Sollevata la questione di costituzionalità sulla norma adottata dal Governo
La questione della chiusura del tribunale di Montepulciano si arricchisce di una nuova pagina, che si affianca a quanto ugualmente successo – per ora – soltanto davanti al tribunale di Pinerolo, in Piemonte.
Infatti oggi, venerdì 21 dicembre, è stata depositata anche a Montepulciano l’ordinanza di un giudice del locale tribunale che, sollevando un dubbio sulla legittimità costituzionale delle norme che ne prevedono la chiusura, sospende la causa in corso e trasmette gli atti alla Corte Costituzionale affinché esamini se il prossimo trasferimento di tutte le cause a Siena sia conforme ai principi della nostra Carta fondamentale.
In particolare il giudice solleva anzitutto dubbi sulle modalità di formazione delle norme sotto sospetto di incostituzionalità, una legge delega fatta con un emendamento ad un decreto legge, sottoposto a fiducia, riguardante tutt’altra materia, aggirando così il normale confronto parlamentare, e sull’ingiustificato uso di un iter normativo che attribuisce al Governo la facoltà di legiferare in via delegata entro un anno.
Ma il giudice entra anche nello specifico delle problematiche locali, del tutto ignorate dal Governo nella previsione di soppressione – tra gli altri – anche del tribunale di Montepulciano.
In assoluto, infatti, Montepulciano è secondo solo a Sulmona – tra i 31 tribunali in chiusura – per difficoltà di raggiungimento della nuova sede (Siena) dal proprio circondario.
Il che significa che i cittadini, le Forze dell’Ordine, i tanti dipendenti pubblici chiamati periodicamente in tribunale per ragioni di ufficio (esempio: accompagnamento di arrestati, deposito di cose e di atti, testimonianze, etc.) si troverebbero in una situazione ben più disagiata di quasi tutte le altre realtà a livello nazionale. Basti pensare che nel territorio del circondario di Montepulciano ci sono ben due zone montane (Cetona e Amiata) e che da alcuni luoghi di tale territorio, utilizzando i mezzi pubblici, necessitano oltre tre ore di viaggio per raggiungere il Capoluogo della Provincia. In tal modo i costi per la collettività aumenterebbero, realizzando ben altro che risparmi!
Insomma: un allontanamento della giustizia dai cittadini che assomiglia parecchio ad una giustizia negata e quindi un’evidente disparità di trattamento per gli abitanti della zona rispetto alla maggior parte del territorio nazionale.
A questo punto la parola passa alla Corte Costituzionale, che potrebbe far saltare il banco di questa riforma tanto sbandierata dal Governo, ma di fatto piena di incongruenze (rimangono aperti tribunali più piccoli di Montepulciano ed altri enormi come quelli dei grossi centri metropolitani), perché se la questione venisse accolta la riforma della geografia giudiziaria si bloccherebbe e dovrebbe trovare una nuova riscrittura, possibilmente più omogenea e giusta per tutti.
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