Nel corso degli anni il salario accessorio per i dipendenti pubblici è diventato una parte sempre più consistente della retribuzione e questo è avvenuto per chiare scelte politiche che tutti i governi negli ultimi venti anni hanno fatto con la condivisione di CGIL, CISL e UIL.
Il salario accessorio è necessario come arma di ricatto in mano ai dirigenti, come strumento clientelare in mano ad alcuni sindacati, come elemento di divisione dei lavoratori.
La crescita abnorme del salario accessorio rispetto allo stipendio tabellare è stata inoltre utilizzata per dividere ulteriormente i lavoratori pubblici in quanto ogni amministrazione ha disposto fondi ad hoc per incrementarlo, con il risultato di vedere retribuzioni estremamente differenziate da amministrazione ad amministrazione.
Possiamo, quindi, definire “povere” alcune amministrazioni ed, invece, “ricche o genericamente benestanti” altre.
Sicuramente il Ministero del Lavoro e P. S. rientra nel novero delle prime non avendo a disposizione altri fondi se non quelli derivanti dal FUA (che è bene sempre ricordare è alimentato in larga percentuale dai soldi sottratti dagli aumenti contrattuali di tutti i lavoratori).
In sostanza possiamo dire che nel nostro Ministero in questi ultimi dieci anni amministrazione e controparte sindacale sono state impegnate in infinite sessioni di contrattazione nelle quali si dividevano le “briciole” destinate ai lavoratori.
Il risultato è stato: fondi unici di amministrazione dove, soprattutto negli ultimi anni, con l’ingresso dei concetti di produttività e meritocrazia accompagnati dall’attacco mediatico ai dipendenti pubblici, si sono sottoscritti accordi estremamente discriminanti dove la ripartizione del salario accessorio ha determinato forti sperequazioni economiche tra lavoratori; un CCNI ed un accordo sulle progressioni economiche che, a distanza di dieci anni l’uno dall’altro, hanno accentuato (se ce ne fosse stato ancora bisogno) tali sperequazioni utilizzando le risorse del salario accessorio per riqualificazioni e progressioni economiche a spese di tutti ma a beneficio solo di alcuni.
Se la stabilizzazione del salario accessorio, come noi delle RdB abbiamo sempre sostenuto, deve mettere al riparo le retribuzioni dalle incursioni banditesche di questo (ma anche di altri) governi, tale stabilizzazione deve riguardare tutto il personale e non solo una parte di esso (altrimenti che stabilizzazione è?)
Ora mettiamo a confronto gli incredibili risultati frutto di “accorte strategie sindacali” messe in atto presso la nostra Amministrazione da quei sindacati (ed in particolare da uno:la CISL) che rivendicano la loro “politica del fare”, con gli accordi, invece, stipulati presso altre Amministrazioni sulla ripartizione e stabilizzazione del salario accessorio.
Ecco cosa se ne ricava:
MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO (EX MAP)
Stipulati due CCNI con i quali, utilizzando le risorse del FUA, TUTTI i lavoratori ottengono due progressioni economiche!!! (La RdB firma)
MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE
Gli accordi sul salario accessorio destinano i fondi del comma 165 (Legge Finanziaria 2009) a tutti i lavoratori garantendo loro somme medie di 2000 euro sulla base del raggiungimento degli obiettivi nei quali viene coinvolto il 100% di tutto il personale con il 100% del risultato di tutto il personale. (La RdB firma)
Il primo CCNI ha garantito al 35% del personale le progressioni economiche (La RdB non firma)
Gli accordi sulle progressioni economiche 2010 garantiscono a più dell’81% dei lavoratori una progressione economica. (La RdB firma)
MINISTERO DELLA DIFESA
Con il CCNI vengono siglate riqualificazioni per il 20% del personale. (La RdB non firma)
Con l’accordo sulle progressioni economiche siglato nel 2010 viene garantita una progressione economica all’80% dei lavoratori. (La RdB firma)
CORTE DEI CONTI
Con una serie di accordi stipulati sul FUA viene garantita una progressione economica a TUTTI i lavoratori !!! (La RdB firma)
AGENZIE DELLE ENTRATE
Con il nuovo contratto di Comparto 2004 e, soprattutto, dopo una lunga battaglia i lavoratori ottengono che il 67% circa del salario accessorio venga stabilizzato in busta paga. Questo garantisce da più di sei anni una retribuzione media di 2500 euro lordi (in parte pensionabile) per TUTTI i lavoratori in base al livello di inquadramento ed alla presenza in servizio. (La RdB firma)
Con i due accordi integrativi del 2005/2006 viene garantita una progressione economica a TUTTI i lavoratori. (La RdB firma)
Con gli accordi attuali viene garantita una nuova progressione economica all’ Agenzia del territorio per il 72% dei lavoratori, all’Agenzia delle Dogane al 60% dei lavoratori. (La RdB firma)
MONOPOLI DI STATO
Con gli accordi integrativi del 2008/2009 viene garantita a TUTTI i lavoratori una progressione economica. (La RdB firma)
MINISTERO DELLA SALUTE
Il famigerato art. 7 distribuisce una media di 5000 euro a TUTTI i lavoratori in base al livello di inquadramento ed alla presenza in servizio. (La RdB non firma questi accordi per due motivi: il primo perché i soldi che dovrebbero essere destinati per legge solo al personale livellato vengono assegnati anche ai dirigenti e ad alcuni Direttori Generali della Salute, il secondo motivo è perché per gli anni 2009 e 2010 il nostro Ministro, con un atto di estrema arroganza, ha destinato parte di queste somme al proprio entourage (Uffici di Gabinetto) beneficiando 167 lavoratori del Ministero del Lavoro ed escludendo tutto il resto del personale. )
Anche se presso questa Amministrazione le progressioni economiche possono essere considerate un “dettaglio” (per quanto abbiamo detto sopra), con il CCNI del 2000 presso il Ministero della Salute è stata garantita una progressione economica a TUTTO il personale!! (La RdB firma)
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Nel corso degli ultimi anni siglati almeno tre accordi sulle progressioni economiche che utilizzando i soldi del FUA hanno garantito tre progressioni economiche a TUTTI i lavoratori. (La RdB firma).
Tutto questo dimostra che in molte Amministrazioni sia quelle definite “povere” come in quelle che definiremo invece “benestanti o ricche”, in alterne fasi, si è proceduto a tentare di stabilizzare sia i fondi derivanti dalle leggi speciali, sia i fondi derivanti dai FUA, garantendo ai lavoratori una distribuzione, se non proprio uniforme, comunque sempre basata su concetti molto lontani dalla preventiva applicazione del decreto 150 (Brunetta) e , invece, molto vicini a quello che la RdB ha sempre sostenuto: i soldi sottratti alle tasche dei lavoratori nelle tasche dei lavoratori devono tornare!
Cosa ha impedito che tutto questo potesse essere realizzato anche presso il Ministero del Lavoro?
Qualunque possa essere la risposta a questa domanda una cosa è certa: Amministrazione e OO. SS. concertative dimostrano da tempo un malcelato disinteresse (eufemismo!) per i dipendenti del Ministero del Lavoro e P.S. i quali, a loro volta, sembrano del tutto ammansiti e invece di inviare segnali forti di dissenso, cancellandosi in massa da quelle organizzazioni sindacali abituate a svendersi e a svenderli sui tavoli di concertazione, continuano ancora a votarle durante il rinnovo delle RSU e magari si bevono pure le diffamazioni nei confronti della RdB che, a seconda delle fasi, vengono messe artatamente in giro dai sindacati al servizio dell’Amministrazione e dei Governi di turno (sono inaffidabili perché sanno solo dire di no e fosse per loro non prendereste una lira … sono estremisti pericolosi … fanno politica e non fanno sindacato … non partecipano alle trattative … ecc.).
Non ci sembrerebbe strano che, anche questa volta, gli stessi sindacati “del fare” che hanno individuato criteri ingiusti per escludere dai percorsi quasi tremila di noi e non hanno voluto prendere in considerazione le richieste sensate avanzate dalla RdB, si attivassero in seguito ad indirizzare i malcapitati lavoratori colpiti dallo “splendido” Accordo da essi firmato presso i loro avvocati per i ricorsi individuali. Praticamente sarebbero ricorsi contro loro stessi, ma già è avvenuto e non ci stupiremmo se accadesse di nuovo.
Speriamo di sbagliarci in questa realistica previsione.
Tutto questo non sarebbe accaduto se invece di utilizzare i circa 11 milioni e 800 mila euro fossero state utilizzate tutte le somme certe derivanti dal FUA 2010 e che ammontano a 15 milioni, 124 mila euro. Infatti sarebbero bastati poco più di 700 mila euro per assicurare una progressione economica a tutti i lavoratori della prima e della seconda fascia, già penalizzati fortemente dal contratto integrativo del 2001.
I restanti 2 milioni e 400 mila euro avrebbero permesso una progressione economica a una percentuale ben più alta di lavoratori della terza fascia rispetto a quella stabilita con l’attuale accordo.
La Cisl in un suo recente comunicato ricorda che la RdB ha firmato … “alla chetichella”… il Contratto Collettivo Nazionale Lavoro del comparto Ministeri (senza quella firma saremmo stati esclusi da tutti i tavoli di trattativa). Ora, visto che le Amministrazioni di cui il sopracitato elenco hanno attuato le progressioni economiche per tutto o quasi tutto il personale sulla base di quel Contratto, ci chiediamo: perché mai ciò che è possibile in altre Amministrazioni dello Stato invece al Ministero del Lavoro diventa automaticamente una proposta impraticabile, addirittura inverosimile e, dunque, da scartare a priori?
Non sarà perché il nostro è un Ministero volutamente lasciato allo sbando?
Roma, 20/12/2010
Coordinamento Nazionale USB/RdB – Ministero Lavoro e P.S.