Questa mattina i rappresentanti sindacali TIM di USB hanno promosso un presidio davanti alla sede istituzionale di TIM come prima risposta all’arrogante ipotesi aziendale di una nuova solidarietà, che altro non è che una forma diversa di cassa integrazione, nonostante i cospicui utili dichiarati alla comunità finanziaria.
Una delegazione è stata ricevuta dal Dott. Pipita, di HR, che ringraziamo per la cortese disponibilità, al quale abbiamo esposto, oltre ad altri, due punti fondamentali:
- i lavoratori TIM non meritano una nuova solidarietà, dopo aver dimostrato responsabilità e abnegazione nel periodo di pandemia, garantendo la continuità aziendale e affrontando senza risparmio di energie le criticità che si sono di volta in volta presentate;
- la necessità di specializzare su ciascun lavoratore la formazione, importante per mantenere, rafforzare e aumentare le proprie conoscenze, superando l’estrema genericità di argomenti presenti nel catalogo corsi oggi proposto.
Il Dott. Pipita, pur ribadendo i principi base del nuovo piano industriale, ha garantito che si farà portavoce delle nostre istanze presso i vertici aziendali.
Prendiamo atto dell’apertura aziendale alle nostre osservazioni e rimaniamo in attesa che tale disponibilità si traduca in atti concreti.
Come ripetuto ossessivamente in molti dei corsi proposti, le nuove sfide dell’era digitale si affrontano con il coinvolgimento reale dei lavoratori, fornendo loro motivazioni e obiettivi chiari. Una nuova solidarietà agirebbe invece nella direzione opposta.
USB rimarrà vigile sugli sviluppi successivi della situazione, mettendo in atto tutte le iniziative che si dovessero rendere necessarie per garantire formazione efficace e tenuta dei salari.