Noi lavoratrici e lavoratori del comparto Agenzie Fiscali riteniamo una vergognosa provocazione lo stanziamento di 300 milioni di euro per il rinnovo dei contratti pubblici fermi ormai da sei anni che il governo Renzi ha previsto con la prossima legge di stabilità. Questa cifra si traduce in un aumento di circa 6 euro mensili, a fronte di una perdita di migliaia di euro causata dal blocco contrattuale.
A questo si deve aggiungere un nuovo blocco previsto per il salario accessorio 2016 che non potrà essere superiore a quello del 2015.
Il miglioramento dei servizi pubblici si ottiene anche con forti investimenti per il personale, su retribuzioni e percorsi stabili di sviluppo professionale. Per un welfare universale e gratuito per la difesa dei servizi pubblici serve un Fisco forte, messo nelle condizioni di contrastare efficacemente l’evasione fiscale e di far pagare le tasse a chi non le ha mai pagate.
Al contrario, il governo Renzi impone la spending review e i vertici delle Agenzie obbediscono chiudendo centinaia di uffici e togliendo ai cittadini i servizi fiscali regalati ai CAF e agli studi professionali.
Siamo contrari al taglio e alla privatizzazione dei servizi pubblici, alle leggi che favoriscono nei fatti l’evasione e l’elusione fiscale e che lasciano sulle spalle di lavoratori dipendenti e pensionati un carico fiscale ormai insopportabile, superiore all’80%.
Condanniamo il piano di chiusura degli uffici territoriali che contraddice l’idea di un Fisco forte e credibile e chiediamo forti investimenti sulla macchina fiscale.
Chiediamo percorsi stabili di sviluppo economico e professionale, a partire dalle progressioni economiche da finanziare con tutte le risorse fisse e ricorrenti anche quelle indebitamente utilizzate per le posizioni organizzative.
Chiediamo che in questa difficile fase attraversata dal comparto, siano individuate soluzioni definitive in ambito contrattuale che diano risposte alle tante professionalità presenti nella nostra Amministrazione che ha preteso di valorizzare solo poche centinaia di funzionari abbandonando decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori al loro destino.
Chiediamo che si ponga fine all’infinita diatriba relativa agli incarichi dirigenziali, attraverso l’immediata indizione di un concorso per dirigenti trasparente che garantisca pari opportunità a tutti.
Chiediamo che il diritto alla carriera esca dalle aule dei tribunali e torni ad essere materia negoziale, anche abrogando la norma di legge che impedisce i passaggi d’area che invece erano un preciso impegno e un diritto contrattuale.
Chiediamo che la riorganizzazione in atto si traduca in più servizi per più cittadini e in un Fisco più forte a tutela e a difesa dei cittadini a partire dalla fasce sociali più deboli.
Approviamo la scelta di USB Pubblico Impiego di indire lo sciopero generale del 20 novembre 2015, contro le elemosine al posto degli aumenti contrattuali, per la difesa dei servizi pubblici, per i nostri diritti, la nostra dignità, la nostra funzione sociale di lavoratrici, lavoratori e cittadini.