Nella giornata di venerdì 05/06/2015 la DRE Piemonte ha trasmesso alle OO.SS. e ai Rappresentati RSU del CAM di Torino un’informativa riguardante la revoca del distacco presso il CAM di alcuni lavoratori/trici che svolgono l’attività di consulente telefonico (addetti appartenenti alla seconda Area – posizioni economiche prima e seconda).
Pertanto il 15 giugno, con soli dieci giorni di preavviso, 6 colleghi del CAM di Torino dovranno rientrare negli uffici di appartenenza a seguito della revoca del loro distacco che perdurava dal 2000, anno della sua costituzione.
Il provvedimento dell’Amministrazione fa seguito agli sviluppi di un contenzioso giudiziario vertente sullo svolgimento di mansioni superiori di lavoratori inquadrati nelle posizioni economiche prima e seconda della seconda area.
In merito vale la pena citare il documento dell’Amministrazione, dove quest’ultima, pur in presenza di una decisione giurisdizionale, non rinuncia a esprime il proprio disappunto:
“Contrariamente all’avviso di questa Agenzia, il giudice del lavoro, uniformandosi ad un orientamento giurisprudenziale diffuso anche presso altre Corti di merito, ha riconosciuto le nominate mansioni superiori, con ciò concretizzando una attuale problematica di revisione del ruolo dei lavoratori inquadrati come detto e in servizio quali consulenti telefonici” (cit. lett.).
Il provvedimento dell’Agenzia, inoltre, opera un pericoloso rovesciamento di significati, ascrivendo la nascita del problema al risultato giurisprudenziale e individuando i colleghi quali portatori dello stesso, laddove i lavoratori sono solo le vittime di un modo patologico di gestire e organizzare l’Ente pubblico.
Paradossale è il fatto che la situazione in cui si trovano questi colleghi è stata generata dalla stessa Agenzia con politiche sbagliate del personale (un ritornello che ultimamente si è fatto ridondante), visto che il CCNL 2002-2005 prevedeva il superamento delle qualifiche professionali all’interno delle nuove aree (A1, A2, A3) e pur in presenza di inquadramenti differenti, le funzioni potevano essere svolte da tutti coloro che erano stati inquadrati nella stessa area.
La contropartita a questa operazione poco felice, doveva essere progressioni economiche generalizzate, progressioni che avrebbero determinato – nell’arco di una decina d’anni - un riallineamento tra lavoro svolto e inquadramento.
Ma tutto ciò non è avvenuto e oggi i colleghi di prima e seconda area sono costretti, con un atto pericoloso e senza precedenti, a far le valigie e tornare in ufficio contro la propria volontà.
Nonostante quanto detto nulla è valso l’incontro con l’Amministrazione del 09/06/2015 dove, su richiesta di ritiro del provvedimento da parte di OO.SS. ed RSU del CAM, la Parte Pubblica si è trincerata dietro presunte inevitabili conseguenze di un provvedimento del giudice; opponendosi, inoltre, alla richiesta (in subordine) di voler almeno sospendere la decorrenza del provvedimento, per verificare la possibilità di mantenere in servizio presso il CAM di Torino i lavoratori interessati.
Le motivazioni del provvedimento “urgente” e le modalità con cui è stata gestita l’intera situazione non lasciano dubbi: l’Amministrazione ha voluto dare un segnale forte non solo ai colleghi del CAM di Torino, ma a tutti i lavoratori (poiché non sono poche/i le colleghe ed i colleghi di seconda area che operano in Agenzia nella medesima situazione di fatto), sul rischio che si corre nell’opporsi alle politiche aziendali.
I colleghi in questione hanno la “colpa” di aver fatto valere i propri diritti davanti al giudice del lavoro, che gli ha dato ragione ribandendo un principio sacrosanto: un lavoratore non può essere assegnato a mansioni di una qualifica superiore senza il riconoscimento della retribuzione adeguata.
In data 11/06/2015 le lavoratrici ed i lavoratori del CAM di Torino si sono pertanto riuniti in una partecipata assemblea sindacale dove, insieme alle RSU e alla presenza di alcune OO.SS., hanno mostrato grande solidarietà ai colleghi vittime del provvedimento e si sono confrontati sulle forme di opposizione da porre in essere. La parola simbolo dell’assemblea è stata DIGNITA’, in risposta alla produzione di solitudine dei lavoratori e alle richieste di rassegnazione e sottomissione collaborativa volute dall’Amministrazione.
E’ stato quindi proclamato lo stato di agitazione del personale in servizio presso il CAM di Torino, che riguarderà l’astensione dal lavoro straordinario a decorrere dal 29 giugno fino a tutto il 7 luglio. Le forme specifiche di mobilitazione saranno rese note nei prossimi giorni.
L’USB sarà a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori del CAM nel rivendicare giustizia per i gli interessati dalla revoca del distacco (e per tutti coloro che potrebbero un giorno trovarsi nella medesima situazione), poiché pare assurdo che dal riconoscimento di un diritto debbano derivare perdita di professionalità, penalizzazione economica, disagio territoriale e rottura della relazione con l’attuale ambiente di lavoro ecc..
La mobilitazione di Torino, se avrà successo, sarà anche l’opportunità per tutti/e i colleghi/e di essere protagonisti, di far impattare una vertenza apparentemente locale su questioni di carattere nazionale; ponendo in discussione la propaganda di un Ente che in nome di un presunto efficientismo dilata il tempo di lavoro e l’offerta di servizio al pubblico, ma allo stesso tempo allontana dal CAM di Torino quasi il 10% della forza lavoro.
In chiusura ricordiamo che l'USB ha avviato nei CAM dell'Agenzia delle Entrate una raccolta di firme dal titolo "Io la domenica non lavoro...". Crediamo che dinanzi alla richiesta dell'amministrazione di apertura domenicale dei CAM per la data del 5 luglio in prossimità della scadenza dei termini per l'invio del 730 precompilato previsto per il 7 luglio, sia necessario dare una risposta forte e collettiva.
L'USB, pertanto, invita i delegati, le strutture e i lavoratori a sottoscrivere la mozione e ad inviarla al seguente indirizzo: agenziefiscali@usb.it.