Rinnovo del contratto, 250 mila nuove assunzioni, stabilizzazione di tutti i precari della scuola e delle ditte delle pulizie, più scuola e lezioni per gli studenti: questa sarebbe la sorpresa
Sciopero breve di tutto il personale durante il primo Collegio Docenti di apertura dell'anno scolastico
Il presidente del Consiglio ha dichiarato che con il Decreto sulla scuola del prossimo 29 agosto riuscirà a sorprendere famiglie, studenti e lavoratori della scuola. Annunci ad effetto e arroganza di chi è abituato alla genuflessione dei sindacati collaborazionisti, la verità invece rimane dura e il ruolo dei Governi che si stanno succedendo non cambia: esattori della Trojka. Non si può rimanere fedeli a questa Unione Europea e produrre sorprese positive per i lavoratori e i loro figli.
Dalle indiscrezioni trapelate e rese note da fonti giornalistiche, nonché dal “comizio” del ministro Giannini nella tana di Comunione e Liberazione, si apprende infatti che nelle intenzioni del governo ci dovrebbe essere 1 miliardo di finanziamenti, dal 2008 ne abbiamo persi almeno 15; una toppa mal messa per i “quota 96” gli esodati della scuola, rimasti fuori da qualsiasi soluzione; vaghi piani pluriennali di assunzioni per rendere più mansueta la Corte di Giustizia Europea sul precariato storico; aumenti stipendiali, ma a fronte della ventilata proroga del blocco dei contratti e degli scatti fino al 2017; l'avvio della valutazione delle scuole tramite l'invalsi che fa pensare, col blocco dei contratti in corso, ad aumenti solo alla “corte” al servizio dei dirigenti che si presterà a lavorare gratuitamente e supinamente; forte ingerenza dei privati nella vita della scuola in cambio di una manciata di fondi, con differenziazione tra regioni ricche e regioni povere e, come afferma il ministro, nessuna differenza tra scuola della Repubblica e “diplomifici” privati.
Renzi da dove prende i fondi? Dalla spending review (ovvero tagli ai servizi, cioè operazione di cannibalismo della pubblica amministrazione) e dai fondi europei gestiti dalle regioni; fondi che da anni USB cerca di far utilizzare nella scuola ma che, quando sono impiegati, di norma servono per soddisfare interessi e clientele locali e per introdurre forme contrattuali sempre più precarie.
Se davvero il presidente del Consiglio vuole stupirci deve immediatamente rinnovare i contratti, restituendo quanto sottratto finora (tra i 5.000 e i 7.000 euro a lavoratore); varare e attuare realmente un piano serio di assunzioni per rispettare i diritti acquisiti di centinaia di migliaia di precari, anche abolendo la riforma Fornero; restituire i 250.000 posti sottratti alla scuola negli ultimi 15 anni.
Per questi obiettivi USB ha rilanciato la mobilitazione e conferma lo sciopero di un'ora di docenti e ATA fin dal giorno del primo Collegio Docenti. Il messaggio al Governo è chiaro: signori, o rispondete ai bisogni della scuola e dei suoi lavoratori, o USB non ritirerà lo sciopero ed è solo l' inizio dell'anno scolastico