I ministeri vigilanti hanno sbloccato il Contratto integrativo INPS del 2018, tuttavia sembra che il via libera resti condizionato a richieste d’intervento sulla contrattazione integrativa del 2019 che sarebbero mal digerite dalle parti contraenti.
E’ probabile che i ministeri chiedano l’applicazione dell’art. 78 del CCNL, quello per intenderci che prevede la maggiorazione dell’incentivo per una ristretta quota di personale (il cosiddetto super incentivo). Una delle misure che ci hanno spinto a non firmare il contratto collettivo nazionale di lavoro.
Bisognerà inoltre verificare se i ministeri abbiano desistito dal chiedere che il TEP sia collegato agli obiettivi di produttività e alla performance individuale, con il rischio di vedere trasformato tale strumento di riconoscimento della professionalità in un surrogato di premio individuale.
Insomma, siamo probabilmente alle battute finali di una trattativa portata avanti certamente in modo non brillante dall’INPS e non sostenuta adeguatamente dalle parti sindacali presenti al tavolo di trattativa. Quel che è certo è che si stanno accumulando colpevoli ritardi che avranno una ricaduta negativa anche sulla contrattazione 2019, che deve essere ancora avviata.
Tali ritardi rischiano di non rendere più possibili entro dicembre 2019 i passaggi economici all’interno delle Aree A e B per collocare i lavoratori alla posizione apicale di quelle aree: A3 e B3, un obiettivo che la USB voleva perseguire già nel 2018 e che le altre organizzazioni sindacali hanno impedito che si realizzasse. Se anche quest’anno non dovessero essere possibili tali passaggi la colpa sarebbe unicamente di quelle organizzazioni sindacali presenti al tavolo sindacale nazionale.
Chiediamo che l’Amministrazione sia pronta ad erogare con la retribuzione di ottobre il saldo dell’incentivo 2018 e le spettanze relative al TEP. Ogni ulteriore ritardo sarà considerato inaccettabile.