Il Presidente Napolitano ha rinviato alle Camere il cosiddetto “Collegato al Lavoro”, richiedendo una nuova “deliberazione” soprattutto su alcuni specifici articoli (art. 31 e 20) relativi a “...temi attinenti alla tutela del lavoro, di indubbia delicatezza sul piano sociale...”, richiedendo che gli intenti del parlamento “... possano realizzarsi nel quadro di precise garanzie e di un più chiaro e definito equilibrio tra legislazione, contrattazione collettiva e contratto individuale.”
Esprimiamo la nostra soddisfazione per la decisione formale di Napolitano che di fatto rappresenta una bocciatura della maggioranza di governo e di Cisl, Uil e Ugl che avevano già formulato la loro approvazione ancor prima della firma del Presidente della Repubblica.
Per due anni, nel più completo silenzio dei partiti in parlamento e di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, questa legge è stata presentata, discussa ed approvata. Solo negli ultimi giorni, con il Congresso Cgil in pieno svolgimento ed in aperta campagna elettorale, è emersa qualche flebile critica da parte della Cgil e del centro-sinistra.
Il sindacalismo di base e moltissimi avvocati e giuristi, quasi del tutto inascoltati, criticano invece da mesi e mesi questo provvedimento.
Questa iniziativa del Presidente Napolitano può e deve rimettere in moto un processo di opposizione concreta a questa legge ed alla filosofia che la sostiene.
Richiamiamo quindi le forze politiche e sociali a fare ciò che non hanno fatto sino ad oggi, ad un concreto e fattivo intervento per fermare quel che rappresenta realmente questa legge: la fine del diritto del lavoro e l'ennesimo e pesantissimo attacco ai diritti ed alle condizioni dei lavoratori.
RdB - SdL