di assicurare informazione e trasparenza nella gestione degli appalti all’INPS e nell’affidamento degli incarichi alle ditte esterne. Si apra finalmente una nuova stagione, così il ministro Brunetta non sarà ricordato unicamente per la repressione dei diritti e per una trasparenza ad oggi solo annunciata.