La pausa dei lavori del Parlamento sancisce di fatto la non approvazione dell’art. 7 ammazzastabilizzazioni, contenuto nel disegno di legge 1167 in discussione al Senato, che prevedeva entro il 30 giugno il termine delle procedure di stabilizzazione.
“La mancata approvazione dell’articolo ammazzastabilizzazioni voluto da Brunetta è la conferma che la questione precari nel P.I. non può avere come soluzione il licenziamento e la cancellazione anticipata delle norme speciali per le stabilizzazioni”, dichiara Cristiano Fiorentini della Direzione Nazionale di RdB/CUB Pubblico Impiego. “I precari ci sono, sono tanti e garantiscono che servizi essenziali vengano erogati con continuità. Di fronte a questo dato di fatto ineludibile, le schermaglie sui numeri del monitoraggio non inchiodano il Governo alle sue responsabilità e sono utili solo per chi non vuole affrontare seriamente la questione precarietà o per chi difende le scelte del precedente Governo, esse stesse insufficienti e limitate negli effetti”.
“A questo punto – prosegue Fiorentini - non si tratta più di difendere la situazione esistente e con essa la precarietà; al contrario si deve arrivare alla stabilizzazione di tutti i precari del Pubblico Impiego, un investimento utile a rilanciare la P.A. e migliorare i servizi che essa fornisce ai cittadini. I processi di stabilizzazione vanno inoltre confermati ed estesi a tutte quelle forme contrattuali che non sono state considerate nelle prime stesure.”
Conclude il dirigente RdB-CUB: “Per questi motivi, dopo le iniziative di lotta nei posti di lavoro, le manifestazioni e i presìdi sotto al Senato per bloccare l’ ammazzastabilizzazioni, i primi di luglio saremo in piazza per festeggiare questa parziale ma importante vittoria e per lanciare un ponte ideale con il prossimo autunno, quando il movimento dei precari scenderà in piazza per rivendicare con assoluta determinazione il diritto ad un futuro senza scadenza”.
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