Il MEF “ordina” che per il 2012-2013 si detraggano i giorni di sospensione delle lezioni dal totale delle ferie non godute! Il Miur a giugno scherzava.
Leggendo la circolare MEF-RGS n° 72696 del 4 settembre si colgono 2 elementi:
1) La fantasia non ha limiti quando si vuole piegare il diritto ai propri comodi
2) Il governo teme la valanga di ricorsi dei precari e tenta di dissuaderli dal presentarli con argomenti che faranno sbellicare dalle risate qualsiasi giudice del lavoro.
Non è superfluo ribadire le considerazioni già espresse dall’USB nelle precedenti puntate sulla palese ingiustizia dell’articolo 5 della spending review, che vieta la monetizzazione delle ferie ai precari, pur se questi non possono goderne avendo un contratto fino al 30 giugno.
Il MEF con la sua nota vuole ribadire la pratica di retribuire solo i giorni di ferie non godute nella misura della differenza tra il totale dei giorni maturati e i giorni di sospensione delle lezioni e per farlo asserisce:
- Che l’art. 5 comma 8 della spending review ha già disapplicato il Contratto (art. 19 comma 2) dal 7 luglio 2012
- Che i commi 54,55,56 della Legge di stabilità sono in vigore dal 1 gennaio 2013
- Che le norme contrastanti da disapplicare a partire dal 1 settembre 2013 non sono costituite dall’art. 19 comma 2 del CCNL, ma da altre
E quali sarebbero? Se tra spending review e Legge di stabilità si stabilisce già che le ferie non si monetizzano e che si prendono nei giorni di sospensione delle lezioni, per quale motivo il comma 56 dice : “Le clausole contrattuali contrastanti sono disapplicate dal 1º settembre 2013.”? E se tutto è già in vigore fin dal luglio 2012, perché posticipare la disapplicazione del contratto al 1 settembre 2013?
La nota si spinge addirittura a sottolineare che i giorni da detrarre dal totale di quelli monetizzabili sono quelli in cui era consentito fruire delle ferie, quindi a nulla vale appurare se dette ferie siano state godute o anche solo richieste.
Si conclude poi rimarcando che i periodi di sospensione delle ferie comprendono anche i giorni di settembre e di giugno in cui non siamo impegnati in attività a scuola; quei giorni in cui quasi sempre un docente lavora a casa per preparare l’anno scolastico o completare valutazioni e documentazione.
Già il 23 gennaio, all’indomani dell’approvazione della Legge di stabilità, avevamo messo in guardia dai facili entusiasmi con cui i sindacati complici gridavano vittoria e dicevano che lo scippo delle ferie non sarebbe partito prima del 1 settembre (vedi notizia correlata). In quella situazione forse i sindacati collaborazionisti furono abbagliati dalla prospettiva di risolvere una grana senza mai aver voluto tentare di opposi, ma anzi avendo avallato la spending review con l’accordo del 3 maggio 2012. Ora gli stessi sindacati tacciono o, al massimo, danno per scontato il dato di fatto e pubblicano comunicati con la tabella fornita dal MEF, senza minimamente accennare all’illegittimità della norma (ma a che serve un sindacato se ci dice solo di adeguarci alla prepotenza del padrone?)
Come prevedevamo, per far valere il diritto al pagamento delle ferie non godute sarà necessario portare le carte in tribunale, dove dubitiamo che i giudici prenderanno sul serio le fantasiose tesi giuridiche del MEF. Nei prossimi giorni avvieremo i contenziosi legali in ogni provincia.
Non accetteremo che i precari paghino una patrimoniale al contrario. Non vogliono retribuire le ferie non godute? Si prevedano contratti fino al 31 agosto per tutti o, quantomeno, si prolunghino i contratti fino al 31 luglio per consentire la fruizione delle meritate ferie. Se proprio devono fare cassa per seguire le fallimentari politiche dell’Unione Europea, tagliassero gli stanziamenti per gli F-35 e i loro micidiali carichi di bombe.
Il 18 ottobre, giorno dello sciopero generale, andremo a urlare anche questo insieme agli altri lavoratori che non intendono adeguarsi alla prepotenza del padrone.