[...] Il giudice del Lavoro del Tribunale di Cagliari accoglie le ragioni della lotta che la nostra sigla ha intrapreso nei confronti dell’Agenzia delle Entrate da oltre un anno e mezzo, cioè da quando la sigla è venuta a conoscenza dell’utilizzo di software che spiano in diretta l’attività dei lavoratori.
Dapprima abbiamo tentato la via del tavolo negoziale, ma è risultato inutile, perché i dirigenti locali si sono dimostrati incapaci di prendersi le responsabilità che l’art. 4 dello statuto dei lavoratori gli attribuisce e preferiscono farsi dettare la linea da Roma. Con quali risultati è sotto gli occhi di tutti.
Malgrado l’Agenzia si sia impegnata tutta, spendendo soldi del contribuente (viaggi in aereo, forse anche la missione) per portare ad un tavolo locale il capo ufficio relazioni sindacali direzione centrale del personale Dr. Bray, a riprova del sostegno di tutta l’Agenzia alle sventurata difesa locale dei software spia, a cio’ nulla è servito. Dirigenti locali e nazionali (pagati dai contribuenti) dichiaravano che non esisteva soluzione alla vicenda in quanto i software utilizzati sono nazionali ed utilizzati in tutti i Cam.
USB/ RdB ha trovato la soluzione e quindi posto in essere una battaglia legale per ottenere la disattivazione dei software-spia COGNOS e CCPulse, che tra l’altro sono stati disattivati dall’amministrazione prima ancora che il dispositivo del giudice venisse emesso, nel tentativo di smontare il nostro ricorso.
L’amministrazione è stata difesa dall’Avvocatura dello Stato. Ancora soldi pubblici spesi male. A cui si aggiungono le spese processuali sostenute dall’amministrazione in quanto soccombente.
Ma il dispositivo emesso dal giudice di Cagliari non ammette dubbi. [...]
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