Una legge che, come nella “migliore tradizione emiliana” arriva ancora prima che il Governo abbia concluso l'iter legislativo sui medesimi argomenti e stanziato i fondi necessari per evitare licenziamenti e mobilità coatte dei lavoratori dei vari servizi interessati.
Fare i “primi della classe” mette a rischio ulteriormente oltre i diritti dei lavoratori, l'efficacia dei servizi fondamentali come ad esempio quello della tutela ambientale, in quanto crea il cosiddetto effetto groviera con molti buchi che ora bisognerà trovare il modo di chiudere.
L'approvazione della legge è stata però accompagnata da una protesta dei lavoratori, in particolare delle Province e della Regione e dei loro rappresentati RSU che hanno presidiato con USB il palazzo del Consiglio Regionale.
La protesta, ha fatto si che l'assessore Petitti, dopo molti mesi di conflitto a distanza, ci incontrasse ufficialmente assumendosi poi l'impegno di aprire un tavolo di confronto importante in questa fase per evitare che si svolga il "mercato delle vacche" nella mobilità dei lavoratori, per garantire, invece, la volontarietà con regole certe e verificabili con la massima trasparenza.
Ma il tavolo di confronto dovrà affrontare e chiudere altre centinaia di buchi; dal trovare le risorse e le modalità per assumere i precari che lavorano per le cooperative svolgendo funzioni pari a quelle dei dipendenti pubblici, a garantire la funzionalità dei servizi che la Legge ha frantumato.
Un tavolo che per ciò che ci riguarda continuerà ad essere affiancato dalla mobilitazione dei lavoratori che chiameremo presto ad opporsi agli effetti devastanti del combinato disposto delle scelte governative e regionali che determinano una frammentazione contrattuale senza precedenti con la nascita di 38 (trentotto) trattamenti contrattuali integrativi differenti a parità di prestazione lavorativa.
Sono mesi che gridiamo che la soluzione era quella di assumere tutti in Regione senza disperdere i lavoratori in mille inutili e ingestibile rivoli e qualche risultato, anche dell'ultimo minuto c'è stato.
Le lavoratrici e i lavoratori regionali non passeranno nelle Agenzie ma rimarranno dipendenti della Regione in distacco funzionale.
Le funzioni della polizia provinciale saranno suddivise tra quelle fondamentali che passeranno ai comuni e le altre che invece saranno prese in carico dalla regione.
I Centri dell'impiego dovrebbero trovare casa in regione perché il governo con molta probabilità - decisione di questi giorni - provvederà alla copertura economica dei due terzi delle risorse necessarie.
I dipendenti delle province trasferiti in Regione non dovranno tornare negli organici provinciali come prevedeva il Progetto di Legge ma rimarranno negli organici regionali con presidi regionali in ogni territorio provinciale.
La mobilitazione paga e se continueremo a rafforzare i legami tra lavoratori pubblici, con quelli privati, con chi è senza casa, migrante o disoccupato, anche loro ieri in presidio con proprie delegazioni, riusciremo a difendere e a rilanciare quel welfare che il governo nazionale e quelli territoriali, vogliono smantellare in ossequio ai dettati della Troika.
Un buon inizio della campagna in difesa del Welfare e della democrazia che nelle prossime settimane ci vedrà impegnati in altri importanti appuntamenti a cui chiamiamo fin da ora tutti a dare il proprio contributo.
FEDERAZIONE USB EMILIA ROMAGNA