Le notizie pubblicate dai media sulla CUB e sulle organizzazioni della CUB
La Rassegna aggiornata ad oggi la trovi cliccando qui
L'Archivio delle notizie dal 2002 lo trovi cliccando qui
7 giugno 2009 - Il Giornale di Vicenza
CONVEGNO. Se ne parla domani al Patronato
Rdb: «Chiarezza sugli operatori socio sanitari»
In Veneto sono oltre 10 mila tra ospedali e case di riposo
Vicenza - «Operatori socio sanitari, quale la giusta collocazione?». A questo e ad altri interrogativi cercherà di rispondere l’Rdb nel convegno nazionale "Operatore socio sanitario e identità professionale, come definirla e come difenderla", organizzato domani alle 14.30 al Patronato Leone XIII, al quale sono invitati gli operatori socio sanitari (Oss), che lavorano negli ospedali e nelle case di riposo. «Da anni - scrive il sindacato -, lavoratori e Rdb lottano per individuare una giusta collocazione dell’Oss nell’ambito di un ordinamento professionale. Le disquisizioni sull’ordinamento didattico e su ruoli e funzioni di questa importante figura professionale, influenzano sempre più la giurisprudenza, e le conseguenti necessità di chiarezza non trovano spazio nelle contrattazioni nazionali, compresa l’ultima del 14 maggio, che ha visto completamente disatteso l’impegno dei sindacati storici ad affrontare il problema». Che non è di poco conto visto che in Veneto sono 10mila le persone che svolgono questo mestiere.
Tra le tematiche dell’incontro, di carattere tecnico-giuridico, ci saranno «il ruolo sanitario degli Oss - si legge ancora nella nota -, attualmente inquadrati come tecnici, ma che svolgono mansioni di assistenza diretta ai malati, e le mansioni superiori, non dovute, che svolgono sempre più frequentemente, sopperendo alla carenza di personale infermieristico. La Rdb ritiene sia giunto il momento che alla contestazione segua un percorso di lotte incentrate sull’alternativa all’attuale sistema, un percorso che rimetta in discussione la situazione e ridisegni il futuro dell’intero ordinamento professionale assistenziale a partire dalla figura degli operatori socio sanitari».
Al centro del convegno ci sarà la relazione di Luca Benci, uno dei più noti giuristi in materia sanitaria, al quale seguiranno gli interventi dei responsabili nazionali di Rdb Sanità e di alcuni operatori socio sanitari, che racconteranno ai presenti le loro esperienze.
Sono stati invitati a dare il proprio contributo l’assessore alla Sanità del Veneto Sandro Sandri e il sottosegretario con delega alla Salute Francesca Martini. «Alla fine della giornata - conclude il comunicato firmato da Federico Martelletto - ai partecipanti sarà consegnato un documento che possa divenire uno strumento di tutela giuridica, per poi intraprendere le vertenze sindacali, dove saremo chiamati».
7 giugno 2009 - Liberazione
Sciopero a luglio Enti locali, le critiche dei Cobas all'accordo
di Fabrizio Salvatori
Critiche dei Cobas alla firma del contratto degli Enti locali da parte di Cgil, Cisl e Uil. L'accordo, che interessa circa mezzo milione di lavoratori e lavoratrici, è stato firmato pochi giorni fa, dopo quello della sanità. «E' durata poco l'opposizione della Funzione Pubblica al Ministro Brunetta e alle intese per la Pubblica Amministrazione che decisero solo pochi mesi fa irrisori aumenti di 40 euro», si legge in un documento dei Cobas del Pubblico impiego a firma di Federico Giusti. Per i primi di luglio il "patto di base" (Cobas, Sdl e Rdb) ha indetto uno sciopero del Pubblico impiego.
«Sull'accordo non c'è nemmeno l'assenso degli iscritti di Cgil Cisl Uil che hanno conosciuto la piattaforma delle loro organizzazioni meno di una settimana fa, a contratto quasi sottoscritto», continua il testo.
I Cobas criticano l'esiguità dell'aumento contrattuale di 40 euro netti e, soprattutto, «la condivisione della linea Brunetta che eroga soldi alla contrattazione decentrata da dividere solo tra una esigua minoranza di dipendenti
Rinviata al 2010 la decisione capestro sulle progressioni orizzontali, «che saranno meno e per pochi».
Secondo i Cobas, qualche spicciolo in più arriverà alle amministrazioni cosiddette virtuose, «quelle che hanno chiuso la porta ai precari e costruito sistemi di valutazioni iniqui e assolutamente inutili al rilancio dei servizi pubblici».
7 giugno 2009 - Women in the city
Lavoro. Italia. La protesta dei lavoratori e delle lavoratrici della Croce Rossa
per rivendicare il diritto alla stabilizzazione del contratto di lavoro
Non sparate sulla Croce Rossa
di Lisa Castaldo
Roma - Una tenda bianca con lo stemma della Croce Rossa nel centro di Roma, a Piazza Montecitorio, dove il 4 e 5 giugno le lavoratrici e i lavoratori della CRI hanno allestito un presidio per rivendicare il diritto alla stabilizzazione del contratto di lavoro di oltre 2.000 precari che lavorano in Croce Rossa Italiana.
Palazzo Montecitorio era quasi deserto: nelle ore conclusive della campagna elettorale per le elezioni europee non c’era nessuno a cui esporre i problemi dei precari della CRI. La politica era altrove. A seguito della due giorni di sciopero e del presidio davanti al Parlamento, una delegazione di lavoratori è stata poi ricevuta al Ministero della Funzione Pubblica a cui ha consegnato un articolato dossier che espone una realtà ben diversa da quella che Croce Rossa ha comunicato al Ministro Brunetta in occasione del recente monitoraggio sui contratti di lavoro flessibili nell’ambito della Pubblica Amministrazione. Secondo questo dossier, Croce Rossa avrebbe risorse e disponibilità di posti vacanti nell’organico tali da consentire la stabilizzazione degli oltre 2.000 precari a rischio. La Croce Rossa Italiana è la più importante associazione umanitaria del Paese che annovera, in oltre un secolo di storia, una vasta gamma di attività in ambito sanitario e socio-assistenziale a tutela della salute, a sostegno delle persone anziane, diversamente abili, senza fissa dimora, con problemi di tossicodipendenze. Per non parlare dell’insostituibile aiuto offerto alla popolazione civile nelle situazioni di emergenza e grave pericolo di vita, come nell’ultimo terremoto d’Abruzzo dove le volontarie e i volontari della Croce Rossa si sono distinti, come sempre, per professionalità, impegno e dedizione. Una grande associazione, vanto della nazione intera, che opera in Italia e nel Mondo, prestando il proprio aiuto e soccorso nelle principali aree di crisi, grazie all’opera infaticabile di migliaia di persone volontarie e grazie ad altre migliaia di persone che lavorano alle dipendenze di Croce Rossa Italiana. Tra i tanti precari della Pubblica Amministrazione ci sono, infatti, anche 2.000 precari della CRI dei quali, salvo errore, non si è sentito parlare. Precari e precarie che, rendono noto i sindacati, costituiscono circa i 2/3 del personale della CRI e garantiscono con il loro quotidiano lavoro servizi primari di assistenza alla popolazione: 118, pronto soccorso, assistenza alle persone con gravi disabilità, alle persone dializzate e alle persone migranti. Fonti sindacali rivelano che le persone che lavorano per la CRI con contratti precari sono circa 1.984 cui si aggiungono 200 persone provenienti dall’ARES, Azienda Regionale per l’emergenza Sanitaria del Lazio, e altre 300 persone con contratto di lavoro a tempo determinato che fanno parte del corpo militare della Croce Rossa. La Legge Finanziaria del 2008 ha stabilito, tra l’altro, che fosse ammesso alla procedura di stabilizzazione presso le Amministrazioni Pubbliche e gli Enti Pubblici non economici il personale in servizio che avrebbe conseguito i 36 mesi di anzianità in virtù di contratti stipulati con l’amministrazione prima del 28 settembre 2007. Relativamente al caso specifico di Croce Rossa, inoltre, ha previsto che le persone in possesso dei requisiti per la stabilizzazione che non potessero essere stabilizzate per mancanza di disponibilità di posti nell’organico di Croce Rossa, sarebbero state "assorbite" presso gli enti del Servizio Sanitario Nazionale e presso le Regioni. Ma il problema non si pone dal momento che la pianta organica di CRI prevede una dotazione di personale di ben 2.683 persone. Segno inequivocabile che ci sarebbe la possibilità di stabilizzare ben 1.254 precari che già lavorano per CRI. Perché allora CRI vuole stabilizzarne solo 126, se c’è ampia capienza nella dotazione organica certificata? E’ intervenuto il Ministro Brunetta che ha proposto di far stabilizzare queste migliaia di persone non dalla CRI, bensì dalle ASL e dalla Regioni territorialmente competenti. Ma se è vero, come afferma CRI, che non c’è capienza nella dotazione organica per stabilizzare i precari, perché il Commissario Straordinario della CRI Francesco Rocca ha reso noto di voler attuare un ricambio generazionale del personale CRI mediante il reclutamento di nuove unità di personale? Perché si vuole avviare una selezione esterna quando ci sono già migliaia di persone da stabilizzare che, tra l’altro, hanno anche avviato un loro percorso professionale all’interno di CRI ? E le Regioni e le ASL territorialmente competenti cosa dicono?
Women ha incontrato le lavoratrici e i lavoratori della CRI sotto Piazza Montecitorio ed ha raccolto queste testimonianze.
Virginia, 46 anni, vedova 1 figlia a carico, lavora al CEM Centro di Educazione Motoria specializzato nell’assistenza alle persone con gravi disabilità: "Lavoro in Croce Rossa da quasi 3 anni. Prima ho lavorato quasi sempre a nero e tanto come co.co.co. Ho lavorato molto anche con le cooperative sociali, assistenze private agli anziani con patologie gravi: distrofie, morbo di Parkinson, morbo di Alzheimer. Ho 3 anni di contributi della Croce Rossa più un anno di contributi versati. Questo è il primo lavoro che ho trovato dove mi pagano i contributi e l’ho trovato a 43 anni. Ho partecipato ad un bando e sono arrivata quarta, avendo 15 anni di collocamento ed essendo vedova con una figlia a carico. Poi le persone che mi precedevano in graduatoria hanno rinunciato e sono entrata con un contratto a tempo determinato del parastato. Prima di sei mesi rinnovabile di altri sei, poi con un altro contratto a tempo determinato di un anno, rinnovabile per altri due. Lo scorso anno la Croce Rossa ha fatto una selezione di nuovo personale a chiamata nominativa diretta tramite ufficio di collocamento, grazie alla quale hanno fatto entrare i figli dei dipendenti di Croce Rossa. Gli mancava un posto e già allora hanno cercato di mandarmi via per far posto a qualcun altro. Ho dovuto fare la vertenza. Nel CEM il personale amministrativo è quasi tutto di ruolo, mentre i contratti di lavoro precario riguardano quasi tutte le persone che lavorano nei reparti. Siamo circa 139 persone, quasi tutte donne, e solo 19 sono di ruolo. Praticamente siamo tutte precarie, comprese le fisioterapiste. Al CEM gli uomini sono una rarità, 3 o al massimo 4 per reparto. Le scadenze dei contratti sono state tutte allineate al 31 dicembre in concomitanza con la scadenza delle convenzioni. Ci sono persone a cui il contratto è già scaduto il 31 dicembre dell’anno scorso e che stanno lavorando in proroga fino al 31 dicembre prossimo, senza aver firmato nessun contratto. E’ una storia che va avanti da anni. Ci sono persone in queste condizioni anche da 4 o 5 anni. Sono un’Operatrice Socio Sanitaria, ma ho imparato anche qualcosa in più. La persona che ha un handicap è come un bambino piccolo, come una spugna che assorbe tutto. Bisogna trovare la chiave per entrare in contatto con loro e per capire cosa vogliono. Non comunicano con le parole, ti guardano e dallo sguardo o da un movimento che potrebbe anche sembrare casuale, tu devi capire di cosa hanno bisogno. Purtroppo questa è una deformazione del nostro sistema: non c’è la mentalità per capire che i servizi sociali sono un elemento basilare e potrebbero essere il motore che fa girare il mondo. E’ un nostro problema culturale e in questo senso le cooperative, bianche o rosse che siano, non fanno differenza. Stiamo chiedendo una stabilizzazione che è prevista dalle Leggi Finanziarie, ma ci scontriamo con la volontà di non attuarla. Dobbiamo chiederci se questo non sia un inizio di privatizzazione, considerata anche la vicenda Alitalia che, in questo senso, ha spianato la strada con le conseguenze che stiamo vedendo nel modo del lavoro. O forse c’è un disegno per far restare in Croce Rossa solo i volontari e il personale militare e quelle persone che sono più che "coperte" . Purtroppo abbiamo toccato con mano che Croce Rossa non è sempre così umanitaria, ma può essere anche molto clientelare. Mi dispiace perché è il mio posto di lavoro, però io lavoro lì perché ci sono entrata solo con le mie forze. Non sono entrata né per raccomandazione, né per altro. E credo in quello che faccio. Siamo qui perché vogliamo solo un posto di lavoro. Come si può pensare di mandare a casa le persone a 46 o a 50 anni? E sia chiaro che il buco del bilancio che c’è in Croce Rossa - perché è chiaro che se non ci fosse un buco di bilancio Croce Rossa non sarebbe commissariata - non l’hanno certo causato gli stipendi delle lavoratrici e dei lavoratori precari, anche perché noi siamo lavoratori del pubblico impiego, quindi ci paga lo Stato."
Grazia Scroppo, 48 anni, 2 figlie a carico. "In Croce Rossa le persone precarie sono medici, infermieri o, come me, autisti soccorritori. Lavoro in CRI dall’agosto 2006 come autista soccorritrice. Non siamo in molte a fare questo lavoro, siamo 20 circa. Prima che entrassimo noi le donne in Croce Rossa erano solo amministrative, infermiere o medici. Ho iniziato a lavorare in Croce Rossa a seguito della convenzione che Croce Rossa ha stipulato con l’ARES, l’Azienda Regionale per l’Emergenza Sanitaria del Lazio, tre anni fa. In tutto, le persone che provengono dall’ARES come me sono circa 200. Per essere stabilizzati la legge prevede che siano maturati o maturandi 36 mesi di lavoro presso la stessa azienda in virtù di contratti stipulati prima del 28 settembre 2007. Non solo la maggior parte di noi ha già maturato i 36 mesi nella Pubblica Amministrazione, ma ci sono persone che sono precarie del comparto sanitario anche da molto più tempo: 7, 10 anni. Io stessa sono precaria della sanità da 14 anni: prima ho lavorato per l’RMH; poi nel dicembre 2005 sono stata chiamata tramite agenzia interinale come OSS, ossia Operatrice Socio Sanitaria. Poi nell’agosto 2006 sono passata in Croce Rossa. Le persone non sanno che in Croce Rossa il servizio di Emergenza Sanitaria è svolto in buona parte da precari. Eppure i posti vacanti nella pianta organica della Croce Rossa sono 1.254 ai quali poi si aggiungono i posti che diventeranno vacanti da qui alla fine dell’anno per le persone che andranno in pensione. Nonostante questo i vertici di Croce Rossa non vogliono procedere alla stabilizzazione. A sentir loro il problema è legato al rinnovo delle convenzioni. La situazione è molto complessa perché c’è l’ARES, la Croce Rossa, la Regione. La Croce Rossa lavora per l’ARES e per la Regione Lazio attraverso delle convenzioni che prevedono la liquidazione semestrale delle somme per i servizi che vengono erogati. Se non vengono rinnovate le convenzioni la Croce Rossa smetterà di prestare il servizio 118. E’ un problema di accordi e di soldi. Alla base dei problemi che ci sono oggi c’è l’aspetto economico: la Regione Lazio è una delle più indebitate d’Italia. Ma è anche vero che la storia della Croce Rossa è complicata: ci sono molte componenti e in aggiunta, oltre al personale civile, c’è anche il personale militare, ci sono i volontari. E’ chiaro che se i servizi vengono affidati ai volontari il costo diminuisce. Come è chiaro che a Roma vengono affidati servizi in appalto ad aziende esterne perché l’ARES e la Croce Rossa hanno delle carenze di organico. Si stanno facendo molti giochi. Il Governo, la Croce Rossa e la Regione stanno muovendo le fila di questo gioco politico ed economico. Di certo la mancata stabilizzazione dei precari mette a rischio alcuni servizi essenziali sul territorio come il 118, ma non solo. Sono a rischio anche l’assistenza ai malati gravi nei Centri di Educazione Motoria, dove il personale nei reparti è costituito prevalentemente da donne, il trasporto delle persone gravemente disabili o dializzate, l’assistenza alle persone migranti nei Centri di Identificazione e di Espulsione.Vogliamo essere stabilizzati. Conosco bene le persone che lavorano nell’Emergenza Sanitaria: sono tutte formate, preparate, fanno questo lavoro ogni giorno, rischiando la propria stessa vita. Il servizio di Emergenza Sanitaria a Roma deve essere svolto e non capiamo perché non lo possa fare la Croce Rossa che ha le persone, le professionalità e tutti i mezzi per poterlo fare. Chiediamo che le persone che lavorano per la Croce Rossa da molto più dei 36 mesi richiesti dalla legge vengano stabilizzate. Per questo abbiamo chiesto tutti i possibili tavoli di confronto: con il Governo, con la Funzione pubblica, con le OO.SS. Il Ministro Brunetta dovrebbe capire che non può sempre parlare di Pubblica Amministrazione in termini generali senza chiarire di cosa parla. Qui si parla di Emergenza Sanitaria che è un servizio essenziale che viene reso ai cittadini. Mi sembra che poi, al dunque, si vadano sempre a toccare i servizi ai cittadini." .
Massimiliano Gesmini, responsabile dell’RdB nazionale della Croce Rossa Italiana. "Chiediamo la stabilizzazione degli oltre 2.000 precari di Croce Rossa. Ben due finanziarie, quella del 2007 e del 2008, hanno previsto un percorso di stabilizzazione per il personale che avesse un contratto di lavoro da almeno tre anni presso la Pubblica Amministrazione, compreso il personale precario della Croce Rossa. La Croce Rossa è un’associazione dotata di personalità giuridica di diritto pubblico. Quindi al personale civile di ruolo viene applicato il contratto nazionale del lavoro degli Enti Pubblici non economici, quello del cosiddetto parastato. Questo Governo ed i vertici di Croce Rossa non vogliono mutare il contratto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. Stiamo parlando di circa 1.984 precari di Croce Rossa che hanno contratto a tempo determinato, ai quali poi si aggiungono circa 200 persone provenienti dall’ARES, Azienda Regionale per l’Emergenza Sanitaria del Lazio. Dobbiamo poi tener conto che oltre al personale civile con contratto a tempo determinato, c’è anche il personale che fa parte del corpo militare della Croce Rossa e anche in questo caso ci sono circa 300 persone con contratto a tempo determinato. Queste sono le cifre a livello nazionale. La legge Finanziaria 2008 prevede che i precari della Croce Rossa debbano essere stabilizzati nell’ambito della pianta organica di CRI e solo nel caso in cui Croce Rossa non abbia capienza di organico, debbano essere stabilizzati presso gli Enti Locali. Ma è un problema che non si pone perché Croce Rossa ha una disponibilità in pianta organica per stabilizzare ben 1.254 persone. Invece da mesi Croce Rossa continua a ripetere che può stabilizzarne solo 126 perché non c’è disponibilità di organico. E’ un’ipotesi assurda perché i dati confermano che la disponibilità in organico c’è. Tant’è che il Commissario Straordinario ha dichiarato di voler avviare una procedura di selezione del personale. Forse l’obiettivo è di creare un nuovo Sant’Andrea: subappaltare tutti i servizi ospedalieri, dalle prenotazioni al pronto soccorso, e affidarli a cooperative. Soprattutto per quanto riguarda il personale: chi lavora per queste cooperative è sottopagato, se non addirittura pagato a nero, e svolge turni di lavoro massacranti, a volte anche per 8 Euro l’ora. Gli interlocutori fino ad ora sono stati del tutto latitanti. Come anche le ASL e le Regioni, a carico delle quali il Ministro Brunetta vorrebbe far avviare le stabilizzazioni, che non si sono mai palesate in questa vicenda. Abbiamo chiesto di creare un tavolo interistituzionale con tutti i Ministeri competenti: Economia, Difesa, Salute e Funzione Pubblica. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta alla nostra richiesta di incontro. Il rischio è che queste persone vadano a casa, il che significa anche mettere a rischio servizi essenziali per la cittadinanza, riconosciuti come tali anche dalla Commissione di Garanzia della legge sullo sciopero. Stiamo parlando di 118, trasporto infermi, assistenza ai dializzati, ai disabili gravi e ai migranti nei Centri di Identificazione e di Espulsione."
7 giugno 2009 - Il Giorno
«Non smantelliamolo, il Civile diventi un polo sanitario»
Consultorio, ambulatorio per stranieri, assistenza specializzata agli anziani: queste le possibili specialità. L'OSPEDALE DI LEGNANO FRA IL VECCHIO E IL NUOVO INIZIATIVA DEI SINDACATI
di SILVIA VIGNATI
LEGNANO - UNA PROPOSTA di riqualificazione dell'ospedale Civile di Legnano. L'hanno formulata due sigle sindacali: Sdl (Sindacato dei lavoratori) intercategoriale, e Rdb (Rappresentanze di base) Cub. In attesa che il nuovo nosocomio entri a regime, e il "vecchio" (per modo di dire) non venga abbandonato a se stesso. Una riqualificazione affinché «l'interazione dei due ospedali Legnanesi possa rispondere in modo efficace ed efficiente alla domanda di salute, sempre crescente, dei cittadini legnanesi e dell'hinterland». La proposta è stata resa pubblica mercoledì sera alla Sala Ratti. Relatori Alberto Morelli (Sdl), Ornella Cameran, Riccardo Germani e Gianfranco Cattaneo (Rdb). Quattro infermieri professionali del Civile, che ben conoscono il campo. «QUOTIDIANAMENTE affrontiamo una domanda di salute e di prestazioni sanitarie in continuo aumento nella popolazione, in un contesto in cui da un lato gli ospedali vengono qualificati come "strutture per acuti ad alta intensità di cure", con conseguente riduzione di posti letto per la patologia cronico-riabilitativa, e dall'altro non emergono ancora sistematicamente sul territorio soluzioni di degenza alternative, soprattutto per la fascia degli anziani e degli individui affetti da patologie croniche invalidanti - illustrano così la proposta -. Quotidianamente al Civile di Legnano si rivolgono persone di ogni fascia d'età, non solo per beneficiare di una o più prestazioni sanitarie, bensì come punto di riferimento per il soddisfacimento di bisogni, che spesso non è possibile soddisfare. In città la maggior parte dei consultori sono stati chiusi, il Cps (centro psicosociale, ndr) "potrebbe" seguire a breve la stessa sorte, gli anziani e i grandi anziani al proprio domicilio possono beneficiare di un'assistenza integrata "part-time", le strutture di lunga degenza e di riabilitazione distano spesso lontano e sovente sono care e a carico dell'utente. Non esiste sul territorio un ambulatorio infermieristico pubblico per prestazioni sanitarie quali rimozione dei punti di sutura, rinnovo medicazioni, esecuzioni di terapie intramuscolari, sostituzione cateteri vescicali. I cittadini si devono rivolgere alle farmacie, o conoscenti, a personale infermieristico, pagando le prestazioni». LE ORGANIZZAZIONI sindacali ritengono che la struttura del Civile debba e possa trasformarsi in un punto di riferimento vero per i cittadini dell'area del Legnanese. «LA POPOLAZIONE ha bisogno di un Consultorio familiare, di una guardia medica con sala visita preposta, di un centro stomatologico aperto 24/24 ore, di un Ambulatorio stranieri, di un Centro di riabilitazione, di un reparto di lunga degenza, di un percorso psichiatrico per ridurre i ricoveri coatti e di un Centro che accolga tali pazienti, che li riabiliti con attività educative. E poi di un Centro di ascolto per i minori e di un Consultorio femminile, senza tralasciare la diagnostica per immagini pubblica (radiologia, Tac, Rmn), e un Servizio di Farmacia interno/esterno con produzione di prodotti galenici. È necessario il mantenimento pubblico dei servizi tecnico-amministrativi, a supporto/integrazione delle degenze individuate. In questo modo Legnano, attraverso la riqualificazione del Civile e l'apertura del nuovo ospedale per acuti, si trasformerebbe in punto di riferimento sanitario per tutti i cittadini della città e dei paesi limitrofi, garantendo non solo prestazioni d'urgenza e prestazioni in elezione, ma anche una serie di servizi di pubblica utilità, ora assenti o carenti». Vediamo più nel dettaglio il documento. Viene proposto lo spostamento della Guardia medica all'interno dell'ospedale Civile (ora presso la Croce Bianca), con miglioramento della postazione medica attuale: implementazione della sala visita, possibilità di consulenza e invio in Pronto soccorso dei casi gravi, in modo che la percezione dei pazienti/familiari sia quella di luogo di cura e di attenzione verso la persona malata. L'AMBULATORIO infermieristico potrebbe essere aperto tutti i giorni dalle 8 alle 21: oltre ai piccoli interventi sopra descritti, potrebbe ricevere pazienti inviati con prescrizione dal medico di base o pazienti che giungono spontaneamente (pagamento prestazione/ticket. In tali modo si sgrava di lavoro il pronto soccorso; è inoltre ipotizzato l'inserimento di un mediatore culturale. Previsto anche un centro di degenza per malati cronici (malattia di Alzheimer). La creazione di un Centro psicosociale è associata a progetti riabilitativi e attività ludiche: sarà aperto 6 giorni la settimana, dalle 8 alle 20. Tale Centro dovrebbe essere punto di riferimento pazienti e familiari: spesso lasciati soli con il dramma della malattia mentale, quella che ancora suscita così tanta paura, al punto da essere nominata a fatica.
Un referendum cittadino a ottobre per decidere il futuro di via Candiani
LO PROPONE RICCARDO GERMANI DI RDB
LEGNANO - «A OTTOBRE vogliamo lanciare un referendum a Legnano sul futuro del Civile. Andremo quartiere per quartiere per raccogliere i pareri delle persone. Perché dev'essere chiaro che se oggi, in via Candiani, un posto per un anziano ammalato cronico lo si trova comunque, magari fuori reparto, nel nuovo ospedale per acuti non ci saranno letti per casi come il suo». Riccardo Germani, infermiere in Psichiatria al Civile, porta avanti la sua battaglia. Il sindaco Lorenzo Vitali, sul ventilato referendum, si era già espresso in termini chiari: non s'ha da fare e non si farà. «Ai cittadini non viene mai chiesto nulla - replica Germani -. Ma qui si tratta di dismettere un'area importante legata alla loro salute, costruita con la fatica dei nostri padri e il concorso dei Comuni limitrofi. Parliamo di un ospedale di circolo». Alberto Morelli passa buona parte della sua vita al pronto soccorso. «Oggi qui arrivano persone che vogliono curare l'unghia incarnita. Nel nuovo ospedale certa gente non sarà più visitata. Si cureranno solo gli acuti. Dobbiamo preoccuparci allora per tutti gli altri malati. L'Organizzazione mondiale della Sanità parla di salute "intesa anche nei suoi aspetti sociali e psichici". Noi sappiamo che oggi sono in aumento le patologie come l'Alzheimer. Nei Paesi scandinavi hanno creato punti di incontro in cui questi malati svolgono semplici, ma importanti attività: la lettura del giornale, i cruciverba". Ornella Cameran (infermiera in Psichiatria) ha ricordato che un ex "Comitato a difesa del Civile", presieduto da Livio Tamberi, si è inabissato: ora non è più tempo di disinteressarsi. Gianfranco Cattaneo (infermiere in Ortopedia): "Al Civile abbiamo già promosso un referendum sulla riqualificazione del Civile, con dati schiaccianti: su 565 votanti, i sì sono stati 561, i no 4, le schede bianche e nulle 0». Gianni Pagliarini (responsabile nazionale lavoro Partito dei comunisti italiani) è intervenuto alla serata: «Negli anni abbiamo visto un abbondante trasferimento di servizi sanitari dal pubblico al privato: il vostro progetto è in controtendenza, e tutela i posti di lavoro».(S.V.)
6 giugno 2009 - Il Manifesto
DOPO IL TERREMOTO Il governo conferma che non ci saranno soldi, né uomini, né mezzi
Vigili del fuoco nella polvere
Promesse rimangiate. Jiritano (Rdb): «Al G8 non staremo con lo stato»
di Marco Boccitto
Non ce n'è. Il sottosegretario agli Interni, Nitto Francesco Palma, nell'incontro avuto con la Rdb-Cub Pubblico Impiego dei Vigili del fuoco ha ribadito che il governo non manterrà nessuno degli impegni presi: niente soldi per gli uomini, nessun ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature, zero riqualificazione delle carriere. Sparita anche l'indennità di missione che era stata garantita dopo il 6 aprile alle squadre intervenute nel cratere sismico aquilano. Una marcia indietro su tutta la linea che lascia nella polvere «gli angeli del terremoto», celebrati come eroi durante l'emergenza e scaricati subito dopo con il ritiro da parte del governo degli emendamenti dal cosiddetto decreto Abruzzo.
Antonio Jiritano, della direzione nazionale del sindacato di base, non nasconde la sua amarezza: «Da questa politica ci sentiamo sfruttati e umiliati - dice - tanto che viene da chiedersi che senso abbia andare a votare». Qualcuno potrebbe allora chiedersi cosa c'entra Strasburgo. Ma la risposta sta forse nel paragone impietoso tra gli standard europei e le dotazioni, gli organici dei nostri vigili del fuoco. «Abbiamo mezzi a dir poco obsoleti - racconta Jiritano - che vanno a 40 all'ora e spesso si fermano per strada, come è poi successo la notte del 6 aprile. In quell'occasione c'è stato un buco di tre ore che ha impedito un intervento tempestivo delle squadre che venivano da fuori. Basti pensare che l'allertamento nei vari comandi arriva ancora con un fax, che è facilissimo non leggere. Non sono mai stati aggiornati i Dpi (Dispositivi di protezione individuale, ndr), i materiali sono usurati e sul campo vengono mandati precari senza abilitamento. Eppure - prosegue il rappresentante sindacale - in due audizioni alla Camera ci era stato promesso un riallineamento di uomini e mezzi, oltre a una sorta di indennità di rischio. Invece niente. Bloccate le assunzioni, perché Tremonti non avrebbe dato l'ok, spariti i soldi per gli straordinari, cancellati da un'ordinanza del ministero degli Interni. Ci pagheranno solo le prime 4 ore di lavoro straordinario svolto a L'Aquila».
È una bella doccia fredda per gli uomini che nel capoluogo abruzzese sono impegnati giorno e notte, con i turni raddoppiati. «Fanno questo - aggiunge Jiritano - perché sono sicuri che tanto 'sti benedetti pompieri lavoreranno lo stesso. Se la gente ci chiede una mano, saremo sempre pronti a dargliela».
Unica consolazione, in effetti, l'appoggio incondizionato della popolazione. Anche il comunicato di Cgil-Cisl-Uil che nei giorni scorsi annunciava lo stato di agitazione e minacciava lo sciopero, precisava che comunque sarebbe stato garantito «il servizio di soccorso alla cittadinanza che ci apprezza e ci sostiene senza riserve, diversamente da chi ha responsabilità istituzionali». Così il 2 giugno le sirene dei vigili del fuoco hanno fatto sentire il loro urlo «contro la sordità del governo». E per il 30 giugno la Confsal - un sindacato non proprio di estrema sinistra - ha indetto una manifestazione nazionale a L'Aquila, potendo contare sulla «solidarietà che riceveremo da tutta la cittadinanza abruzzese colpita dal sisma».
Jiritano vede nero anche per il futuro, anche perché nel Documento di programmazione finanziaria che verrà presentato in autunno la voce vigili del fuoco semplicemente non esiste. «Non so come potremo affrontare la campagna estiva e gli incendi boschivi - dice - con il 50% degli uomini impegnati a L'Aquila. Nei comandi già ora manca il personale. Sappiamo che ci lasceranno in Abruzzo anche dopo il G8, perché lo stato ha bisogno di far vedere che c'è, senza però fare niente. Ormai stiamo lì a fare le belle statuine: dovremmo occuparci del primo soccorso, che c'entriamo con la ricostruzione?».
E ora? «Organizzeremo manifestazioni sotto le prefetture, oltre a una conferenza stampa a L'Aquila. Con il G8 alle porte ci sarebbe piaciuto rovinargli la festa in qualche modo, tentare qualche forzatura. Vedremo... Sicuramente in quel frangente staremo dall'altra parte, non certo da quella dello Stato».
6 giugno 2009 - Il Gazzettino
San Bortolo, la grana degli "oss"
«In attesa di occupazione, vengono assunti solo in caso di pensionamenti e gravidanze»
di Matteo Crestani
Vicenza - Crisi di operatori socio sanitari al San Bortolo. I così detti Oss sono in calo all’Ulss 6 di Vicenza e l’estate ormai alle porte non fa altro che aggravare la situazione, rendendo praticamente impossibili ferie, riposi settimanali e sostituzioni al di la dell’ordinario turnover per i pensionamenti. La denuncia deriva da Bonifacio Dal Bianco dell’Rdb-Cub. E non si tratta soltanto di parole. Il 29 maggio scorso infatti il sindacato di base vicentino ha proclamato lo stato di agitazione al prefetto Piero Mattei ed al direttore generale dell’Ulss 6 Antonio Alessandri. «Ci troviamo di fronte ad una preoccupante situazione - spiega Dal Bianco - e non possiamo certo restare indifferenti. A più riprese abbiamo chiesto l’interessamento della direzione del San Bortolo, ma non ci sono stati riscontri di sorta. Così il 29 maggio scorso, giusto una settimana fa, abbiamo deciso di proclamare lo stato di agitazione».
La graduatoria per le assunzioni, che avvengono ogni tre mesi e sono per lo più limitate al turnover per i pensionamenti, conta 272 persone in attesa di poter prendere servizio all’ospedale. Per il sindacato una situazione kafkiana: «Gli operatori sociosanitari in attesa di occupazione non mancano - prosegue il sindacalista dell’Rdb-Cub - ma non vengono assunti per i soliti problemi che, a cascata, dalla Regione del Veneto si ripercuotono sulla nostra Ulss. Le sostituzioni del personale Oss, infatti, avvengono soltanto per i pensionamenti e le gravidanze, mentre vengono ignorate del tutto le malattie, anche di lunga durata, gli interventi chirurgici programmati, le aspettative e le dimissioni».
Le conseguenza preoccupano il sindacato autonomo vicentino, che denuncia una grave situazione di violazione dei diritti dei lavoratori: le ferie slittano, i turni diventano sempre più pesanti, al punto da rendere necessari gli straordinari programmati e l’abolizione dei riposi per poter effettuare la programmazione degli orari di servizio, pur tra innumerevoli e comprensibili difficoltà. «Il ruolo sempre più importante degli Oss - sottolinea Dal Bianco - fa sì che la carenza di questa figura professionale determini oggi un particolare disagio in molte delle unità operative del San Bortolo. Attualmente, infatti, al pronto soccorso ci sono cinque operatori sociosanitari e cinque portantini in meno, in ostetricia due Oss assenti per malattia prolungata non sono stati sostituiti. Una carenza cronica va segnalata alle celle mortuarie, carenza legata alla particolare tipologia di lavoro e, infine, nei reparti di Pediatria, Maxillofacciale e Chirurgia». La ricetta dell’Rdb-Cub appare semplice, ma le ristrettezze regionali ne hanno impedito ancora una volta la realizzazione: «Per ovviare alle carenze di Oss - conclude Dal Bianco - sarebbe bastato prevedere assunzioni a tempo determinato nel periodo estivo, per consentire la copertura del turnover fisiologico ed al tempo stesso permettere ai lavoratori di andare in ferie e non rinunciare ai riposi settimanali».
Fabio Raule: «Bene le assunzioni ma il personale chiede di più»
Rovigo - «Siamo favorevoli alla stabilizzazione dei dipendenti precari, ma siamo convinti che bisogna mettere fine a tutte le situazioni di precariato all’interno del comune». Con queste parole Fabio Raule, esponente di Rdb all’interno delle Rsu, commenta la notizia dell’assunzione dei dipendenti a tempo determinato di Palazzo Nodari presentata pochi giorni fa dal vicesindaco Graziano Azzalin.
«Questo - continua Raule - è un progetto che vedrà protagonisti un numero limitato di lavoratori. La nostra assemble invece ha votato all’unanimità un programma per chiedere di più». I punti fondamentali delle richieste sono principalmente tre. «Prima di tutto - sottolinea il sindacalista - vogliamo che dopo le elezioni ma prima del 30 di giugno vengano trasformati tutti i lavoratori part time a tempo pieno, cosa che domandano da molti anni ormai, e poi vogliamo che siano stabilizzati tutti i precari e non soltanto i 20 individuati dai dirigenti. Inoltre chiediamo che vengano previste altrettante progressioni verticali per i dipendenti che da anni continuano di fondo a svolgere di fatto mansioni superiori e hanno arricchito la propria professionalità nonostante la scarsa formazione ricevuta».
Quello che il sindacato intende proporre, si legge nella nota diffusa, è un passo importante verso il riconoscimento e la certificazione qualitative dei servizi erogati dall’ente «che dal nostro punto di vista - conclude Raule - passa necessariamente attraverso l’utilizzo di personale stabile e adeguatamente retribuito eliminando, dunque, qualsiasi futura assunzione per chiamata nominativa. Al bando dunque cococo, lavori interinali e qualsiasi altra forma d’assunzione che non passi attraverso un concorso pubblico».
6 giugno 2009 - Liberazione
Cgil: troppi senza tutele Precari, Il Cavaliere contro Draghi
di Fabio Sebastiani
I precari? Secondo il premier Silvio Berlusconi, quasi non esistono. E i dati di Bankitalia sul milione e mezzo senza sostegno al reddito? Una invenzione del Governatore Mario Draghi. «Non corrisponde alle cose che emergono dalla nostra conoscenza della realtà italiana». E così mentre il Governo "sta pensando" di alzare l'asticella del 20% di indennizzo a chi tra gli atipici perde il lavoro, il drammatico problema degli effetti della crisi su questa categoria di lavoratori rischia di diventare una barzelletta. Complice il clima elettorale, ma anche la sfrontatezza del presidente del Consiglio e del suo compare Maurizio Sacconi (minstro del Lavoro), che ieri ha teorizzato sì un bonus per quei co.co.pro. non riconfermati ma ha dimenticato di dire che in realtà la platea degli interessati sarebbe ristretta ad ammena 120mila persone su un totale di quasi un milione.
«I requisiti di accesso oggi previsti sono troppo alti per le persone che hanno un lavoro discontinuo», si legge in un comunicato della Cgil a firma del segretario nazionale Fulvio Fammoni. «Questo - precisa ancora - vale sia per la disoccupazione ordinaria e straordinaria, sia per i requisiti di accesso alla pur bassissima indennità per i collaboratori».
Ieri un gruppo di precari della Croce Rossa ha consegnato un dossier (redatto da Rdb) a palazzo Chigi da cui risulterebbe che le risorse per la stabilizzazione di 200 precari ci sono.
6 giugno 2009 - Il Mattino
Benevento. «L’ipotesi di spostare il reparto di psichiatria dall’ospedale...
Benevento - «L’ipotesi di spostare il reparto di psichiatria dall’ospedale Rummo di Benevento non ha alcuna motivazione, nè in sede tecnica nè in sede politica. Pertanto resterà dov’è». Lo ha detto il direttore dell’Arsan, Tonino Pedicini, dopo che il presidente della giunta regionale della Campania Antonio Bassolino ha incontrato, giovedì sera a Benevento, un gruppo di pazienti e di familiari che da mesi contestano l’ipotesi. «Lo spostamento del reparto - ha aggiunto Pedicini (in foto con Bassolino) - sarebbe un problema sia per i pazienti che per i loro familiari e su questo sarò determinato». Soddisfatto della posizione assunta da Pedicini si è detto il sindaco Fausto Pepe, presente all’incontro dei pazienti con Bassolino. Grande sollievo per il comitato di protesta, composto da Caritas e Acli, dalle associazioni «Clessidra», «Rete sociale», «È piu bello insieme», «Parliamone», «Vivere dentro», «Giuristi democratici», «Rete Arcobaleno», «Pendolari sanniti», «Luce vera», «Bambino incompreso», e dai sindacati Fesmed, Rdb/Cub, Fsi. «Va dato atto al sindaco Pepe - ha commentato il comitato - di averci aiutato ad ottenere questo risultato avviando atti concreti fin dalla nostra prima conferenza. Ma va riconosciuto anche l'impegno di Aniello Cimitile nel sostenere la nostra causa sensibilizzando i responsabili regionali: e siamo convinti che il presidente della Provincia, appena chiarita la vicenda in cui è stato coinvolto, sarà di nuovo al nostro fianco»
6 giugno 2009 - La Repubblica
La protesta Asili nido, sindacati sul piede di guerra
"Servizio scadente con 500 bambini in più"
Genova - CINQUECENTO bambini in più nei nidi? «Non sulla pelle dei lavoratori né a scapito della qualità del servizio, che non passi da educativo ad assistenziale, entro il 15 luglio valuteremo il piano» attacca Michele Sichenz della Fp-Cgil (che pure ha siglato l´intesa sindacale con gli altri confederali e il Diccap). Ancora più duri, rispetto all´annuncio fatto dalla Vincenzi e dall´assessore Veardo, Rdb e Cobas: «Nessuna intesa».
6 giugno 2009 - Il Centro
I vigili del fuoco: «Siamo stati umiliati dalla politica»
Dal governo arriva la conferma del no ad assunzioni, incentivi e nuovi mezzi
L’AQUILA - Per i vigili del fuoco non ci sono risorse. Anche l’ultimo incontro con il governo non ha portato novità positive. Ieri la rappresentanza di base dei vigili del fuoco (Rdb-Cub Vvf) ha diffuso una nota per dire che «dalla politica arrivano solo umiliazioni».
«Niente soldi per i Vigili del Fuoco, né per gli automezzi e le attrezzature, né per la riqualificazione delle carriere» scrive la Rdb «è questo quanto emerso dall’incontro fra il sottosegretario agli interni, onorevole Nitto Francesco Palma, e la Rdb-Cub pubblico impiego vigili del fuoco. L’amara conferma segue la conversione in legge del decreto "Emergenza Abruzzo" da cui sono stati ritirati gli emendamenti presentati dallo stesso governo che prevedevano risorse per il corpo dei vigili del fuoco. Il sottosegretario ha confermato tutte le nostre preoccupazioni, dovremmo accontentarci di mezzi di soccorso a pezzi, che spesso non superano i 40 chilometri orari, di un organico insufficiente e sotto gli standard europei, di continuare ad essere allertati via fax per la gestione delle emergenze. Per non parlare di un contratto di lavoro che non si può rinnovare, perché il governo non ha soldi; di stipendi che definire esigui è un eufemismo; di nessuna certezza sulla assunzione dei precari; di indennità di missione, promesse durante le prime giornate del sisma, ora sparite dall’agenda del governo. Intanto siamo militarizzati a tal punto che non si riesce nemmeno ad aprire un tavolo negoziale dove discutere dell’organizzazione del soccorso nel paese. Proprio una bella risposta a chi dal 6 aprile è impegnato giorno e notte, con raddoppio dei turni, per la tutela e l’incolumità delle persone in Abruzzo ed in tutto il paese. Dalla politica ci sentiamo solo sfruttati ed umiliati, al punto di domandarci che senso abbia andare a votare» conclude la nota della Rdb-Cub.
6 giugno 2009 - Il Messaggero Veneto
Vigili del fuoco, la trattativa è fallita: «Avremo mezzi di soccorso a pezzi»
Gorizia - Nuove critiche dei vigili del fuoco dopo il fallimento dell’incontro di ieri fra il sottosegretario agli Interni, Nitto Francesco Palma e la Rdb-Cub Pubblico impiego vigili del fuoco, che chiedeva risorse per nuovi mezzi e personale. In una nota fatta pervenire agli organi di informazione, si afferma che «sono state confermate tutte le preoccupazioni e ci si dovrà accontentare di mezzi di soccorso a pezzi e – continua il documento – di un organico insufficiente e sotto gli standard europei». Va ricordato, peraltro, che il 2 giugno il settore Funzione pubblica di Cgil e Cisl aveva proclamato una particolare forma di protesta contro «le mancate promesse del governo Berlusconi», accendendo le loro sirene in tutti i comandi d’Italia, comando provinciale di Gorizia compreso. Anche il corpo locale dei vigili del fuoco, infatti, ha più volte lamentato le pesanti problematiche che rendono più difficile l’attività, tenendo presente il delicatissimo compito di cui sono investiti questi professionisti dell’emergenza. Va ricordato, infatti, che i vigili del fuoco intervengono nelle più svariate situazioni e anche nell’Isontino si sono sempre distinti per la grande perizia con cui affrontano, sempre, le situazioni più critiche. Ciò nonostante le carenze di personale e di fondi che anche a Gorizia ha creato, spesso, problemi rilevanti. Ci sono stati anche periodi in cui si doveva centellinare il rifornimento di carburante perché c’erano stati tagli anche in questo campo. La situazione sembra oggi aver raggiunto il limite di saturazione e, per questo, i vigili del fuoco sono entrati in agitazione sperando di riuscire a sensibilizzare le autorità competenti.(p.a.)
6 giugno 2009 - Il Messaggero
All’Aquila li chiamano "angeli" o "eroi"...
L’AQUILA - All’Aquila li chiamano "angeli" o "eroi". E forse è proprio per questo che i vigili del fuoco hanno scelto il capoluogo di regione, devastato dal sisma, per lanciare un messaggio carico di rabbia. «Si ricordano di noi solo quando ci sono le grandi emergenze» dicono. L’appuntamento è per il prossimo 30 giugno, quando il sindacato maggioritario di categoria, la federazione Confsal, ha proclamato una protesta in città e uno sciopero nazionale. «La decisione di spostare la manifestazione all’Aquila - spiega Franco Giancarlo, segretario nazionale - è maturata dopo il ritiro degli emendamenti in favore del Corpo presentati dal Governo e dalla convinzione della solidarietà che riceveremo dalla cittadinanza abruzzese». I vigili lamentano gravi problemi di carenza d’organico, di mancanza di risorse economiche, di adeguamento di mezzi e dispositivi di protezione individuale, di pagamenti arretrati. «Preoccupazioni confermate dal sottosegretario agli Interni, Francesco Nitto Palma - dice il sindacato RdB-Cub Pubblico impiego - il quale ci ha detto che non ci saranno risorse per i vigili in Abruzzo». Un altro fronte caldo è quello della scuola. Ieri le segreterie regionali dei sindacati abruzzesi hanno protestato, nel corso di un sit-in a Colle Sapone, contro il taglio, confermato anche dopo il terremoto, di 1.100 insegnanti e 400 unità del personale tecnico, amministrativo e ausiliario. «Il taglio è pesantissimo - dicono i sindacati -: aumenta il numero degli alunni per classe, diminuisce il tempo scuola, sopprime classi delle aree interne e montane e limita l’offerta formativa». Infine ,anche la Cgil scende in campo per modificare il decreto sul sisma. È in programma lunedì pomeriggio, alle 16.30, nel parcheggio del centro commerciale "L’Aquilone", un confronto con i cittadini. «Ci sono risorse importanti da far arrivare - ha detto Sandro Giovarruscio - come quelle dell’Unione europea previste in caso di catastrofi naturali». Tra le priorità, secondo il sindacato, c’è l’istituzione di una tassa di scopo.(S.Das.)
5 giugno 2009 - Ansa
CROCE ROSSA: RDB-CUB, RISORSE PER STABILIZZARE PRECARI CI SONO
(ANSA) - ROMA, 5 GIU - Una delegazione RdB ha consegnato stamani al Ministero della Funzione Pubblica un dossier per evidenziare che, «contrariamente a quanto affermato dalla Croce Rossa in occasione del monitoraggio promosso dal ministro Brunetta, esistono nell'Ente risorse e disponibilità di posti vacanti in organico tali da consentire la stabilizzazione degli oltre 2.000 precari». Lo rende noto lo stesso sindacato. L'incontro al Ministero è avvenuto nell'ambito dello sciopero di tutto il personale precario e di ruolo della Croce Rossa Italiana, proclamato per ieri ed oggi dalla RdB-Cub con presidio dei lavoratori davanti al Parlamento. La delegazione sindacale ha sollecitato la convocazione da parte della Presidenza del Consiglio di un tavolo istituzionale con tutti i Ministeri competenti, la Cri e gli Enti locali, per definire risorse e strumenti concreti atti a definire la stabilizzazione di tutti lavoratori precari. «Nonostante la disponibilità dimostrata ad approfondire le questioni poste, i lavoratori e la RdB-CUB - si legge in una nota - hanno deciso di continuare la mobilitazione, che vedrà assemblee in tutte le regioni ed ulteriori iniziative di piazza, fino a quando non verrà convocato il tavolo richiesto e non saranno adottate le soluzioni necessarie».
5 giugno 2009 - Il Sole 24 Ore/Radiocor
TERREMOTO: PALMA(INTERNI) A SINDACATO, NO RISORSE PER VIGILI DEL FUOCO
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 05 giu - Niente risorse per i vigili del fuoco impegnati in Abruzzo, nè per gli automezzi e le attrezzature. Lo ha riferito il sottosegretario agli Interni Francesco Nitto Palma alla RdB-Cub Pubblico impiego vigili del fuoco, durante l'incontro di ieri. Secondo quanto riporta il sindacato, «Il sottosegretario ha confermato tutte le preoccupazioni» emerse dopo che dal decreto legge per la ricostruzione erano stati tolti gli emendamenti che aumentavano le risorse a favore dei vigili del fuoco. «Dovremmo accontentarci di mezzi di soccorso a pezzi - si legge in una nota - che spesso non superano i 40 chilometri orari, di un organico insufficiente e sotto gli standard europei, di continuare ad essere allertati via fax per la gestione delle emergenze. Per non parlare di stipendi che definire esigui è un eufemismo, di nessuna certezza sull'assunzione dei precari; di indennità di missione, promesse durante le prime giornate del sisma, ora sparite dall'agenda del Governo. Proprio una bella risposta a chi dal 6 aprile è impegnato giorno e notte, con raddoppio dei turni, per la tutela e l'incolumità delle persone in Abruzzo».
5 giugno 2009 - Iris
PRECARI: SCIOPERO CRI, RDB-CUB CONSEGNA DOSSIER SU SITUAZIONE ENTE
(IRIS) - ROMA, 5 GIU - A seguito della due giorni di sciopero di tutto il personale precario e di ruolo della Croce Rossa Italiana, proclamato per ieri ed oggi dalla RdB-Cub con presidio dei lavoratori davanti al Parlamento, questa mattina una delegazione RdB ha consegnato al Ministero della Funzione Pubblica un dossier per evidenziare che, contrariamente a quanto affermato dalla Cri in occasione del monitoraggio promosso dal Ministro Brunetta, esistono nell'Ente risorse e disponibilità di posti vacanti in organico tali da consentire la stabilizzazione degli oltre 2.000 precari. Nel corso dell'incontro alla Funzione Pubblica la delegazione sindacale ha sollecitato la convocazione da parte della Presidenza del Consiglio di un tavolo istituzionale con tutti i Ministeri competenti, la Cri e gli Enti locali, per definire risorse e strumenti concreti atti a definire la stabilizzazione di tutti lavoratori precari. Nonostante la disponibilità dimostrata ad approfondire le questioni poste, i lavoratori e la RdB-Cub hanno deciso di continuare la mobilitazione, che vedrà assemblee in tutte le regioni e ulteriori iniziative di piazza, fino a quando non verrà convocato il tavolo richiesto e non sarano adottate le soluzioni necessarie.
5 giugno 2009 - IMG Press
VIGILI DEL FUOCO: PALMA CONFERMA, NIENTE RISORSE PER MEZZI E LAVORATORI
Società & sicurezza(05/06/2009) - Niente soldi per i Vigili del Fuoco, né per gli automezzi e le attrezzature, né per la riqualificazione delle carriere. E' quanto è emerso dall'incontro che si è svolto ieri fra il Sottosegretario agli Interni, On. Nitto Francesco Palma, e la RdB-CUB Pubblico Impiego Vigili del Fuoco. L'amara conferma segue la conversione in legge del decreto "emergenza Abruzzo" (28 aprile 2009, n. 39), da cui sono stati ritirati gli emendamenti presentati dallo stesso governo che prevedevano risorse per il Corpo dei VV.F. "Il Sottosegretario ha confermato tutte le nostre preoccupazioni", riferisce Antonio Jiritano, della Direzione nazionale RdB-CUB P.I. "Dovremmo accontentarci di mezzi di soccorso a pezzi, che spesso non superano i 40 Km orari, di un organico insufficiente e sotto gli standard europei, di continuare ad essere allertati via fax per la gestione delle emergenze. Per non parlare di un Contratto di lavoro che non si può rinnovare, perché il governo non ha soldi; di stipendi che definire esigui è un eufemismo; di nessuna certezza sulla assunzione dei precari; di indennità di missione, promesse durante le prime giornate del sisma, ora sparite dall'agenda del governo. Intanto - aggiunge Jiritano - siamo militarizzati a tal punto che non si riesce nemmeno ad aprire un tavolo negoziale dove discutere dell'organizzazione del soccorso nel paese. Proprio una bella risposta a chi dal 6 aprile è impegnato giorno e notte, con raddoppio dei turni, per la tutela e l'incolumità delle persone in Abruzzo ed in tutto il paese. Dalla politica ci sentiamo solo sfruttati ed umiliati, al punto di domandarci che senso abbia andare a votare", conclude amaramente il dirigente RdB-CUB.
5 giugno 2009 - Primadanoi
Vigili del fuoco: Palma conferma:«niente risorse per mezzi e lavoratori»
ABRUZZO. Niente soldi per i Vigili del Fuoco, né per gli automezzi e le attrezzature, né per la riqualificazione delle carriere. Da qualche giorno i vigili del fuoco erano sul piede di guerra per la mancanza di risorse e il costante impegno profuso (nonostante mille difficoltà) nell’emergenza del terremoto. Quelle che arrivano oggi, però, non sono buone notizie. I soldi per i vigili del fuoco non ci sono: è quanto è emerso dall'incontro che si è svolto ieri fra il sottosegretario agli Interni, Nitto Francesco Palma, e la RdB-CUB Pubblico Impiego Vigili del Fuoco. L'amara conferma segue la conversione in legge del decreto "emergenza Abruzzo" (28 aprile 2009, n. 39), da cui sono stati ritirati gli emendamenti presentati dallo stesso governo che prevedevano risorse per il Corpo dei VV.F. «Il sottosegretario ha confermato tutte le nostre preoccupazioni», riferisce Antonio Jiritano, della Direzione nazionale RdB-CUB P.I. «Dovremmo accontentarci di mezzi di soccorso a pezzi, che spesso non superano i 40 Km orari, di un organico insufficiente e sotto gli standard europei, di continuare ad essere allertati via fax per la gestione delle emergenze. Per non parlare di un Contratto di lavoro che non si può rinnovare, perché il governo non ha soldi; di stipendi che definire esigui è un eufemismo; di nessuna certezza sulla assunzione dei precari; di indennità di missione, promesse durante le prime giornate del sisma, ora sparite dall'agenda del governo. Intanto - aggiunge Jiritano - siamo militarizzati a tal punto che non si riesce nemmeno ad aprire un tavolo negoziale dove discutere dell'organizzazione del soccorso nel paese». «Proprio una bella risposta a chi dal 6 aprile è impegnato giorno e notte, con raddoppio dei turni, per la tutela e l'incolumità delle persone in Abruzzo ed in tutto il paese. Dalla politica ci sentiamo solo sfruttati ed umiliati, al punto di domandarci che senso abbia andare a votare», conclude amaramente il dirigente RdB-CUB.
5 giugno 2009 - Il Manifesto
CROCE ROSSA
Braccia incrociate per i diritti dei precari
Le sirene della Croce Rossa Italiana lanciano un Sos. Due giorni di sciopero (ieri e oggi) per i dipendenti della Cri: si fermano per chiedere la stabilizzazione degli oltre 2000 precari: i due terzi degli impiegati dell'Ente. I lavoratori con contratti a tempo determinato svolgono servizi come il trasporto degli infermi, il pronto soccorso (118), l'assistenza ai disabili attraverso i Cem (Centri educazione motoria) e agli immigrati nei Cie. «Questi servizi saranno a corto di personale - dicono
i dipendenti - e alcuni come la lunga degenza ai disabili nei Cem e il 118 rischiano la chiusura». I lavoratori accusano l'ente e il governo
di non attuare i percorsi di stabilizzazione dei precari fissati dalle finanziarie 2007 e 2008. Nei due giorni di protesta le Rdb, in una tenda in piazza Montecitorio che simboleggia l'emergenza del precariato, raccolgono firme a sostegno dei dipendenti della Cri.gi.tor.
5 giugno 2009 - La Repubblica
Le educatrici tornano in piazza "No ai tagli dei nidi comunali"
di PAOLA COPPOLA
Roma - Una battaglia per i bambini. Per la qualità del servizio pubblico. Le educatrici dei nidi comunali tornano in strada. Riprendono lo stato di agitazione. Alzano la voce, perché, dicono, dopo lo sciopero del 18 maggio e gli impegni assunti dal consiglio comunale è caduto il silenzio. Peggio: i piani dell´assessore alla Scuola, Laura Marsilio, vanno nella direzione opposta. Nessun reintegro del personale, ma un taglio nell´orario di apertura dei nidi.
Mentre le educatrici attendono una risposta, il tavolo tecnico coi sindacati, che si riunirà dopo le elezioni, si prepara a discutere la proposta di ridurre le fasce orarie dei nidi.
Una decisione che «creerà un grave disagio alle famiglie», avverte Caterina Fida, educatrice da 25 anni e rappresentante di Rdb-Cub con delega ai nidi. Ecco perché, chiarisce, dopo una pausa le educatrici hanno deciso di ricominciare a protestare.
«Si tratta di fare una battaglia di civiltà», continua Fida. «Proseguiamo lo stato di agitazione per mantenere alto il livello di attenzione sui problemi dei nidi pubblici: famiglie e cittadini devono sapere che sta accadendo, nei prossimi giorni organizzeremo anche presidi e volantinaggi».
Ieri all´assessorato alle Politiche educative e scolastiche si sono date appuntamento in 200 per discutere come fare a ridare qualità al servizio pubblico. Presto ci sarà anche un presidio permanente a via Capitan Bavastro per dare visibilità alla mobilitazione.
Questo finché - dicono le educatrici - le loro richieste non troveranno un interlocutore reale. Chiedono il ripristino dell´unità lavorativa che è stata tolta a settembre scorso, il mantenimento del rapporto di uno a 6 tra educatrici e bambini, l´avvio del corso concorso. Invece il progetto di ridurre la fascia oraria degli asili pubblici, che potrebbe essere attuato già a partire dal prossimo anno scolastico, farà sì - continua Fida - «che solo 18 asili sarebbero aperti dalle 7 alle 18, ovvero neanche uno per municipio, motivo in più perché vengano meno gli impegni presi, cioè non reintegrare il personale e alimentare la fuga delle famiglie verso le strutture private che hanno orari più comodi». Le tre fasce orarie (oltre a quella dalle 7 alle 18, quella dalle 7,30 alle 17 per altri 40 e dalle 8 alle 16,30 per 130 strutture) potrebbe far venire meno la necessità di integrare l´organico. Una "razionalizzazione" che non piace alle educatrici che già oggi, proprio per la carenza di personale, lamentano di non riuscire ad avere un ruolo oltre la sorveglianza dei piccoli.
5 giugno 2009 - Il Piccolo
DOPO L’ANNUNCIO DELLA SOPPRESSIONE DELLA 49 E DI ALTRI COLLEGAMENTI ALLA DOMENICA
Tagli alle linee dei bus, sindacati in allarme
Sei sigle nettamente contrarie al progetto. Forti perplessità della maggioranza alla Provincia
Trieste - Raccolte di firme tra i cittadini, manifestazioni di protesta e scioperi. Sono pronti ad attuarli i sindacati per fermare quelle che Trieste Trasporti e amministrazione provinciale hanno presentato come «modifiche ad alcune linee del servizio estivo». «È in realtà un piano scriteriato e sconsiderato - ha accusato ieri Willy Puglia, delle RdB - che sopprime sette linee, taglia 51 mila chilometri di percorrenza, riduce la frequenza delle corse, crea disagi ai cittadini e gravi stress agli autisti».
Tutte e sei le sigle sindacali (oltre alle RdB, Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Faisa) ieri hanno espresso netta contrarietà al progetto, che partirà il 14 giugno, nel corso della convocazione della Conferenza dei capigruppo e della Commissione trasporti a Palazzo Galatti.
Era stato l’assessore provinciale ai Trasporti Vittorio Zollia, assieme ai vertice di Trieste Trasporti, a presentare la settimana scorsa le modifiche che prevedeno tra l’altro la soppressione della linea 49, e nei giorni festivi anche delle linee 34, 17, 18, 16, 13 e 28. «Sono modifiche - ha affermato Zollia - che uniscono l’esigenza di un’indispensabile contrazione chilometrica e il superamento di alcune criticità a tutela dell’utenza».
Com’è stato illustrato ieri mattina dai vertici di Trieste Trasporti, nel corso della stagione invernale, soprattutto a causa di servizi aggiuntivi forniti alle scuole, all’università, alla Sissa e ad altre istituzioni pubbliche, sono stati percorsi 168 mila chilometri in più rispetto a quelli previsti del contratto, che ora devono essere recuperati con queste modifiche.
Contro questo metodo si è scagliato Fabio Scoccimarro, consigliere del Pdl ed ex presidente della Provincia. «Mentre fino a tre anni fa - ha affermato - non esitavamo a porre mano al portafogli per assicurare ai triestini un servizio efficiente, adesso si compiono scelte ritenute sbagliate da tutte le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori. Il dato peggiore però - ha aggiunto Scoccimarro - è rappresentato dalla rinuncia a esercitare efficacemente una delle poche deleghe pesanti di pertinenza della Provincia».
In base alla delega di controllo che l’amministrazione detiene, le RdB invitano addirittura la Provincia a togliere a Trieste Trasporti l’intero appalto per il traporto pubblico urbano.
Ma forti perplessità vengono anche dalla stessa maggioranza di centrosinistra in Provincia. Le critiche di Carla Melli (Verdi) si dirigono verso Trieste Trasporti: «I dipendenti non sono stati in alcun modo ascoltati e coinvolti in questo progetto. È vero che il chilometraggio in più esiste, ma il suo recupero non deve incidere sulle condizioni di lavoro e sul servizio alla cittadinanza. Approfondiremo la questione con l’assessore Zollia».(s.m.)
5 giugno 2009 - Dazebao
L’Istat abolisce il servizio delle statistiche giudiziarie
di Giovanni Mazzamati
ROMA – La Giustizia in Italia non funziona, questo lo sanno tutti. Politici, amministratori, addetti ai lavori e non, offrono la loro soluzione, convinti non solo che sia la migliore, ma che sia l’unica praticabile. Così si salta alle conclusioni dedicando poca attenzione all’analisi del problema. Nel caso della Giustizia, per esempio, tutti protestano per la lunghezza dei processi, ma bisognerebbe conoscere come si accumulano questi ritardi, per colpa di chi o di cosa; per farlo, però, è necessario affidarsi alle statistiche, ma da qualche giorno non è più possibile farlo. Con una delibera del tutto inaspettata, l’Istat ha deciso di abolire il Servizio delle Statistiche Giudiziarie, attivo addirittura dal 1938. Invece di potenziare un servizio utile soprattutto ora che il Guardasigilli Alfano si è impegnato pubblicamente a rivoluzionare il mondo della giustizia in Italia, lo si chiude, disperdendo i dipendenti del quel settore in tre altre direzioni. Certo le statistiche raccolte in questi anni non hanno aiutato granché nella comprensione delle difficoltà, ma molto è dipeso da una disfunzione dell’Istat. L’istituto di via Balbo, infatti, inviava annualmente dei questionari alle cancellerie dei tribunali, le quali erano obbligate a compilarli e a restituirli; all’Istat restava l’obbligo di infliggere delle sanzioni pecuniarie a coloro i quali non vi avessero provveduto. Ma a fronte dei tantissimi questionari rimasti senza risposta nessun provvedimento è mai stato emesso, con il risultato che i dati analizzati risultavano essere pochi e scarsamente adiacenti alla realtà, quindi di poco aiuto alla comprensione dei problemi della giustizia italiana. Con questa decisione l’Istat invece di cercare di potenziare una struttura importante ha scelto di andare nella direzione opposta, tagliandola. "Il provvedimento con il quale l’Istat, alla vigilia della presentazione del Rapporto 2009, ha formalmente soppresso il Servizio delle Statistiche Giudiziarie appare sconcertante", commenta Rocco Tritto, segretario nazionale Usi/Rdb-Ricerca. "L’inopinata decisione è stata presa nonostante una relazione del presidente Biggeri del 24 novembre 2008, nella quale si parlava, invece, della necessità di rilanciare il Servizio, ma evidentemente si ritiene che la statistica debba tacere sulla profonda crisi della Giustizia in Italia". L’Usi/Rdb-Ricerca ha richiesto che della questione si occupino il Ministro della Giustizia, il Csm e l’Associazione Nazionale Magistrati, per via del fatto che la loro attività non possono prescindere dall’esistenza di adeguati e seri strumenti statistici. Anche all’interno dell’Istat il sindacato è pronto a dare battaglia, essendo disposto a richiedere un incontro con il Presidente. Biggeri, però, ha terminato il proprio mandato il 1 giugno e, poiché è stato posto alla guida dell’istituto di via Balbo per due volte consecutive (nel 2001 con nomina di Amato e nel 2005 per volontà dell’Esecutivo Berlusconi) si è in attesa che il Governo nomini il suo successore.
5 giugno 2009 - Il Tirreno
Fischi e cori di protesta contro il ministro
CAPANNORI Manifestazione davanti al Comune
di Nadia Davini
CAPANNORI - Sindacati uniti contro la politica di Brunetta nei confronti dei lavoratori pubblici.
Potrebbe essere questo lo slogan di quello che è successo a Capannori, quando 400 lavoratori si sono ritrovati in piazza Aldo Moro (di fronte alla sede del comune) per contestare, con un presidio pubblico, Renato Brunetta, ministro della pubblica amministrazione, presente a Capannori (alla la Madonnina) per sostenere il candidato sindaco del centrodestra, nonché collega di partito, Lorenzo Matteucci.
Arriva Brunetta e i sindacati insorgono. Infatti, per la prima volta da quando Cisl e Uil hanno firmato l’accordo separato con il governo per il contratto nazionale di lavoro, le segreterie provinciali dei tre sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil, hanno indetto unitariamente l’assemblea pubblica in piazza, manifestando e gridando forte tutto il proprio dissenso verso "una politica discriminatoria e demagogica, che va avanti con trovate a volte ridicole, altre volte sconcertanti e altre ancora vessatorie". Presenti anche i rappresentanti sindacali di base (Rdb) con le proprie bandiere che hanno riempito la piazza insieme a quelle degli altri sindacati. Cori e slogan sono stati intonati lungo tutto il presidio, mentre striscioni e cartelloni (il più gettonato è quello con la foto di Brunetta che, durante un’assemblea di Confindustria, invece di stare attento, dorme) sono stati esposti in bella vista e portati dentro la sede dell’incontro elettorale, dove era presente il ministro. E le posizioni dei dipendenti pubblici non lasciano dubbi: «Non siamo d’accordo con i trattamenti indifferenziati per le malattie, con le misure che penalizzano soprattutto chi è in difficoltà, chi è donna, chi è precario e con chi ci considera dei privilegiati con stipendi di 1.200 euro al mese», spiegano alcuni lavoratori del tribunale, del comune di Capannori e dei vigili del fuoco. «Non è certamente con le faccine dei buoni e dei cattivi e con il drenaggio delle risorse che si dà efficienza alla pubblica amministrazione. Tantomeno con l’adozione di assurde, e offensive, forme di partecipazione alla vita lavorativa (previste nell’ultima circolare della presidenza del Consiglio dei ministri, dipartimento Funzione pubblica ndr) come il telelavoro, rivolto a coloro che, a causa di gravi patologie, sono sottoposti a terapie salvavita».
«Purtroppo - spiega Marcello Massei, funzione pubblica Cgil -, non ci è stato possibile, stante il divieto della questura, spostare la protesta di fronte alla sede dove c’era Brunetta. Qui, tuttavia, gruppi di lavoratrici e lavoratori si sono recati autonomamente per rendere visibile la loro rabbia». Così, al grido "Noi non siamo dei fannulloni!" e sotto una pioggia di fischi, un gruppo consistente di lavoratori pubblici ha accompagnato il ministro nel corso di una breve "passeggiata", dall’uscita del luogo d’incontro all’auto di servizio. «Non abbiamo bisogno di demagogia - affermano arrabbiati alcuni dipendenti dell’Agenzia dell’entrate e dell’Inps -. Vogliamo poterci confrontare ed essere rappresentati, abbiamo proposte e idee, chiediamo interlocutori credibili».
5 giugno 2009 - Il Gazzettino
Irregolari e salute, 500 in piazza
Manifestazione contro la chiusura dell’ambulatorio che cura i clandestini
Pordenone - "La pelle ha tanti colori, ma il sangue ne ha uno solo", "Il razzismo è un virus mortale", "Siamo tutti clandestini": sono soltanto alcuni degli slogan portati in piazza ieri e successivamente in corteo sino all’ospedale, durante la manifestazione contro la chiusura dell’ambulatorio per la cura dei clandestini e, in generale, contro il razzismo che pervade le iniziative di tenti politici nostrani. Oltre 500 persone, provenienti anche da Udine, Trieste e Gorizia, armate di striscioni e bandiere, si sono così ritrovate in piazza, sul Noncello per dire "no" a un’ingiustizia: «Quella che nega il diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della costituzione. La salute è un diritto di tutti - ha detto uno degli intervenuti - di chi è ricco e di chi è povero, di chi è bianco e di chi non lo è, di chi ha il permesso di soggiorno e di chi non ce l’ha». Al presidio (promosso dalla Rete dei diritti di cittadinanza Fvg, dal centro Balducci, dall’Acli, Rdb cub, Associazioni immigrati di Pordenone, Donne in nero-Ud, i sindacati Cgil, Cisl e Uil, in collaborazione con i circoli Zapata, Merlin, Noi non segnaliamo, Pd, Rc e Sinistra e libertà) si sono susseguiti numerosi interventi, sotto l’occhio vigile di un vero e proprio schieramento di forze dell’ordine ed è stata annunciata la manifestazione regionale che si terrà il 27 giugno a Trieste. «Una protesta contro tutte le leggi e i provvedimenti regionali - ha spiegato Michele Negro di Rc - che discriminano gli immigrati negando loro persino l’accesso, se non risiedono qui da 15 anni, al bonus bebè». Poi Negro ha puntato il dito contro la politica della menzogna e della paura, che sta terrorizzando gli irregolari e creando pregiudizi. «Il decreto sicurezza non è ancora in vigore, vige l’articolo 35 del Testo unico che non prevede l’obbligo di segnalare i clandestini, l’ambulatorio di Pordenone è ancora aperto, ma non ci viene più nessuno - ha detto il medico Salvatore Di Giacomo -: è passato il messaggio della paura». La Lega, l’assessore Kosic, i Narduzzi e i vari Bortolotti, ha aggiunto Negro, «raccontano bugie, pur sapendo che l’articolo 35 resterà in vigore anche dopo il varo del decreto. Ma chi è ’sto Bortolotti? Il difensore della legalità che poi evade le tasse per 75 mila euro, tant’è che la sua indennità di sindaco (di Azzano Decimo, ndr) gli è stata pignorata». L’ultimo intervento e stato di Pierluigi Di Piazza, del Centro Balducci che ha sottolineato le contraddizioni delle nostra società: la burocrazia li fa restare troppo a lungo irregolari, oppure non si ha il coraggio nè di assumerli nè di espellerli. E al contempo manca il dialogo e la cooperazione».(A.S.)
5 giugno 2009 - Leggimi
La protesta dei Vigili del Fuoco:
tredici miliardi per un cacciabombardiere, per i pompieri niente
"Tredici miliardi di euro per acquistare 131 caccia bombardieri F - 35! Una bella cifra! Pensare che a noi bastavano 8 milioni di euro, questa la cifra nel decreto Abruzzo bocciato giorni fa, da destinare ai Vigili del Fuoco per nuove assunzioni e ammodernamento dei mezzi di colonna mobile." E' la denuncia dei vigili del fuoco che in una nota sottolineano la mancata volontà del Governo di destinare al corpo le adeguate risorse. "Con la cifra che si spende per uno solo di quei caccia (circa 100 milioni di euro) si risolverebbe il buco di bilancio di tutto il Corpo Nazionale. Si pensi che per la ricostruzione dell'Abruzzo si pensa ad uno stanziamento di 8 miliardi di euro, insufficienti, se cerca di tagliare su tutto per riuscire a far quadrare i bilanci, ma per acquistare i lucenti e potenti F - 35 non si guarda in faccia alla crisi. Vediamo già volteggiare gli affascinanti bombardieri sopra l'Aquila, portare con il rombo dei propri motori coraggio alla popolazione, vediamo già gli F - 35 fronteggiare gli incendi di bosco a suon di bombe! Quando il cittadino chiamerà i Pompieri perché gli và a fuoco l'abitazione, manderemo un bombardiere a risolvere definitivamente il problema." "Questo Governo - continua la nota - ha proprio centrato le priorità del Paese, tutti Noi temevamo una guerra imminente ed avere un Aeronautica potente ci farà dormire più tranquilli, non importa se nel frattempo i Vigili del Fuoco non avranno più i soldi per la benzina o per la formazione, non importa che ci saranno sempre meno mezzi e uomini a tutela dell'incolumità della popolazione, non importa che metà degli elicotteri dei Vigili del Fuoco siano a terra per manutenzione e riparazioni, tanto dall'alto dei cieli ci sono gli F - 35 che ci proteggono! Questo Governo ha tradito gli impegni presi dal Ministro dell'Interno, ha tradito tutti Noi, sia come Vigili del Fuoco che come Cittadini." "Niente soldi per i Vigili del Fuoco, né per gli automezzi e le attrezzature, né per la riqualificazione delle carriere. E' quanto è emerso dall'incontro che si è svolto ieri fra il Sottosegretario agli Interni, On. Nitto Francesco Palma, e la RdB-CUB Pubblico Impiego Vigili del Fuoco. L'amara conferma segue la conversione in legge del decreto "emergenza Abruzzo" (28 aprile 2009, n. 39), da cui sono stati ritirati gli emendamenti presentati dallo stesso governo che prevedevano risorse per il Corpo dei VV.F.
"Il Sottosegretario ha confermato tutte le nostre preoccupazioni", riferisce Antonio Jiritano, della Direzione nazionale RdB-CUB P.I. "Dovremmo accontentarci di mezzi di soccorso a pezzi, che spesso non superano i 40 Km orari, di un organico insufficiente e sotto gli standard europei, di continuare ad essere allertati via fax per la gestione delle emergenze. Per non parlare di un Contratto di lavoro che non si può rinnovare, perché il governo non ha soldi; di stipendi che definire esigui è un eufemismo; di nessuna certezza sulla assunzione dei precari; di indennità di missione, promesse durante le prime giornate del sisma, ora sparite dall'agenda del governo. Intanto - aggiunge Jiritano - siamo militarizzati a tal punto che non si riesce nemmeno ad aprire un tavolo negoziale dove discutere dell'organizzazione del soccorso nel paese". "Proprio una bella risposta a chi dal 6 aprile è impegnato giorno e notte, con raddoppio dei turni, per la tutela e l'incolumità delle persone in Abruzzo ed in tutto il paese. Dalla politica ci sentiamo solo sfruttati ed umiliati, al punto di domandarci che senso abbia andare a votare", conclude amaramente il dirigente RdB-CUB."
5 giugno 2009 - Caserta24Ore
Tredici miliardi di euro per acquistare 131 caccia bombardieri F - 35!
Per i Pompieri non ci sono i soldi, per le armi SI! Tredici miliardi di euro per acquistare 131 caccia bombardieri F - 35! Una bella cifra! Pensare che a noi bastavano 8 milioni di euro, questa la cifra nel decreto Abruzzo bocciato giorni fa, da destinare ai Vigili del Fuoco per nuove assunzioni e ammodernamento dei mezzi di colonna mobile. Con la cifra che si spende per uno solo di quei caccia (circa 100 milioni di euro) si risolverebbe il buco di bilancio di tutto il Corpo Nazionale. Si pensi che per la ricostruzione dell’Abruzzo si pensa ad uno stanziamento di 8 miliardi di euro, insufficienti, se cerca di tagliare su tutto per riuscire a far quadrare i bilanci, ma per acquistare i lucenti e potenti F - 35 non si guarda in faccia alla crisi. Vediamo già volteggiare gli affascinanti bombardieri sopra l’Aquila, portare con il rombo dei propri motori coraggio alla popolazione, vediamo già gli F - 35 fronteggiare gli incendi di bosco a suon di bombe! Quando il cittadino chiamerà i Pompieri perché gli và a fuoco l’abitazione, manderemo un bombardiere a risolvere definitivamente il problema.
RDB Vigili del Fuoco
5 giugno 2009 - Il Messaggero Veneto
Immigrati in marcia per la sanità
Corteo con sindacati e sinistra a difesa dell’ambulatorio in ospedale LA MANIFESTAZIONEx In 500 hanno sfilato per salvare la struttura di cura per stranieri Rc: introdotto il reato di clandestinità, non l’obbligo di denuncia
di Martina Milia
Pordenone - Più di 500 persone per salvare l’ambulatorio per stranieri temporaneamente presenti di Pordenone. Italiani, ma soprattutto tanti nuovi cittadini provenienti dall’Africa, in una manifestazione che ha unito tanti colori diversi: quelli della pelle, quelli delle bandiere (Cgil, Uil e partiti della sinistra), mescolati insieme in un’unica voce di solidarietà e speranza. Perché "La pelle ha tanti colori – recitava uno striscione – ma il sangue uno solo". Sono arrivati da tutta la regione per protestare contro la chiusura annunciata – una volta approvato il pacchetto sicurezza – dell’ambulatorio per immigrati temporaneamente presenti situato all’interno del Santa Maria degli Angeli. Sono i rappresentanti della Rete diritti di cittadinanza Fvg, Centro Balducci, Acli, Cgil, Cisl e Uil, Rdb-Cub, associazione immigrati di Pordenone, donne in nero di Udine, comitato pordenonese "Noi non segnaliamo", circolo Arci Tina Merlin di Montereale, circolo Zapata, Cobas scuola, Usi – Ait, Partito democratico, Rifondazione comunista e Sinistra e Libertà, che ieri hanno occupato piazza Cavour per un sit in e hanno proseguito la pacifica marcia di protesta lungo le vie del centro fino a raggiungere l’ambulatorio in via Montereale. Pochi i rappresentanti politici (Francesca Papais, Paolo Pupulin e Valter Manzon per il Pd, Michele Negro e Laura Sartori per Rc, Giulio Lauri per Sinistra e Libertà) tanti quelli del sindacato: Cgil (con la segreteria provinciale, molti segretari di categoria e il segretario regionale Franco Belci) e Uil.
Intervallati dal coro "Siamo tutti clandestini", i rappresentanti delle diverse associazioni hanno ricordato che l’ambulatorio – che esiste sulla base di una convenzione tra Caritas, Ass 6 e azienda ospedaliera – chiuderà quando passerà il decreto sicurezza nazionale. «Ma il decreto, che pur introduce il reato di clandestinità – ha spiegato Michele Negro (Rc) –, non impone l’obbligo di denuncia né al personale medico né a quello scolastico perché continuerà a valere la legge oggi in vigore». Negli interventi di tutti è stato ribadito il diritto alla salute quale "diritto di tutti, regolari e non" e i rischi che saranno introdotti dal provvedimento governativo, non ultimo l’adottabilità per i bambini nati da donne clandestine. Non sono mancati pesanti attacchi alla Lega accusata di una «campagna razzista – ha detto Negro – che punta alla divisione tra le persone. Ma chi è questo Bortolotti che si fa tutore della legalità? E’ uno a cui, come riportano le cronache dei giornali, è stata pignorata l’indennità perché non paga le tasse».
Parole dure per la Lega Nord anche da don Pierluigi Di Piazza del centro Balducci che, nel chiudere gli interventi, ha espresso con forza il disagio «per la disumanità della politica, sdegno morale, rabbia».
Citando un cartellone elettorale del Carroccio che riporta l’immagine di un barcone con lo slogan "Abbiamo fermato l’invasione", don Di Piazza ha parlato di «demagogia, populismo», della «disumanità dei respingimenti perché riportano le persone all’inferno dal quale cercano di scappare». Secondo il sacerdote è stato «inoculato veleno nei confronti dello straniero, dell’altro», e l’identità «è diventata chiusura difensiva». Richiamando i valori della salute e della sicurezza per tutti, immigrati compresi, contenuti nella Costituzione, Di Piazza ha citato il discorso di pace pronunciato ieri al Cairo dal presidente americano. «La società multietnica e multireligiosa è già in atto dobbiamo farla crescere – ha evidenziato don Di Piazza -. Obama citando la Bibbia e il Corano ha detto che la volontà di Dio, comunque lo si chiami, è chiara e ci invita a prenderci le nostre responsabilità. Noi vogliamo assumercele».
5 giugno 2009 - La Nuova Venezia
Dipendenti-scrutatori, Actv nel mirino
Mingardi: «Garantite il servizio». Il sindacato Cub: «Non è una cosa seria» D’Elia (consumatori) «Paga doppia e blocco dei vaporetti Scandalo legalizzato»
di GIACOMO COSUA
Venezia - Scrutatori dell’Actv sommersi da una marea di critiche: da una parte i sindacati di base attaccano i lavoratori coinvolti, dicendo che abbandonare il servizio per fare gli scrutatori non è serio; dall’altra l’assessore Enrico Mingardi chiede una soluzione immediata all’azienda, mentre l’avvocato Mario D’Elia, che difende i consumatori, denuncia uno «scandalo legalizzato». Tra la gran parte dei dipendenti che andranno a svolgere la funzione di scrutatori il 6 e 7 giugno ci sono dipendenti residenti a Chioggia, un fenomeno non nuovo alle cronache visto che si ripete regolarmente ad ogni elezione. «Ho chiesto ad Actv, parlando con il presidente Marcello Panettoni, una soluzione affinché gli utenti vengano messi in condizione di ricevere un servizio adeguato. La situazione era già nota anche in passato, ma evidentemente non hanno saputo gestire la questione. Bisogna adottare qualsiasi soluzione, affinché venga garantito il servizio adeguato», conclude l’assessore alla Mobilità. I sindacati di base Cub invece attaccano i dipendenti: «Che a fare gli scrutatori ci vadano i bisognosi, chi è in cassa integrazione, gli studenti, che così riescono a guadagnare un po’ di soldi in questo momento di crisi: mi sembra una scelta veramente scriteriata», spiega Danilo Scattolin. Anche Piero Antonini, dei Cub, la vede come il suo collega: «Ho fatto per tanti anni il ferroviere e quando avevo chiesto di fare lo scrutatore al tempo non mi è stato permesso perché svolgevo un servizio pubblico. Ci saranno ripercussioni anche dopo la fine delle elezioni, visto che coloro che hanno lavorato, poi chiederanno il turno di riposo e si prospetta lo stesso durante l’eventuale ballottaggio e il referendum. Il servizio pubblico è essenziale, non vorrei poi che l’immagine dei lavoratori, quando scioperano per cause giuste, venga ingiustamente messa in discussione da azioni di questo tipo che non sono responsabili», spiega il sindacalista. La Cisl risponde così: «E’ previsto per legge che i dipendenti possano fare gli scrutatori, bisogna certamente garantire prima i diritti dei consumatori, poi quelli dei lavoratori: certo è che anche l’azienda è stata d’accordo. Abbiamo chiesto ad Actv di allertare eventualmente le forze dell’ordine onde evitare problemi d’ordine pubblico legati ai disagi che si potrebbero creare», ha detto Marino de Terlizzi.
L’avvocato dei consumatori, Mario d’Elia, spara a zero: «Una cosa ignobile e vergognosa, oltretutto legale dal punto di vista burocratico ma non da quello morale. Come si fa a mettere in crisi il sistema di trasporti durante le elezioni? Perché solo i dipendenti Actv? La soluzione è presto detta: si sta a casa un paio di giorni pagati e inoltre per fare il servizio di scrutatore si viene anche pagati, quindi si percepisce paga doppia a discapito dei cittadini che regolarmente pagano il biglietto». Secondo Panettoni, però, «il dovere costituzionale che i nostri dipendenti sono chiamati a svolgere prevale anche sul compimento delle mansioni lavorative quotidiane: per questo possiamo solamente fare appello al buon senso dei lavoratori e ci rammarichiamo degli eventuali disagi che potrebbero essere arrecati ai cittadini. Siamo costretti a ricorrere allo straordinario e ad alcune società operanti nel bacino lagunare che hanno messo a disposizione alcune imbarcazioni». Actv in questo modo ha ridotto i disagi, rispetto a quanto previsto inizialmente. Da sabato a mercoledì sospese alcune corse della linea 5, la line LN, la 2 (solo fino a lunedì).
5 giugno 2009 - L'Eco di Bergamo
Primi colpi di ruspa sul vecchio Gleno
Via alla demolizione della Casa albergo. Durerà tutta l'estate. Miro Radici: puntiamo alla qualità, pronti entro il 2011
di Marco Conti
Bergamo - Alle 11,25 di ieri mattina le cesoie di un potente mezzo del gruppo Vitali Spa hanno cominciato a demolire i primi metri cubi della vecchia Casa albergo in via Gleno.
L'azione è stata un primo «attacco dimostrativo»: infatti la demolizione vera e propria della struttura alta sette piani potrà iniziare solo dopo la delicata rimozione dell'amianto. «Per il prossimo mese circa - spiegano i progettisti Attilio Gobbi, Bruno Gritti e Massimo Facchinetti - i lavori riguarderanno esclusivamente lo smaltimento dell'amianto presente non solo sulla copertura, ma anche nei pavimenti». Quindi via libera alla demolizione. «Che avverrà - spiega Gritti - tramite potenti tenaglie-cesoie fissate al termine di bracci lunghi anche svariate decine di metri. Esclusa la soluzione con esplosivi: troppo pericolo vista l'ubicazione. Teli e annaffiature impediranno la dispersione di polvere. Previsto anche il recupero di parte del materiale sbriciolato: sarà riciclato per fare, ad esempio, sottofondi stradali. Entro fine estate - conclude Gritti - l'intera demolizione dovrebbe essere cosa fatta».
Tra giugno e luglio ci sarà invece l'aggiudicazione dell'appalto riguardante il centro diurno, mentre i lavori per la sua realizzazione dovrebbero iniziare a settembre. L'intera operazione - frutto di un accordo di programma tra Palafrizzoni, Provincia e Fondazione Maria Ausiliatrice - prevede la realizzazione di tre nuove residenze sanitarie (per un totale di 360 posti letto) oltre ad altri edifici che costituiranno di fatto un nuovo quartiere.
Presenti alla cerimonia il Consiglio d'amministrazione della Fondazione, con in testa il presidente, Miro Radici, ed il direttore generale, Fabrizio Lazzarini, i direttori sanitario ed amministrativo, Greco Giberti e Laura Panseri. In rappresentanza dei soci pubblici della fondazione, il sindaco Roberto Bruni ed il presidente della Provincia, Valerio Bettoni, mentre per l'Asl era presente il direttore sociale Massimo Giupponi. «Dopo essere riusciti a far quadrare tutti i bilanci - osserva Radici - ora possiamo cominciare ad investire le risorse per il nuovo Gleno, una struttura moderna che punta alla massima qualità e che sarà disponibile entro il 2011 a tutto il territorio». Alla cerimonia erano presenti anche gli esponenti della Rdb del Gleno, che hanno ricordato con uno striscione che, nonostante le notizie positive, «da gennaio prossimo 15 lavoratori resteranno a casa».
4 giugno 2009 - Dire
(LZ) LAVORO. RDB-CUB: LSU NON DEVONO ESSERE LASCIATI INDIETRO
DOMANI ASSEMBLEA DEI LAVORATORI SOCIALMENTE UTILI DEL LAZIO
(DIRE) Roma, 4 giu. - "La lotta sostenuta dai lavoratori socialmente utili ha portato ad un importante impegno da parte della Regione Lazio, che per il 2008 ha erogato una somma una tantum di 2.400 euro, di cui 1.000 gia' liquidati e 1.400 ancora da incassare". Lo ricorda la Rdb-Cub ritenendo che "tale provvedimento vada prorogato anche per il 2009, fino alla definitiva stabilizzazione dei lavoratori". "I Lsu, infatti, risultano particolarmente svantaggiati in quanto non contemplati nei provvedimenti regionali di stabilizzazione ne' nel reddito minimo a favore di disoccupati, inoccupati e precari, da cui sono esclusi per limite di eta'- prosegue la nota della Rdb-Cub- A questo proposito si ricorda che i circa 2.000 Lsu del Lazio, utilizzati negli enti locali in servizi amministrativi, scolastici e di assistenza, sono mediamente oltre i 44 anni di eta'". Per chiedere alla Regione "interventi concreti su queste problematiche", la Rdb-Cub ha organizzato per domani un'assemblea di tutti i Lsu del Lazio che si terra' a Roma, presso l'Auditorium dell'Inail, dalle 11. All'assemblea partecipera' l'assessore regionale al Bilancio, Luigi Nieri. Nelle prossime settimane, infine, l'Ufficio legale Rdb "attivera' inoltre una campagna di ricorsi contro l'utilizzo improprio di questi lavoratori da parte di diversi enti".
RICERCA. PRECARI ISPRA PROTESTANO E INSCENANO LORO ROTTAMAZIONE
(DIRE) Roma, 4 giu. - I precari dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) stanno manifestando davanti al ministero dell'Ambiente, in via Cristoforo Colombo a Roma inscenando la loro "rottamazione": per ogni 10 precari che, vestiti con i cartoni per il riciclaggio dei rifiuti speciali, finiscono in un cassonetto, si riceve in cambio una poltrona. La performance fa riferimento ai circa 200 lavoratori che dal 1 luglio non verranno riconfermati ed a tutti gli altri che seguiranno a stretto giro. "La ministro Prestigiacomo ha predisposto l'eliminazione del problema precariato in Ispra rottamando i precari", dichiara Claudio Argentini della segreteria nazionale di Usi-Rdb Ricerca. "Al loro posto ci saranno posti esternalizzati nella Sogesid, una societa' inutile perche' le funzioni e le professionalita' che saranno inserite in questa scatola vuota, piena solo di poltrone, sono gia' tutte presenti in Ispra e al ministero".
AMBIENTE. PRECARI ISPRA SI 'ROTTAMANO' DAVANTI AL MINISTERO
USI RDB RICERCA A PRESTIGIACOMO: NORMALIZZARE CONTRATTI CO.CO.CO
(DIRE) Roma, 4 giu. - I precari dell'Ispra, l'Istituto superiore di ricerca e protezione ambientale, mettono in scena la propria rottamazione sotto la sede del ministero dell'Ambiente per protestare "contro il taglio di personale voluto dallo stesso dicastero, che dall'1 luglio prossimo non rinnovera' contratti a circa 200 lavoratori dell'istituto". Insieme all'Usi RdB ricerca, stanno rappresentando la propria 'svendita': nella loro singolare dimostrazione ogni 10 precari che, vestiti con i cartoni per il riciclaggio dei rifiuti speciali, finiscono in un cassonetto, si riceve in cambio una poltrona. "Il ministro Prestigiacomo- denuncia Claudio Argentini, della segreteria nazionale di Usi RdB ricerca- ha predisposto l'eliminazione del problema precariato all'interno dell'Ispra rottamando i precari". Al loro posto, accusa, "ci saranno posti esternalizzati nella Sogesid, una societa' inutile perche' le funzioni e le professionalita' che saranno inserite in questa scatola vuota, piena solo di poltrone, sono gia' tutte presenti all'Ispra e al ministero". Di fronte a tutto questo, continua Argentini, "noi rispondiamo alla rottamazione con la sostituzione: vogliamo- spiega- che i soldi diretti alla Sogesid siano invece destinati a convertire a tempo determinato tutti i Co.co.co dell'Ispra e i precari del ministero". Inoltre, conclude, "vogliamo una norma di legge chiara propedeutica di 400 assunzioni, oltre alle 150 concorsi gia' banditi".
(LZ) COMUNE ROMA. RDB: PROSEGUE MOBILITAZIONE PERSONALE NIDI
(DIRE) Roma, 4 giu. - "L'assemblea del personale dei nidi comunali, che si e' svolta questa mattina presso la sede dell'assessorato alle Politiche Educative e Scolastiche del Comune di Roma, ha deciso di proseguire lo stato di agitazione". Lo fa sapere una nota della Rdb-Cub. "A fronte della mancanza di risposte da parte degli assessori Marsilio e Cavallari e del sindaco Alemanno, le lavoratrici sono costrette a mantenere alto il livello di protesta", dichiara Maria Antonietta Nicolai, rappresentante Rdb-Cub al Comune di Roma. "L'assemblea di questa mattina- continua la rappresentante sindacale- ha ribadito la ferma determinazione delle educatrici a proseguire nella di mobilitazione fintanto che non saranno onorati gli impegni assunti dal Consiglio comunale dopo lo sciopero del 18 maggio: ripristino dell'unita' lavorativa tolta nei nidi, mantenimento del rapporto 1/6 educatrice-bambini, avvio del corso-concorso, conclusione del concorso pubblico, rafforzamento del servizio pubblico e istituzione di un controllo sui costi per l'acquisto di beni alimentari e per la manutenzione delle strutture". "Le lavoratrici hanno infine deciso di informare la cittadinanza con volantinaggi e presidi, di intervenire nei riguardi dei presidenti dei Municipi, fino alla proclamazione di ulteriori azioni di sciopero", conclude Nicolai.
Ricerca, Precari Ispra: ''La Prestigiacomo non ci ha ricevuti''
Roma (DIRE) - "Il ministro Prestigiacomo continua a non incontrare i precari Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ndr), che ormai da mesi sono in mobilitazione a difesa del posto di lavoro, un atteggiamento che rafforza la convinzione che e' in atto un processo di rottamazione dei precari e della ricerca pubblica sull'ambiente". Lo dichiara Michela Mannozzi del coordinamento precari Usi/Rdb Ricerca. "Nell'incontro di oggi con i dirigenti delegati dal ministro, che si e' svolto durante l'ennesimo presidio dei lavoratori, non e' emersa nessuna risposta alle domande che i precari pongono da mesi- aggiunge Mannozzi- ma il ministro deve avere chiaro che le mobilitazioni non si fermeranno. Anzi, con l'avvicinarsi delle date di scadenza non potranno che intensificarsi, per difendere centinaia di posti di lavoro e un pezzo importante di ricerca pubblica".
4 giugno 2009 - Omniroma
LSU, RDB-CUB: «PROROGARE UNA TANTUM ANCHE PER 2009»
(OMNIROMA) Roma, 04 giu - «La lotta sostenuta dai lavoratori socialmente utili ha portato ad un importante impegno da parte della Regione Lazio, che per il 2008 ha erogato una somma una tantum di 2.400 euro, di cui 1.000 già liquidati e 1.400 ancora da incassare. La RdB-CUB ritiene che tale provvedimento vada prorogato anche per il 2009, fino alla definitiva stabilizzazione dei lavoratori. Gli Lsu, infatti, risultano particolarmente svantaggiati in quanto non contemplati nei provvedimenti regionali di stabilizzazione né nel reddito minimo a favore di disoccupati, inoccupati e precari, da cui sono esclusi per limite di età. A questo proposito si ricorda che i circa 2.000 Lsu del Lazio, utilizzati negli enti locali in servizi amministrativi, scolastici e di assistenza, sono mediamente oltre i 44 anni di età. Per chiedere alla Regione interventi concreti su queste problematiche, la RdB-Cub ha organizzato per domani, venerdì 5 giugno, un'assemblea di tutti i Lsu del Lazio che si terrà a Roma, presso l'Auditorium dell'Inail, dalle 11. All'assemblea parteciperà l'assessore al Bilancio Luigi Nieri. Nelle prossime settimane l'Ufficio legale RdB attiverà inoltre una campagna di ricorsi contro l'utilizzo improprio di questi lavoratori da parte di diversi enti». LO comunica, in una nota, Rdb-Cub.
ASILI, IL TEMPO: «IN ARRIVO NUOVI ORARI E MAESTRA UNICA»
(OMNIROMA) Roma, 04 giu - «Nuove regole per gli asili nido capitolini e un percorso da intraprendere con meno azioni, magari, ma concrete. Così, l'introduzione della terza fascia oraria che potrebbe essere operativa già da settembre consentirebbe da una parte di venire incontro all'esigenza di una domanda sempre più alta, dall'altra di razionalizzare il personale docente, evitando la doppia unità in diversi nidi capitolini. I genitori potranno così decidere su tre fasce orarie: dalle 7 alle 18; dalle 7.30 alle 17 e dalle 8 alle 16.30». Lo scrive Susanna Novelli su Il Tempo. «'Abbiamo aperto il tavolo sindacale il 6 maggio e questo è uno dei punti sui quali stiamo discutendo - spiega l'assessore alla Scuola, Laura Marsilio - i sindacati stanno mostrando grande senso di responsabilità e insieme stiamo cercando la migliore sintesi per aumentare la qualità dei servizi e avviare una razionalizzazione divenuta improcastinabile. L'introduzione della terza fascia oraria va proprio in questa direzionè. Eppure, una delle cause della protesta del sindacato di base RdB-Cub è proprio la 'chiusura anticipatà di alcuni nidi. Lo sciopero dello scorso 18 maggio 'non è bastatò e quindi è stata indetta per questa mattina un'assemblea proprio sotto la sede dell'assessorato capitolino alla scuola».
ASILI NIDO, RDB: «PERSONALE PROSEGUIRÀ STATO AGITAZIONE»
(OMNIROMA) Roma, 04 giu - «L'assemblea del personale dei nidi comunali, che si è svolta questa mattina presso la sede dell'assessorato alle Politiche Educative e Scolastiche del Comune di Roma, ha deciso di proseguire lo stato di agitazione». È quanto si legge in una nota di Rdb-Cub. «A fronte della mancanza di risposte da parte degli assessori Marsilio e Cavallari e del sindaco Alemanno, le lavoratrici sono costrette a mantenere alto il livello di protesta», dichiara Maria Antonietta Nicolai, rappresentante RdB-Cub al Comune di Roma. «L'assemblea di questa mattina - continua la rappresentante sindacale - ha ribadito la ferma determinazione delle educatrici a proseguire nella di mobilitazione fintanto che non saranno onorati gli impegni assunti dal consiglio comunale dopo lo sciopero del 18 maggio: ripristino dell'unità lavorativa tolta nei nidi, mantenimento del rapporto 1/6 educatrice-bambini, avvio del corso-concorso, conclusione del concorso pubblico, rafforzamento del servizio pubblico e istituzione di un controllo sui costi per l'acquisto di beni alimentari e per la manutenzione delle strutture. Le lavoratrici hanno infine deciso di informare la cittadinanza con volantinaggi e presidi, di intervenire nei riguardi dei presidenti dei municipi, fino alla proclamazione di ulteriori azioni di sciopero», conclude Nicolai.
4 giugno 2009 - Agenfax
LA C.U.B. DI ALESSANDRIA DENUNCIA IL COMPORTAMENTO ANTISINDACALE
DI "LAVORO E LIBERAZIONE"
Alessandria - - La C.U.B. intende denunciare pubblicamente il comportamento antisindacale e intimidatorio della cooperativa sedicente sociale "Lavoro e Liberazione" nei confronti di un lavoratore precario che ha osato difendere i propri diritti in azienda. La storia inizia nell'aprile del 2005, con un'assunzione temporanea come operaio agricolo di ultimo livello, e la solita clausola capestro della qualifica di "socio-lavoratore", che riduce in partenza ogni diritto e accresce il potere della dirigenza. I contratti "a tempo determinato" si susseguono per più di quattro anni, in ispregio delle pur blande garanzie del contratto nazionale. Il lavoratore, nella sua militanza sindacale, svolge tra i compagni di lavoro una legittima azione di sensibilizzazione in tema di diritti, di salario, di sicurezza. Fa emergere problemi legati al rispetto della 626, al pericolo della presenza di amianto in alcune situazioni, all' utilizzo di strumenti potenzialmente pericolosi, ma anche alla distribuzione dei carichi di lavoro, alla retribuzione, alla gestione del personale. Nel giugno 2008 il lavoratore viene ingiustamente accusato di negligenza sul lavoro per presunti danni arrecati a un mezzo della cooperativa. Con l'appoggio della C.U.B., il lavoratore fornisce le proprie giustificazioni, che evidentemente vengono accettate dalla cooperativa, che non prende alcun provvedimento disciplinare nei tempi previsti dalla legge e dal contratto. Agli inizi di settembre 2008 il lavoratore subisce un infortunio sul lavoro, che si protrae sino agli inizi del 2009; nel frattempo scade il suo ennesimo contratto a termine e la cooperativa "Lavoro e Liberazione", in puro stile padronale, comunica che il rapporto di lavoro è da ritenersi estinto e che la cooperativa stessa non ha alcuna intenzione di rinnovarlo. La C.U.B. indice lo stato di agitazione e avvia le procedure legali, la cooperativa chiede un incontro che si rivela una perdita di tempo e una presa in giro, la Direzione Provinciale del Lavoro non può che registrare il mancato accordo e, sul piano legale, la parola passa al giudice. Nel contempo, la C.U.B. continua la mobilitazione, che si esprime con un presidio durante l'assemblea dei soci della cooperativa Lavoro e Liberazione, che si tiene il 29 maggio presso lo spazio sociale dell'ex Caserma dei Vigili del Fuoco. Ma lo stesso giorno il lavoratore riceve una raccomandata dall' avvocato, che per conto della cooperativa chiede entro dieci giorni 4.000 euro di danni per il fatto accaduto a giugno e per sé 300 euro per la sua nobile missione. Durante l'assemblea dei soci della cooperativa, la C.U.B. denuncia il comportamento antisindacale della direzione della cooperativa, ma soprattutto la sua scelta di cercare di intimidire il lavoratore, con un atto esplicito di rappresaglia padronale. Dopo una grottesca parodia di procedura democratica, la presidenza della cooperativa ha imposto a un' assemblea condizionata e intimorita la ripresa dei lavori sull'ordine del giorno previsto, comportandosi esattamente come ogni padrone che si rispetti. E' fuor di dubbio che la cooperativa sedicente sociale "Lavoro e Liberazione" sappia di essere ampiamente dalla parte del torto e cerchi di chiudere la bocca al lavoratore e alla CUB con lo strumento del ricatto economico: le nostre precise accuse rischiano di offuscare la patina di cooperativa democratica che troppe compiacenze politiche hanno avvallato in questi anni. E' altrettanto fuor di dubbio che la cooperativa stessa non possa accettare che un lavoratore si ribelli, difendendo i propri diritti, anziché umiliarsi davanti ad essa per ottenere un lavoro. La battaglia sarà lunga e dura, ma, come abbiamo già ampiamente dimostrato, non ci fermeremo davanti alle intimidazioni né ai ricatti. Continueremo a difendere le ragioni del lavoratore fino alla sua riassunzione, contando sul nostro buon diritto e sulla solidarietà di quanti hanno già voluto schierarsi al suo fianco e di quanti lo faranno nei prossimi giorni.
4 giugno 2009 - Uno Notizie
I precari dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
manifestano davanti al Ministero dell’Ambiente
ROMA (UnoNotizie.it) - I precari dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, con la completa adesione dell’USI RdB Ricerca, stanno manifestando davanti al Ministero dell’Ambiente, in via Cristoforo Colombo a Roma. Per questo ennesimo presidio stanno inscenando la loro "rottamazione": per ogni 10 precari che, vestiti con i cartoni per il riciclaggio dei rifiuti speciali, finiscono in un cassonetto, si riceve in cambio una poltrona. La performance fa riferimento ai circa 200 lavoratori che dal 1 luglio non verranno riconfermati ed a tutti gli altri che seguiranno a stretto giro. "La Ministro Prestigiacomo ha predisposto l’eliminazione del problema precariato in ISPRA rottamando i precari", dichiara Claudio Argentini della Segreteria Nazionale di USI RdB Ricerca. "Al loro posto ci saranno posti esternalizzati nella Sogesid, una società inutile perché le funzioni e le professionalità che saranno inserite in questa scatola vuota, piena solo di poltrone, sono già tutte presenti in ISPRA e al Ministero". " Noi invece rispondiamo alla rottamazione con la sostituzione – prosegue Argentini - vogliamo che i soldi diretti alla Sogesid siano invece destinati a convertire a tempo determinato tutti i Co.co.co dell’ISPRA e i precari del Ministero. Inoltre, vogliamo una norma di legge chiara propedeutica di 400 assunzioni, oltre alle 150 concorsi già banditi. Non accetteremo il solito provvedimento tampone: o si determina l’intero percorso di assunzioni e del futuro della ricerca ambientale italiana oppure la lotta continuerà ad oltranza", conclude il sindacalista.
MOBILITAZIONE PERSONALE NIDI/ prosegue lo stato di agitazione delle educatrici
ROMA (UnoNotizie.it) - L’assemblea del personale dei nidi comunali, che si è svolta questa mattina presso la sede dell’Assessorato alle Politiche Educative e Scolastiche del Comune di Roma, ha deciso di proseguire lo stato di agitazione. "A fronte della mancanza di risposte da parte degli Assessori Marsilio e Cavallari e del Sindaco Alemanno, le lavoratrici sono costrette a mantenere alto il livello di protesta", dichiara Maria Antonietta Nicolai, rappresentante RdB-CUB al Comune di Roma. "L’assemblea di questa mattina - continua la rappresentante sindacale - ha ribadito la ferma determinazione delle educatrici a proseguire nella di mobilitazione fintanto che non saranno onorati gli impegni assunti dal Consiglio Comunale dopo lo sciopero del 18 Maggio: ripristino dell’unità lavorativa tolta nei nidi, mantenimento del rapporto 1/6 educatrice-bambini, avvio del corso-concorso, conclusione del concorso pubblico, rafforzamento del servizio pubblico e istituzione di un controllo sui costi per l’acquisto di beni alimentari e per la manutenzione delle strutture. Le lavoratrici hanno infine deciso di informare la cittadinanza con volantinaggi e presìdi, di intervenire nei riguardi dei Presidenti dei Municipi, fino alla proclamazione di ulteriori azioni di sciopero", conclude Nicolai.
4 giugno 2009 - Roma Notizie
venerdì 5 giugno assemblea dei Lavoratori Socialmente Utili del Lazio
Roma - Venerdì 5 giugno assemblea di tutti i Lavoratori Socialmente Utili del Lazio. Roma, Auditorium INAIL, Piazza G. Pastore 6 – ore 11.00
La lotta sostenuta dai Lavoratori socialmente utili ha portato ad un importante impegno da parte della Regione Lazio, che per il 2008 ha erogato una somma una tantum di 2.400 Euro, di cui 1.000 già liquidati e 1.400 ancora da incassare. La RdB-CUB ritiene che tale provvedimento vada prorogato anche per il 2009, fino alla definitiva stabilizzazione dei lavoratori. I Lsu, infatti, risultano particolarmente svantaggiati in quanto non contemplati nei provvedimenti regionali di stabilizzazione né nel reddito minimo a favore di disoccupati, inoccupati e precari, da cui sono esclusi per limite di età. A questo proposito si ricorda che i circa 2.000 Lsu del Lazio, utilizzati negli enti locali in servizi amministrativi, scolastici e di assistenza, sono mediamente oltre i 44 anni di età. Per chiedere alla Regione interventi concreti su queste problematiche, la RdB-CUB ha organizzato per domani, venerdì 5 giugno, un’assemblea di tutti i Lsu del Lazio che si terrà a Roma, presso l’Auditorium dell’INAIL, dalle ore 11.00. All’assemblea parteciperà l’assessore al Bilancio Luigi Nieri. Nelle prossime settimane l’Ufficio legale RdB attiverà inoltre una campagna di ricorsi contro l’utilizzo improprio di questi lavoratori da parte di diversi enti.
4 giugno 2009 - Italia Sera
Asili nido, mattinata di agitazione contro i tagli di organico
Roma - "Nonostante il partecipato sciopero dei nidi comunali del 18 maggio scorso indetto dalle RdB-CUB e la mozione votata all’unanimità dal consiglio comunale con la quale si impegna il sindaco e la giunta a reintegrare il personale in organico ridotto a settembre 2008, l’assessore alle politiche educative Laura Marsilio continua a mantenere una posizione a dir poco ambigua. Mentre rilascia dichiarazioni pubbliche con la quale promette di risolvere gli annosi problemi dei nidi, dall’altra si accinge a presentare una proposta con la quale sono confermati i tagli di organico. Per questo le educatrici del Comune di Roma saranno nuovamente in assemblea giovedì 4 giugno, per tutta la mattina, sotto la sede dell’assessorato in via Capitan Bavastro". Lo rende noto in un comunicato Rdb Cub. "La proposta che l’amministrazione comunale si accinge a sottoporre all’esame delle organizzazioni sindacali ha il proposito tutto politico di spezzare l’unità che si è creata tra il personale dei nidi e i genitori dei piccoli utenti, sia quelli che frequentano, sia quelli che si trovano in lista d’attesa" dichiara Caterina Fida rappresentante del settore per la RdB del Comune di Roma. "Per dare un senso alla riduzione dell’organico l’amministrazione propone anticipare di un’ora la chiusura di 130 strutture e porre così una toppa agli organici ridotti. La riduzione di orario dei nidi, creerà un evidente disagio alle famiglie romane dirottandole in tal modo verso i servizi privati" conclude la rappresentante sindacale.
4 giugno 2009 - Il Tempo
Asili, in arrivo nuovi orari e maestra unica
Accordo L'assessore Marsilio al tavolo con i sindacati
ma Rdb-Cub non ci sta e indice assemblea per questa mattina
di Susanna Novelli
Roma - Nuove regole per gli asili nido capitolini e un percorso da intraprendere con meno azioni, magari, ma concrete. Così, l'introduzione della terza fascia oraria che potrebbe essere operativa già da settembre consentirebbe da una parte di venire incontro all'esigenza di una domanda sempre più alta, dall'altra di razionalizzare il personale docente, evitando la doppia unità in diversi nidi capitolini. I genitori potranno così decidere su tre fasce orarie: dalle 7 alle 18; dalle 7.30 alle 17 e dalle 8 alle 16.30. «Abbiamo aperto il tavolo sindacale il 6 maggio e questo è uno dei punti sui quali stiamo discutendo - spiega l'assessore alla Scuola, Laura Marsilio - i sindacati stanno mostrando grande senso di responsabilità e insieme stiamo cercando la migliore sintesi per aumentare la qualità dei servizi e avviare una razionalizzazione divenuta improcastinabile. L'introduzione della terza fascia oraria va proprio in questa direzione». Eppure, una delle cause della protesta del sindacato di base RdB-Cub è proprio la «chiusura anticipata» di alcuni nidi. Lo sciopero dello scorso 18 maggio «non è bastato» e quindi è stata indetta per questa mattina un'assemblea proprio sotto la sede dell'assessorato capitolino alla scuola. «Apprendo con rammarico di queste nuove proteste da parte di una sigla di minoranza e proprio quando si è aperto un tavolo sindacale che sta dando ottimi risultati - commenta la Marsilio - registro tuttavia, tra le cause della protesta, l'eliminazione di alcune bugie, come quella del corso concorso che avverrà entro giugno e che darà la possibilità a centinaia di precarie giornaliere e stagionali di entrare nelle graduatorie permanenti». Le novità sulle quali si sta costruendo un nuovo accordo sindacale riguardano anche l'abolizione del part-time «che di fatto non ha mai funzionato», sostiene l'assessore e anche un'organizzazione che consenta ai bambini di avere una maestra unica, ovvero una sola figura di riferimento. Uno dei risultati che si otterrebbe anche con l'introduzione della terza fascia oraria nei nidi capitolini. «Un orario - tiene a precisare l'assessore - studiato e proposto in base a un monitoraggio avviato già da tre anni e che vede proprio la fascia oraria che va dalle 8 alle 16,30 la preferita dalle famiglie». Una spiegazione che non basta alla rappresentante di RdB Cub, Caterina Fida «per dare un senso alla riduzione dell'organico l'amministrazione propone anticipare di un'ora la chiusura di 130 strutture e porre così una toppa agli organici ridotti. Da parte nostra - annuncia Fida - proseguiremo nelle mobilitazioni e nelle denunce a partire da quelle relative dagli sprechi che si realizzano nelle forniture alimentari e nelle manutenzioni come già segnalammo con un dossier che consegnammo a tutte le forze politiche alla fine del 2007».
4 giugno 2009 - Il Giorno
Caravaggi lascia l'ospedale. Il Cantù perde l'eccellenza
Si trasferisce alla «Santa Rita» di Milano
di MICHELE AZZIMONTI
ABBIATEGRASSO - IL "COSTANTINO CANTÙ" perde uno dei professionisti di punta proprio nel momento in cui sono in corso i lavori per rilanciare l'ospedale. Il responsabile del reparto per il piede diabetico, Carlo Caravaggi, lascerà l'ospedale insieme ad alcuni medici e infermieri che hanno contribuito a trasformare il "Cantù" in uno dei punti di riferimento a livello nazionale per la cura delle patologie legate al diabete. Entro l'estate Caravaggi si trasferirà alla "Santa Rita", una clinica privata di Milano. Per l'ospedale si tratta di una perdita non indifferente, ma la partenza di Caravaggi non significherà lo smantellamento del reparto. L'unità ospedaliera, infatti, verrà affidata ad uno specialista che, da anni, già opera nella struttura. LA NOTIZIA ha già provocato le prime reazioni a livello politico e sindacale. L'Rdb, il sindacato di base del "Cantù", accusa: «La partenza di Caravaggi rappresenta una grave perdita per l'ospedale. È la prova evidente che per il nosocomio abbiatense non esiste alcun piano organizzativo».Anche il Pd punta il dito contro l'Amministrazione Albetti. «Se si perdono le eccellenze, il futuro dell'ospedale sembra quello di un centro per lunga degenza o cronicario - ha scritto in un comunicato - Il declino è frutto della politica dissennata della Giunta di centrodestra con la Lega Nord, e in particolare del sindaco Albetti, che considera il rilancio dell'ospedale una questione "interna" fatta di conoscenze e di amici». IL SINDACO, però, respinge le accuse. «L'ospedale di Abbiategrasso non è gravemente malato e il suo futuro non è in pericolo. Lo prova l'investimento di 10 milioni di euro per realizzare la nuova palazzina dove entro fine luglio sarà trasferito il Pronto soccorso ai quali vanno aggiunti altrii 17 milioni di euro per la nuova ala del presidio. Infine va segnalato il lavoro fatto affinché l'ospedale disponga di nuove funzioni e specialità. Sono, comunque, dispiaciuto per la decisione assunta dal dottor Caravaggi di abbandonare un presidio pubblico a favore di una clinica privata, ma gli auguro di conseguire i risultati che si è prefisso». L'AZIENDA OSPEDALIERA ha poi ricordato che la riorganizzazione del "Cantù" è finalizzata alla valorizzazione della chirurgia, in particolare l'attivazione di quella vascolare e l'istituzione di un centro polispecialistico per le patologie del piede diabetico. Inoltre, presto verrà formalizzato un accordo di collaborazione con l'ospedale "Salvini" di Garbagnate e l'unità operativa di chirurgia plastica di Magenta.
4 giugno 2009 - Corriere del Veneto
Risiko del pandoro Intesa vicina per la cessione di stabilimento e marchi Il caso L’Alpatec di Nogarole rischia la cassa integrazione per lo stop alle forniture
Blocco Finservice, azienda in crisi. È braccio di ferro tra gli operai
Nestlé conferma: «Con Bauli la trattativa su Motta e Alemagna»
di Davide Pyriochos
VERONA — La trattativa tra Bauli e Nestlé per l’acquisto dello stabilimento veronese di San Martino Buon Albergo e dei panettoni e pandori con il marchio Motta e Alemagna da ieri è ufficiale. Da ieri c’è il sigillo dell’ufficialità. A uscire allo scoperto è stata proprio la Nestlé, in un comunicato in cui rende nota l’intenzione di vendere. «Coerentemente con la propria strategia di sviluppo – si legge nella nota – l’azienda annuncia di aver avviato trattative con Bauli spa per la cessione del business dei prodotti dolciari da ricorrenza e dei marchi Motta e Alemagna ad esso direttamente collegati, nonché del connesso sito produttivo. Resteranno invece di proprietà Nestlé i marchi Motta e Alemagna nel settore dei gelati e surgelati ».
Se la trattativa andrà in porto, insomma, sul mercato saranno presenti prodotti con lo stesso marchio, ma facenti capo a gruppi diversi: gli alimenti freddi Motta e Alemagna resteranno della Nestlé, i dolci di ricorrenza passeranno a Bauli.
«Nestlé – fa poi sapere il gruppo – ha riscontrato nella proposta di Bauli Spa coerenze strategiche nello sviluppo del business, garanzie di salvaguardia delle attività dello stabilimento veronese, continuità occupazionale e affidabilità nella gestione di marchi storici ». Per ulteriori dettagli sarà necessario attendere ancora qualche giorno: – La protesta dei dipendenti delle cooperative gestite dalla ditta Finservice di Villafontana (Bovolone) rischia di tramutarsi in una vera e propria «guerra tra operai». Perché il blocco dei cancelli da parte dei dipendenti di Finservice, cominciato una settimana fa, sta iniziando ad avere ripercussioni sulle attività di alcune aziende veronesi che producono materiale stoccato nei magazzini di Villafontana.
Già venerdì scorso i dipendenti dell’Alpatec di Nogarole Rocca, una ditta che riempie bombolette con profumi deodoranti, insieme a rappresentati della Uil, si erano presentati ai cancelli picchettati per chiedere ai manifestanti di terminare la protesta e lasciare entrare i camion dell’azienda nei magazzini. «Se la situazione continua, mercoledì prossimo dovremo chiudere l’attività con lo spettro di ricorrere alla cassa integrazione», avevano detto i dirigenti Alpatec.
E ieri pomeriggio si sono presentati di nuovo davanti al picchetto di circa 40 lavoratori, sostenuto dal sindacato di base Adl Cobas, per chiedere di aprire i cancelli. «So che ci sono stati momenti di tensione tra i due schieramenti e che sono dovute intervenire le forze dell’ordine per riportare la calma – racconta Donata Tenuti, segretario provinciale di Uil-Cem che venerdì aveva accompagnato i dirigenti Alpatec - . Umanamente esprimiamo solidarietà «Ora con Bauli – spiega Manuela Kron, direttore corporate Affairs di Nestlé in Italia – dovremo fissare un incontro con i sindacati per presentare il piano industriale. Da quello che ci risulta ho ragione di ritenere che ci sarà grande soddisfazione da parte di tutti».
L’ottimismo dell’azienda per ora non contagia i sindacati, che confermano lo sciopero di otto ore per domani in tutti gli stabilimenti italiani Nestlé. Giuseppe Bozzini, segretario Uila-Uil di Verona, esprime molti dubbi: «Abbiamo ricevuto una comunicazione in cui si dice che dal prossimo 1. luglio i 281 dipendenti dello stabilimento di San Martino, più 28 commerciali di Milano, passeranno a una costituenda Motta srl, che poi sarà acquisita al 100% da Bauli. Su questo meccanismo vogliamo chiarezza e pretendiamo di sapere cosa ne sarà dei 600 stagionali, di cui non si fa menzione». Entro l’11 giugno sarà fissato l’incontro con le aziende in Confindustria Verona.
Lo stabilimento di San Martino sforna ogni anno 13 milioni di pezzi tra pandori e panettoni, più 4 milioni di colombe, per un business tra i 60 e i 70 milioni di euro. Il marchio Bauli, già laeder (nei pandori la sua quota di mercato supera il 30%) con l’acquisizione dello stabilimento di San Martino crescerebbe al punto da richiedere il via libera dell’antitrust sull’operazione.
ai dipendenti della Finservice, ma non possiamo accettare che le conseguenze della loro crisi siano pagate da tutti».
Ma gli operai delle cooperative, che protestano contro lo stato di liquidazione dichiarato dall’amministratore di Finservice, Roberto Andreetto, lo scorso 28 aprile e contro il mancato saldo degli arretrati, non hanno intenzione di fare passi indietro. «Non esistono lavoratori di serie A e di serie B – spiegano i sindacalisti di Adl - , abbiamo attuato un "blocco flessibile" che consente comunque ai camion di entrare, ma andremo avanti con la nostra protesta fino a quando non si troverà una soluzione».
E ora stanno aspettando che il gruppo Pozzoni assuma 45 operai che avevano lavorato alla Mondadori Printing per conto della Finservice. «Stiamo aspettando la telefonata per fissare l’incontro – dice il sindacato di base - . Ci spiace per i lavoratori delle altre aziende, ma dobbiamo far valere i nostri diritti ». Il «blocco flessibile» ha parzialmente calmato i rappresentanti di Alpatec. «La produzione rischia di risentirne, ma almeno continua, anche se rallentata – spiega Tenuti - . Non era immaginabile che, in un periodo di crisi come quello attuale, un’azienda con clienti dovesse ricorrere alla cassa integrazione ».
4 giugno 2009 - Il Messaggero
Civitavecchia. Continua il botta e risposta...
Civitavecchia - Continua il botta e risposta tra la Uil Fpl e i vari organi sindacali.
Questa volta a prendere la parola è l'Rdb cub che accusa la sigla di essere «il sindacato delle giunte di centrodestra».
Per avvalorare tale tesi l'organizzazione, in un lungo comunicato, segnala una serie di azioni e fatti, accaduti in questi ultimi 8 anni, e che vedrebbero la Uil protagonista.
«Campagne elettorali - si legge nella nota - per elezioni Rsu appoggiate da amministratori e politici con chiamata personale ai lavoratori per conquistare la "fiducia sindacale" all'interno degli Uffici; trasferimenti da parte di dirigenti sindacali e tesserati, agevolati dall'amministrazione; cambi continui di partito e partecipazione diretta alle campagne elettorali di alcuni dirigenti sindacali a favore degli amministratori. Sono queste le uniche motivazioni per cui la Uil è il primo partito nell'Rsu. La Rdb non avendo mai usufruito di amministratori compiacenti ed essendo libera Da ogni condizionamento è fiera di essere il secondo organismo all'interno del comune. Per noi contano solo salari e diritti dei lavoratori».
3 giugno 2009 - Ansa
CROCE ROSSA: PRECARI; SCIOPERO RDB CUB IL 4 E 5 GIUGNO
(ANSA) - ROMA, 3 GIU - Domani e venerdi' sciopero dei lavoratori precari della Croce Rossa. E' quanto afferma in una nota la Rdb Cub, spiegando che ''i precari di Cri rischiano di diventare, loro malgrado, un caso unico nel panorama dei processi di stabilizzazione del personale con contratto a tempo determinato''. ''Questa situazione di fatto e' determinata dalle gravi responsabilita' che si sono assunte sia gli attuali vertici dell'ente pubblico Cri., sia l'attuale governo ignorando quanto fissato dalle due ultime finanziare, la 2007 e la 2008, che prevedevano un chiaro percorso di trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato dei lavoratori precari della Cri'', afferma una nota che ricorda come sono 2000 i precari, pari ai due terzi dell'organico di Cri. Il sindacato ricorda che ''grazie ai precari si garantiscono servizi quali pronto soccorso su tutto il territorio nazionale, trasposto infermi, assistenza ai gravi disabili attraverso i centri di educazione motoria, assistenza ai migranti attraverso la gestione dei centri di identificazione ed espulsione''. ''Servizi che rischiano di venire fortemente compromessi se non si interverra' in tempi rapidissimi affinche' venga riconosciuto ai precari il diritto, gia' peraltro ampiamente acquisito, alla stabilizzazione del rapporto di lavoro'', dichiara Massimiliano Gesmini della RdB. In concomitanza con i due giorni di sciopero sara' installata a piazza Montecitorio una ''tenda a simbolo di una vera emergenza, quella del precariato, che la Croce Rossa Italiana e il Governo non vogliono affrontare''.
SCUOLA: RDB-CUB; MARSILIO AMBIGUA,PROSEGUE PROTESTA ASILI NIDO
(ANSA) - ROMA, 3 GIU - Le educatrici degli asili nido del Comune di Roma si riuniranno in assemblea domani mattina davanti all' assessorato alle politiche educative, in via Capitan Bavastro, perchè, hanno detto in una nota le Rdb-Cub, «l'assessore Laura Marsilio continua a mantenere una posizione a dir poco ambigua» nella vertenza intrapresa dalle educatrici. «Nonostante il partecipato sciopero dei nidi comunali del 18 maggio e la mozione votata all'unanimità dal consiglio comunale con la quale - hanno spiegato le Rdb-Cub - si impegna il sindaco e la giunta a reintegrare il personale in organico ridotto nel settembre del 2008, l'assessore rilascia da una parte dichiarazioni con le quali promette di risolvere gli annosi problemi dei nidi e dall'altra si accinge a presentare una proposta con la quale sono confermati i tagli di organico». «La proposta che il Comune si accinge a presentare ai sindacati vuole spezzare l'unità che si è creata tra il personale dei nidi e i genitori dei piccoli utenti, sia quelli che frequentano sia quelli che si trovano in lista d'attesa», ha detto la rappresentante del settore per la RdB del Comune di Roma Caterina Fida . «L'amministrazione - ha concluso la sindacalista - propone di anticipare di un'ora la chiusura di 130 strutture e porre così una toppa agli organici ridotti. La riduzione di orario creerà un disagio alle famiglie dirottandole in tal modo verso i servizi privati».
3 giugno 2009 - Dire
SANITÀ. 4-5 GIUGNO SCIOPERO LAVORATORI PRECARI E STABILI CRI
SIT-IN A MONTECITORIO E DAVANTI A PREFETTURE CITTA' ITALIANE
(DIRE- Notiziario Sanita') Roma, 3 giu. - "Il 4 e 5 giugno i lavoratori precari e stabili di Croce rossa italiana sciopereranno e protesteranno per chiedere stabilita' del lavoro e certezze per il futuro dei servizi oggi prestati dalla Cri". Lo fa sapere una nota della RdB-Cub, in cui il sindacato chiede "la convocazione di un tavolo alla presidenza del Consiglio per l'assunzione a tempo indeterminato degli oltre 2.000 precari a tempo determinato, che costituiscono i 2/3 del personale utilizzato e garantiscono i servizi di assistenza, pronto soccorso e soccorso civile". La protesta, fa sapere il comunicato, si svolgera' davanti a Montecitorio e sotto le prefetture delle maggiori citta'. Secondo la RdB-Cub, inoltre, "per i precari le soluzioni ci sono e sono praticabili, ma implicano rivedere privilegi e ridefinire risorse, competenze e responsabilita'. E' necessario inoltre mettere fine alla voluta indifferenza sia di Croce Rossa che dei ministeri della Funzione pubblica, dell'Economia, del Lavoro, degli Interni e della Difesa, nonche' degli enti locali, costringendo tutti questi soggetti che si avvalgono dei servizi forniti dai lavoratori di Croce rossa a decidere ed attuare la stabilizzazione in tempi certi e brevi".
3 giugno 2009 - Omniroma
ASILI NIDO, RDB: DOMANI EDUCATRICI IN ASSEMBLEA TUTTA LA MATTINA
(OMNIROMA) Roma, 03 giu - «Nonostante il partecipato sciopero dei nidi comunali del 18 maggio scorso indetto dalle RdB-CUB e la mozione votata all'unanimità dal consiglio comunale con la quale si impegna il sindaco e la giunta a reintegrare il personale in organico ridotto a settembre 2008, l'assessore alle politiche educative Laura Marsilio continua a mantenere una posizione a dir poco ambigua. Mentre rilascia dichiarazioni pubbliche con la quale promette di risolvere gli annosi problemi dei nidi, dall'altra si accinge a presentare una proposta con la quale sono confermati i tagli di organico. Per questo le educatrici del Comune di Roma saranno nuovamente in assemblea giovedì 4 giugno, per tutta la mattina, sotto la sede dell'assessorato in via Capitan Bavastro». Lo rende noto in un comunicato Rdb Cub. «La proposta che l'amministrazione comunale si accinge a sottoporre all'esame delle organizzazioni sindacali ha il proposito tutto politico di spezzare l'unità che si è creata tra il personale dei nidi e i genitori dei piccoli utenti, sia quelli che frequentano, sia quelli che si trovano in lista d'attesa» dichiara Caterina Fida rappresentante del settore per la RdB del Comune di Roma. «Per dare un senso alla riduzione dell'organico l'amministrazione propone anticipare di un'ora la chiusura di 130 strutture e porre così una toppa agli organici ridotti. La riduzione di orario dei nidi, creerà un evidente disagio alle famiglie romane dirottandole in tal modo verso i servizi privati - prosegue la rappresentante sindacale - Da parte nostra proseguiremo nelle mobilitazioni e nelle denunce a partire da quelle relative dagli sprechi che si realizzano nelle forniture alimentari e nelle manutenzioni come già segnalammo con un dossier che consegnammo a tutte le forze politiche alla fine del 2007».
3 giugno 2009 - Apcom
Cri/ Domani e venerdì scioperano i precari aderenti alla Cub
"Rimpallo di responsabilità su stabilizzazione lavoratori"
Roma, 3 giu. (Apcom) - Domani e venerdì scioperano i lavoratori precari della Croce rossa aderenti alla Cub, la confederazione unitaria di base. "I precari della Cri - si legge in un comunicato sindacale - rischiano di diventare, loro malgrado, un caso unico nel panorama dei processi di stabilizzazione del personale con contratto a tempo determinato. Questa situazione di fatto è determinata dalle gravi responsabilità che si sono assunte sia gli attuali vertici dell'ente pubblico che il Ggoverno, ignorando quanto fissato dalle due ultime finanziare che prevedevano un chiaro percorso di trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato. E rimpallando le responsabilità in materia di stabilizzazione, creando una situazione di immobilismo tale che, a oggi, oltre 2.000 sono i precari, cioè i due terzi dell'organico".
3 giugno 2009 - Adnkronos
BOLOGNA: 'CITTÀ LIBERA' E 'TERRE LIBERE', SERVE PATTO ANTICAPITALISTA
DOMANI INCONTRO CONCLUSIVO CON RAPPRESENTANZE DI BASE
Bologna, 3 giu. - (Adnkronos) - «C'è un dopo 6 e 7 giugno in cui ci sarà la necessità di stringere in un patto d'azione tutte le esperienze che vogliono trasformare radicalmente l'esistente e costruire un altro modello di città e di vita, anticapitalista ed ambientalista». Così le liste 'Bologna città Libera' (che sostiene il candidato sindaco Valerio Monteventi) e 'Terre Libere' (che sostiene Tiziano Loreti alla presidenza della Provincia) annunciano l'incontro che si terrà domani alle 20.30 nella sala Cubo di Pescarola in via Zanardi, sotto le Due Torri, in cui i candidati faranno il punto con le rappresentanze sindacali di base (Cub, Cobas e Sdl) sulle misure per contrastare la crisi economica. «La crisi che è in corso vogliono farla pagare a chi la subisce - spiegano i promotori dell'assemblea di domani - ed è paradossale che quelli che l'hanno provocata, banchieri, speculatori e poteri forti siano gli unici che non ne vogliono pagare le conseguenze». «Per quantro ci riguarda - precisano le due liste - le questioni sono essenzialmente due: come costruire nuove pratiche di conflitto sociale e organizzazione del lavoro dipendente e, nel contempo, quale può essere il ruolo ed il supporto alla lotta per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici da parte di esperienze come Bologna Città Libera e Terre Libere anche sul versante amministrativo».
3 giugno 2009 - Il Foglietto Usi RdB Ricerca
E' DISPONIBILE, su www.usirdbricerca.it , IL NUMERO 20 - Anno VI
DEL SETTIMANALE on line DI INFORMAZIONE SINDACALE DAL MONDO DELLA RICERCA
In questo numero:
* Aumenti di capitale e fusioni societarie: quando la ricerca è battaglia finanziaria
* Brunetta a sopresa all'attacco del Cnr
* Enea, è rissa tra Paganetto e dirigenti
* I precari dell'Ispra manifestano al Giro d'Italia
* Il bicentenario di Darwin (e Lemarck?)
* Ingv: risolto mistero scosse che ci sono ma non si vedono
* Agli arresti domiciliari una dirigente dell'Isfol
* Rapporto Annuale: flop per la replica di Biggeri
3 giugno 2009 - Il Manifesto
VIGILI DEL FUOCO
Governo sordo, urlano le sirene
Nessun adeguamento degli organici, mancato aggiornamento delle indennità, niente ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature. Il governo ha trasformato in lettera morta le promesse del ministro Maroni all'indomani del terremoto che ha colpito L'Aquila e dintorni. Per questo prosegue lo stato di agitazione dei vigili del fuoco impegnati nell'emergenza. Da ieri la protesta, che non ha mai messo in discussione il corretto e tempestivo svolgimento del servizio, acquista una sua consistenza «sonora». Contro la «sordità» del governo, le sirene hanno fatto sentire a intervalli regolari il loro urlo nel centro storico del capoluogo abruzzese, mentre diverse squadre procedevano al puntellamento degli edifici e al recupero dei beni della cittadinanza nelle abitazioni abbandonate. «Se il governo non manterrà quanto promesso - si legge in un comunicato congiunto di Cgil, Cisl e Uil - attueremo ulteriori forme di protesta, compreso lo sciopero, garantendo comunque anche in tale circostanza , il servizio di soccorso alla cittadinanza che ci apprezza e ci sostiene senza riserve». I soldi saltati dal decreto nel corso dell'ultimo consiglio dei ministri, come fa notare anche il comunicato del sindacato Rdb-Cub, erano «destinati a migliorare il soccorso tecnico urgente alla popolazione». Per evitare, ad esempio, «i ritardi nell'allertamento come è successo nel recente sisma». E l'abbandono dei mezzi in autostrada «causa la loro vetusta e scarsa manutenzione».
3 giugno 2009 - Il Giorno
«L'organico è da fame la caserma va a rilento e il progetto è sbagliato»
VIGILI DEL FUOCO LA RABBIA DEL SINDACATO
di DARIO CRIPPA
MONZA - CON L'ARRIVO della Provincia, i Vigili del fuoco di Monza si trasformeranno da distaccamento in Comando provinciale. Eppure - questo il grido d'allarme lanciato da alcuni mesi dal sindacato interno - «la situazione non potrà che peggiorare». Il futuro dei pompieri di uno dei territori più densamente popolati della Lombardia, e con una densità altrettanto alta di industrie e di aziende (parecchie a «rischio di incidente rilevante»), si sta rivelando un'autentica grana. A cominciare dagli organici e per finire con la nuova sede. Poco prossima, e molto ventura. Gli organici, prima di tutto. «Il nuovo Comando provinciale dei Vigili del fuoco - aveva spiegato Enrico Vergani, responsabile di Rdb/Cub - ha ottenuto la classificazione più bassa, la stessa di province ben più piccole con meno criticità come quella di Lodi». «A Monza - spiega ancora Vergani -, che attualmente conta su 48 unità operative, ne sono state assegnate 84 con il passaggio a Comando, più altre 29 nel distaccamento di Desio e altre 29 in quello di Seregno». Una dotazione giudicata insufficiente dal sindacato dei Vigili del fuoco, che con la nuova ripartizione potrebbe finire paradossalmente col poter allestire un mezzo in meno rispetto ad ora. C'è poi l'altra grana, quella relativa alla nuova sede di via Cavallotti, di fianco a quella storica di via Mauri. Un edificio con 60 uffici amministrativi ritenuto completamente inutile e sbagliato da Rdb: «Cosa ce ne facciamo di sessanta uffici amministrativi se gli impiegati previsti saranno appena sedici? Il progetto è sbagliato: che senso ha appaltare un'opera da quattro milioni e seicentomila euro di soli uffici in cui non sono previsti magazzini, mensa, deposito mezzi, servizi igienici? Avremo una trentina di automezzi in più, ma non sapremo dove parcheggiarli». INFINE, c'è la questione dei ritardi. «Ho incontrato settimana scorsa il comandante provinciale di Milano - chiude Vergani - e ancora non si hanno notizie di quando il Ministero darà disposizione perché Monza diventi indipendente e si costituisca il Comando provinciale. E poi ci sono i ritardi per la realizzazione della nuova sede: i lavori, cominciati a rilento, dovevano finire entro un anno; già adesso però, da quando la ditta che si è aggiudicata l'appalto ha dovuto sospendere i lavori perché il terreno sprofondava, si sente parlare di almeno due anni». Il commissario prefettizio Luigi Piscopo smorza i toni: «I sondaggi nel terreno hanno trovato alcune aree friabili che hanno costretto a rivedere il progetto per quanto riguarda le fondamenta: dovrebbero bastare due o tre mesi in più, intanto ho fatto richiesta per trovare una sede alternativa in locazione, attendo il nullaosta. E per la classificazione del nuovo Comando ho chiesto di essere considerati come le province di Bergamo e Brescia».
3 giugno 2009 - Il Gazzettino
DISCRIMINAZIONI
Corteo dal centro all’Ospedale
Pordenone - Per manifestare contro la chiusura dell’ambulatorio Stp di Pordenone, contro il Decreto sicurezza, per un’Italia che rispetti il diritto d’asilo e contro razzismo, xenofobia e discriminazioni, domani, alle 18.30, in piazza Cavour, ci sarà un presidio. Seguirà un corteo: dal centro fino all’Ospedale "Santa Maria degli Angeli". L’iniziativa è sostenuta da Rete diritti di cittadinanza, Centro Balducci, Acli, Cgil-Cisl-Uil, Rdb-Cub, Associazione immigrati di Pordenone, Pd e Donne in nero di Udine.
Vicenza. La polemica sull’esternalizzazione...
Vicenza - (m.c.) La polemica sull’esternalizzazione della sterilizzazione dell’Asl 6 di Vicenza arriva in Parlamento. L’altro giorno l’on. Daniela Sbrollini, infatti, ha presentato al ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, Maurizio Sacconi e al sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio, un’interrogazione per conoscere il parere del Governo sulla scelta del San Bortolo di esternalizzare il servizio di sterilizzazione, da decenni all’interno del nosocomio vicentino. Dopo l’interessamento del consigliere regionale Pd Claudio Rizzato, dunque, la polemica arriva ai piani alti e si auspica possa trovare una definitiva soluzione. Nell’interrogazione l’on. Daniela Sbrollini evidenzia le difficoltà di bilancio in cui versa l’Asl 6 di Vicenza e la presenza della sterilizzazione nella ristrutturazione del blocco operatorio, per un impegno di spesa previsto di 3milioni e 600mila euro. «Il servizio di Sterilizzazione – spiega la parlamentare del Pd - è stato inaugurato nell'estate 1978, adiacente al gruppo operatorio, per rispondere ieri come oggi a quanto previsto dalle linee guida che regolano questa importante e delicata attività sanitaria correlata a quella chirurgica, che indicano che il luogo preposto alla sterilizzazione sia ubicato quanto più vicino possibile al luogo di utilizzo per ridurre al minimo il rischio di inquinamento dei presidi medico chirurgici sterilizzati nonché la contaminazione delle sale operatorie stesse mediante l'introduzione dei carrelli per i quali non sia stato previsto un percorso pulito separato dal percorso sporco». Concetti che vedono assolutamente in linea anche i rappresentanti dell’Rdb-Cub di Vicenza, da sempre sostenitori del mantenimento della sterilizzazione all’interno del San Bortolo.
Ed in base alle considerazioni fatte l’on. Daniela Sbrollini chiede al Governo «se la scelta della Direzione generale dell’Asl 6 sia condivisa dal Governo stesso e dal ministro della Salute; se siano state adeguatamente valutate tutte le soluzioni possibili alternative all’esternalizzazione, alla luce anche delle considerazioni che in questo senso sono emerse dal tavolo tecnico appositamente istituito. E, infine, se tale scelta organizzativa dia sufficienti garanzie in termini qualitativi e di sicurezza, e se sono state prese in adeguata considerazione le importanti e qualificate esperienze professionali del personale oggi impiegate e le concrete possibilità di prevedere una diversa ubicazione della centrale stante l'ampia disponibilità di spazi e luoghi all'interno dell'ospedale San Bortolo ed attigui al blocco operatorio».
2 giugno 2009 - Il Resto del Carlino
Bologna. PER QUATTRO ore è stato difficile trovare un autobus in città...
Bologna - PER QUATTRO ore è stato difficile trovare un autobus in città. Ieri, dalle 11 alle 15, il 60 per cento dei lavoratori dell'Atc ha incrociato le braccia, con punte dell'80 in alcuni reparti, come il call center. Sciopero riuscito, secondo la Uil trasporti e il sindacato Cub Rdb. Motivo della protesta, l'ipotesi di accordo sul contratto integrativo approvata dall'azienda insieme ad altre cinque sigle sindacali, Cgil, Cisl, Sdl, Ugl e Faisa. Ipotesi dopo la quale è subito arrivato un referendum fra i lavoratori, i cui risultati vengono contestati da Uil trasporti e da Cub Rdb. «PER UNA NOTTE intera è persino sparita un'urna», spiegano Gianni Cremonini delle Rappresentanze sindacali di base e Gianluca Neri della Uil. «Ci sono aspetti di questo referendum e di tutta la vicenda che si possono configurare come comportamenti antisindacali. Nei prossimi giorni valuteremo se procedere o meno», continua Neri. Secondo i due sindacati, i punti al centro dello scontento dei lavoratori sono la mancata difesa contrattuale dei nuovi assunti, l'aumento in busta paga ritenuto «insignificante» e un accordo sul part time considerato lesivo dei rapporti fra azienda e lavoratori. «L'ALTA partecipazione allo sciopero aggiungono i due sindacalisti è un referendum reale e incontestabile, con cui i lavoratori di Atc hanno espresso un giudizio nettamente negativo all'ipotesi di accordo che alcune organizzazioni sindacali hanno sottoscritto con l'azienda in un tavolo separato». Rdb Cub e Uil trasporti non hanno infatti partecipato all'incontro. «L'accordo è stato firmato in gran segreto attacca Neri con l'obiettivo palese di escludere le due sigle sindacali. Il tentativo di Atc di circoscrivere il tavolo della trattativa alle sole sigle sindacali disponibili a sottoscrivere accordi sotto dettatura fallisce per manifesta volontà dei lavoratori di respingere i contenuti dell'intesa». A questo punto, visti i risultati dello sciopero, Rdb e Uil chiedono che si ritorni a una trattativa unitaria, come il presidente di Atc, Francesco Sutti, aveva assicurato il 7 aprile in Prefettura. « a verbale ricorda Cremonini la sua dichiarazione che non avrebbe fatto accordi separati. La mancata chiusura di questa trattativa, avvertono i sindacati, non potrà che sfociare in conflitto.
Rovigo. I PRECARI del Comune...
Rovigo- I PRECARI del Comune di Rovigo, per i quali la stabilizzazione sembra ormai prossima, prendono le distanze dalle sigle sindacali, dalle Rdb e dalle Rsu. A loro avviso la questione dei precari è stata accantonata' per dare spazio ad altri temi (come il fondo per il premio di produttività), in un momento in cui la battaglia per ottenere il posto fisso era fondamentale. Anzi, aggiungono i precari in una lettera, «abbiamo intenzione di prendere le distanze da qualsiasi strumentalizzazione proveniente dalle Rdb ed Rsu». E per questo hanno deciso di costituirsi in un comitato dei precari. «Il percorso di stabilizzazione con questa amministrazione è iniziato nel giugno 2006 quando gli stessi erano ancora Co.co.co. si una nota firmata dai tempi determinati' e non sempre nei fatti ha trovato pieno appoggio dalle Rsu e da parte di alcune organizzazioni sindacali. Collaborazione che da prima ha visto la proroga dei contratti di Co.co.co e poi con un dialogo mai interrotto ci ha portato alla selezione pubblica e al contratto a tempo determinato per tre anni». «Ora grazie ai supporti tecnici forniti dai vari uffici di competenza e dalla decisione di giunta comunale, siamo giunti, malgrado il contesto storico normativo molto problematico, all'opportunità di un contratto a tempo indeterminato ricordano i dipendenti nella nota che troverebbe la sua realizzazione se prodotto entro il mese di giugno 2009 così come previsto nelle norme vigenti: un obiettivo comune sia per noi tempi determinati che per l'amministrazione», evidenziano i 23 contratti a tempo determinato. «Il volantino distribuito il 29 maggio scorso firmato dalle Rsu del Comune di Rovigo ci lascia perplessi sull'effettiva volontà delle rappresentanze sindacali aziendali a sostenere il già avviato processo di stabilizzazione quanto l'interesse a strumentalizzare e temporeggiare per altre note questioni contrattuali, non tenendo conto dell'imminente scadenza con cui bisogna affrontare i provvedimenti fondamentali per la nostra sopravvivenza». continua la nota. «Vogliamo riconoscere quanti hanno concretamente operato a favore delle stabilizzazioni e dell'amministrazione che ne ha colto e adottato le opportunità. Pertanto ribadiamo il pieno sostegno al percorso avviato dall'attuale amministrazione».
2 giugno 2009 - L'Unione Sarda
Proclamate due ore di sciopero
Sul piede di guerra i 175 impiegati comunali
Carbonia - Due ore di sciopero e una proposta choc: chiedere il trasferimento in massa in altri enti pubblici. La prima iniziativa verrà attuata entro questo mese, la seconda è per ora solo un'idea, provocatoria, su cui sta riflettendo la Rappresentanza sindacale unitaria del Comune. Insomma, i 175 dipendenti sono ai ferri corti con l'amministrazione municipale. Dopo aver proclamato nelle settimane scorse lo stato di agitazione, la Rsu ha deciso di inasprire il livello della vertenza con la proclamazione di due ore di sciopero. I colletti bianchi sono pronti «ad incrociare le braccia immediatamente dopo mesi di inutili tentativi - spiega il coordinatore Luca Massa, Rappresentanza di Base - per far valere i nostri diritti». L'elenco delle rivendicazioni è davvero lungo. Contestano la mancata applicazione del contratto decentrato e delle progressioni orizzontali, rivendicano l'erogazione dei buoni pasto e l'istituzione di un'armeria nel Comando della Polizia municipale, per evitare così che gli agenti siano costretti a custodire l'arma in casa. Lamentano poi il mancato potenziamento degli organici nei settori cruciali «mentre questo Comune - sottolinea la Rsu - è ente capofila per servizi provinciali come la discarica, il Plus e la rete del gas». La Rsu, composta anche da Sandra Mei (Cgil), Giampiero Atzei (Cisl ) e Luciano Chia (Uil), ha così deciso di passare ai fatti alcuni giorni fa durante l'assemblea dei dipendenti. Dal canto l'esecutivo, con una nota del sindaco Cherchi e dell'assessore al personale Marco Galizia, ha fatto sapere «molti problemi possono essere risolti semplicemente con una maggiore collaborazione fra le diverse branche dell'amministrazione».(a.s.)
2 giugno 2009 - La Nuova Ferrara
OSPEDALE DENUNCIATO AI CARABINIERI
Serratura cambiata nella bacheca sindacale Rdb
«Vogliono far tacere l’unica voce del dissenso»
Ferrara - «E’ stata cambiata la serratura della bacheca sindacale dell’Rdb-Pl, senza informare la struttura territoriale». Un atto grave, dice il coordinamento provinciale del sindacato di base, che ha presentato al proposito una denuncia ai carabinieri di corso Giovecca, a firma di Claudio Grabinsky. Nella denuncia si ricostruiscono i contrasti annosi con la Direzione generale, la quale affermava che le bacheche delle sigle sindacali non rappresentative e non titolari singolarmente di prerogativa sindacale di affissione avrebbero potuto essere rimosse, essere riassegnate oppure assegnate alle Rsu. La questione è finita nelle mani di avvocati poi, il 28 maggio, Grabinsky si è accorto della sostituzione del tamburo della serratura: conciliaboli tra Rdb e direzione, riconoscimento di «un disguido» e promessa a Grabinsky di consegna delle nuove chiavi. Evidentemente al sindacato di base queste rassicurazioni non sono bastate, quindi sono scattate la denuncia e un durissimo attacco pubblico. «Si vuole far tacere l’unica voce di dissenso sindacale, adducendo come scusante la mancanza della nostra firma sugli accordi di secondo livello - sostiene la nota sindacale - A quanto pare la cultura prevalente in questo momento è sempre la stessa: zittire e oscurare i sindacati non compiacenti e critici degli accordi che hanno permesso e permettono tuttora, tra l’altro, lo smantellamento dell’amministrazione pubblica, l’utilizzo di contratti a termine,, le esternalizzazioni, le contrattazioni nazionali da fame, l’avvilimento della dignità dei lavoratori».
2 giugno 2009 - La Nazione
CASSAINTEGRAZIONE
Ipercoop, Italia dei Valori ed Rc al fianco dei sindacati di base
Sarzana - HANNO TROVATO la solidarietà dell'Italia dei Valori e di Rc i dipendenti Ipercoop dalla Rappresentanze Sindacali di Base/Cub che contestano la cassa integrazione. Ieri a Santa Caterina si sono presentate due delegazioni: una di Rifondazione, con Antonella Guastini e Sergio Olivieri. «Anche Ipercoop conduce la medesima politica portata avanti dal padronato: scaricare sui lavoratori il costo della crisi hanno detto i due dirigenti di Rc». Per l'Idv nel pomeriggio sono arrivati l'on. Giovanni Paladini, la candidata alle europee Marylin Fusco e il coordinatore provinciale Maurizio Lipillini. «Continueremo la battaglia di questi lavoratori anche in Parlamento ha detto Paladini».
2 giugno 2009 - La Provincia di Sondrio
Giornata valtellinese
Brunetta: «Crescono i consensi e Governo più forte della crisi»
Il ministro a Bormio e Chiavenna - Del Tenno: «E' importante votare Pdl»
CHIAVENNA - nostro Governo è stato più forte della crisi: mentre gli altri esecutivi europei e del mondo perdevano consensi, noi siamo cresciuti. Siamo stati gli unici. Questo vuol dire che stiamo lavorando molto bene».
E' stata una giornata valtellinese, quella di ieri, per il ministro per la Pubblica amministrazione e l'innovazione Renato Brunetta, che per la prima volta è passato dalla provincia di Sondrio. Dopo l'arrivo da Bormio, dove ha tenuto il primo incontro della trasferta, c'è stato subito un fuori programma. A Chiavenna è stato accolto da centinaia di elettori del centrodestra e da numerosi candidati alle provinciali e comunali, ma anche dai lavoratori della Rdb che hanno espresso il proprio dissenso nel confronti del governo.
Anziché dirigersi nella sala della Bps, l'economista veneziano ha puntato dritto verso il lato della piazza dei contestatori, rispondendo con ironia alle critiche. «Siamo il paese della Ferrari e di mille altre eccellenze, ma la pubblica amministrazione è stata sempre in difficoltà - ha spiegato davanti a un pubblico decisamente numeroso -. Abbiamo iniziato una rivoluzione per invertire questa tendenza negativa». Brunetta non ha dedicato una particolare attenzione alle tematiche delle elezioni europee. Ha illustrato i provvedimenti da attuare «e già attuati in moltissimi casi in Italia, con una diminuzione del 40% dell'assenteismo» nella pubblica amministrazione, ma anche nella scuola, nella sanità e nella giustizia, con l'ausilio di strumenti tecnologici come la posta elettronica certificata e tanto buon senso, «perché un certificato falso è una truffa, a danno della gente e soprattutto dei più deboli»...
2 giugno 2009 - La Sicilia
l'infettivologo: «non bruciare i rifiuti»
«Grande rischio per la salute»
di michele guccione
Palermo - Il timore di Cgil, Cisl e Uil era che politica e istituzioni volessero una soluzione tampone per garantire la pulizia della città prima delle elezioni di sabato e domenica, ritrovandoci punto e capo la prossima settimana. Dovevano anche tenere conto dell'ira dei 900 di Amia Essemme, sindacalizzati per lo più dagli autonomi di Rdb e Alba, che hanno fermato lo spazzamento e hanno cercato di rallentare se non fermare (pretendendo solidarietà) i colleghi di Amia che potevano uscire a svuotare i cassonetti avendo ricevuto guanti e scarpe.
Con la tattica del bastone e della carota, sapendo di avere contro la politica che finora ha coperto le responsabilità, e i lavoratori stanchi di promesse non mantenute, i confederali hanno posto le premesse per ottenere soluzioni durature. Ieri mattina all'incontro convocato dal Comune si è presentato solo il direttore generale Gaetano Lo Cicero, e loro hanno risposto che tratteranno solo col sindaco ad un tavolo permanente sull'intero deficit delle società controllate dal Comune.
La città, nel frattempo, è sotto scacco matto. I cumuli di rifiuti hanno raggiunto l'altezza di tre metri e non si vede a breve una soluzione per il deficit finanziario dell'Amia. Secondo quanto riferiscono i sindacati dai due vertici di ieri, uno del sindaco alla Regione e quello successivo al Comune con le parti sociali, i tentativi di Diego Cammarata di ottenere secondo legge garanzie statali per accendere prestiti con cui pagare i debiti (150 milioni) e di ricevere anche aiuti dalla Regione per il rilancio delle attività (200 milioni) non avrebbero ricevuto il necessario conforto dal presidente della Regione Raffaele Lombardo, che ha aperto un proprio tavolo di crisi con Protezione civile e Arra.
Dunque, senza aumento Tarsu e senza aiuti finanziari esterni, finalmente Comune e politica saranno costretti ad affrontare il problema della gestione dei rifiuti sotto il profilo strutturale e senza far pagare i danni ai cittadini. Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha ottenuto il superamento dell'emergenza in una settimana (arrivo di presidi di sicurezza e di autocompattatori, ruspe dell'Esercito a Bellolampo) e tornerà il 15 giugno per coordinare gli interventi strutturali sulla gestione dei rifiuti a Palermo. Un risultato del braccio di ferro di Cgil, Cisl e Uil, che hanno anche ottenuto la salvaguardia degli stipendi di giugno e dei posti di lavoro. L'altro strappo che i sindacati dovranno imporre al Comune sarà l'emissione di decreti ingiuntivi contro gli enti pubblici che non hanno pagato la Tarsu per 300 milioni e di quelli che non hanno pagato all'Amia 60 milioni per il conferimento dei rifiuti in discarica.
2 giugno 2009 - Il Secolo XIX
Viaggi, la cub denunciail caso uvet
Genova - Per la Uvet American Express, agenzia milanese di viaggi per businessman, Genova è l'ultima spiaggia. Prima del licenziamento. È quanto denuncia il sindacato Cub, Confederazione unitaria di base, raccontando la storia di Natalia D., che «appena ha scelto, liberamente, di passare dalla Cgil al sindacato Cub è stata trasferita a Genova». Trasferimento poi annullato dal giudice, «ma la direzione - scrive il Cub - non contenta di rimetterla al suo lavoro l'ha spedita con un programma di sostituzione ferie in giro per la Lombardia». Il caso ricalca, secondo il sindacato, quello un altro lavoratore, cinquantenne, impiegato dello stesso gruppo, che «di fronte alla proposta di trasferimento da Milano a Genova ha rinunciato al posto di lavoro».
1 giugno 2009 - Dire
ATC BOLOGNA. ADESIONE SCIOPERO AL 60%, SINDACATI SI SPACCANO
UIL-RDB CONTRO IPOTESI D'ACCORDO SIGLATA DA ALTRE CINQUE SIGLE
(DIRE) Bologna, 1 giu. - L'adesione allo sciopero degli autobus indetto da Uil e Rdb "e' stata superiore al 60%, con punte dell'80% in alcuni reparti". E la frattura nel fronte sindacale si fa piu' profonda. Cantano vittoria Uil e Rdb, che hanno organizzato per oggi lo sciopero di quattro ore (dalle 11 alle 15) degli autisti Atc di Bologna, in protesta contro l'azienda e gli altri cinque sindacati (Cgil, Cisl, Ugl, Cisal e Sdl) che hanno firmato nei giorni scorsi un'ipotesi di accordo separato sul contratto integrativo. In mattinata, al presidio davanti ai cancelli Atc in via Saliceto, Gianluca Neri della Uil avvertiva: "Se l'adesione allo sciopero sara' alta, oltre il 50%, un minuto dopo si aprira' un problema", sia con l'azienda sia con gli altri sindacati. Insomma, la spaccatura tra i rappresentanti dei lavoratori e' sempre piu' marcata. "L'accordo e' stato firmato in gran segreto- attacca Neri- con l'obiettivo palese di escludere due sigle sindacali". Un aspetto che secondo il responsabile Uil si puo' anche "prefigurare come comportamento anti-sindacale: valuteremo con i nostri legali nei prossimi giorni". Ad ogni modo, concordano Neri e Gianni Cremonini di Rdb, "l'alta partecipazione a questo sciopero e' un referendum reale e incontestabile, con cui oggi i lavoratori Atc hanno espresso un giudizio nettamente negativo all'ipotesi di accordo che alcuni sindacati avevano sottoscritto con Atc in un tavolo separato e dopo aver disertato la trattativa unitaria convocata dall'azienda". Insomma, continuano Rdb e Uil, "il tentativo di Atc di circoscrivere il tavolo di trattativa alle sole sigle disponibili a sottoscrivere accordi sotto dettatura fallisce per la manifesta volonta' dei lavoratori di respingere i contenuti dell'intesa". Secondo Uil e Rdb, quell'ipotesi di accordo "trascura e scavalca la piattaforma sindacale e regala all'azienda cose inaccettabili. Viene abbandonata totalmente la difesa dei neo assunti- attacca Cremonini- l'aumento contrattuale e' insignificante e il part-time e' fatto oggetto di un altro accordo separato che mira solo a mettere nel torto i 50 lavoratori Atc in causa con l'azienda". A questo punto, visti i risultati dello sciopero, Rdb e Uil chiedono che si torni a una trattativa unitaria, come il presidente di Atc, Francesco Sutti, aveva assicurato il 7 aprile in Prefettura. "E' a verbale- ricorda Cremonini- la sua dichiarazione che non avrebbe fatto accordi separati". La mancata chiusura di questo scontro, avvertono Rdb e Uil, "non potra' che sfociare in un conflitto per i mesi a seguire". Sul tavolo della trattativa per l'integrazione pesa pero' anche il comportamento di Comune e Provincia di Bologna. "La Giunta Cofferati- spiega Cremonini- ha cancellato il premio di 1,5 milioni di euro annui per l'aumento dei passeggeri. La cifra viene rimborsata da Atc, che pero' fa pesare questa cosa sul contratto integrativo". Eppure, aggiunge Neri, "soldi per fare shopping a Ferrara e Modena ci sono. Atc non e' un'azienda in crisi e ha il bilancio in attivo. Sara' difficile spiegare ai lavoratori che quando i conti erano in rosso si facevano integrativi migliori". Senza contare la questione della "detassazione irregolare" sulle varie voci del contratto, con cui Atc ha danneggiato "circa 1.500 lavoratori" facendo percepire loro uno stipendio minore.
SANITÀ. 4-5 GIUGNO SCIOPERO LAVORATORI PRECARI E STABILI CRI
SIT-IN A MONTECITORIO E DAVANTI A PREFETTURE CITTA' ITALIANE
(DIRE) Roma, 1 giu. - "Il 4 e 5 giugno i lavoratori precari e stabili di Croce rossa italiana sciopereranno e protesteranno per chiedere stabilita' del lavoro e certezze per il futuro dei servizi oggi prestati dalla Cri". Lo fa sapere una nota della RdB-Cub, in cui il sindacato chiede "la convocazione di un tavolo alla presidenza del Consiglio per l'assunzione a tempo indeterminato degli oltre 2.000 precari a tempo determinato, che costituiscono i 2/3 del personale utilizzato e garantiscono i servizi di assistenza, pronto soccorso e soccorso civile". La protesta, fa sapere il comunicato, si svolgera' davanti a Montecitorio e sotto le prefetture delle maggiori citta'. Secondo la RdB-Cub, inoltre, "per i precari le soluzioni ci sono e sono praticabili, ma implicano rivedere privilegi e ridefinire risorse, competenze e responsabilita'. E' necessario inoltre mettere fine alla voluta indifferenza sia di Croce Rossa che dei ministeri della Funzione pubblica, dell'Economia, del Lavoro, degli Interni e della Difesa, nonche' degli enti locali, costringendo tutti questi soggetti che si avvalgono dei servizi forniti dai lavoratori di Croce rossa a decidere ed attuare la stabilizzazione in tempi certi e brevi".
BOLOGNA. APPUNTAMENTI DI LUNEDÌ 1 GIUGNO
(DIRE) Bologna, 1 giu. - Questi gli appuntamenti di Bologna e Provincia:...
12.00- Bologna (Sede Atc/via Saliceto)- Presidio promosso da Uiltrasporti e Cub Rdb per un positivo rinnovo del Contratto integrativo....
1 giugno 2009 - Il Giorno
La Russa incontra i lavoratori dell'arsenale
che va verso la chiusura: «A giugno una risposta»
PAVIA - «MI IMPEGNO a dare una risposta entro la metà di giugno, dopo che mi sarò fatto relazionare sulla situazione dal sottosegretario Corsetto». Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ieri a Pavia per il comizio elettorale a sostegno del candidato sindaco Alessandro Cattaneo e dei candidati europarlamentari nella lista del Pdl, ha risposto così all'appello lanciato dai componenti della Rdb-Cub nell'Rsu dell'Arsenale. I rappresentanti sindacali dell'ormai ex-stabilimento del Genio hanno consegnato al ministro la lettera aperta in cui esprimono tutte le loro preoccupazioni. «MI SENTO un po' pavese anch'io ha detto La Russa dal palco in piazza della Vittoria perché qui a Pavia ho studiato all'Università. Conosco la vicenda dell'Arsenale, ma preferisco non scendere nei dettagli senza prima essermi fatto relazionare sugli ultimi aggiornamenti dal sottosegretario che sta seguendo la pratica». Le preoccupazioni dei sindacalisti riguardano sia il futuro dei dipendenti da traferire, sia le ipotesi di recupero dell'area.(S.Z.)
1 giugno 2009 - Città della Spezia
Ipercoop/Rifondazione partecipa al presidio delle Rappresentanze Sindacali di Base
Riceviamo e pubblichiamo:
"Una delegazione di Rifondazione Comunista, composta tra gli altri da Antonella Guastini e da Sergio Olivieri, si è recata al presidio organizzato davanti all'Ipercoop dalla Rappresentanze Sindacali di Base/Cub per portare la solidarietà del partito ai lavoratori in lotta.
Anche l'Ipercoop conduce la medesima "politica" portata avanti ovunque dal padronato: scaricare sui lavoratori il costo della crisi.
Va in questa direzione il ricorso alla Cassa Integrazione all'Ipercoop e il tentativo, neanche troppo mascherato, di mettere in discussione le figure lavorative occupate con contratto a tempo indeterminato operando invece per estendere precariato, flessibilità selvaggia, bassi salari e negazione dei diritti.
Ne risultano chiare le più complessive strategie aziendali: mentre si introduce la Cassa Integrazione a Sarzana, Coop Liguria conferma l'intenzione di avviare il Centro commerciale dell'area ex-Ip alla Spezia, in un quadro, peraltro, nel quale in provincia sono sorti come funghi altri insediamenti commerciali.
Ce ne dunque abbastanza per essere seriamente preoccupati e per sostenere, senza se e senza ma, la lotta dei lavoratori Ipercoop.
Rifondazione Comunista - Circolo XX! Luglio - Sarzana