La Sicilia, si sa, è una terra mitologica e Catania lo è particolarmente.
Alla DP di Catania si passa dalla Vittoria di Pirro alla profezia di Cassandra: come avevamo previsto sin dallo scorso incontro puntualmente si sono verificate le profezie sulle percentuali di rientro e sulle criticità legate al fatto che non si sia pervenuti a un accordo ma ad un mero verbale. Andiamo con ordine.
A seguito della richiesta della RSU, col sostegno di USB ed FLP, il 13 ottobre siamo stati riconvocati per un terzo incontro in materia di lavoro agile e rientri. In particolare sono stati chiesti chiarimenti sulle percentuali e sui rientri, dal momento che il calcolo fatto dalla DP, almeno sulla carta, non teneva conto dei fragili e soprattutto ricomprendeva le ore non in presenza effettuate dai genitori con figli minori di 14 anni e si è di fatto arrivati a percentuali di presenza di poco sotto il limite normativo
( 49 %). Il tutto accompagnato dall’atavica questione della mancata rotazione agli sportelli per cui di fatto ci sono colleghe e colleghi che rientrano anche 5 volte alla settimana, con buona pace del protocollo nazionale che prevede “ai lavoratori che svolgono attività indifferibili in presenza e che intendono accedere agli istituti di conciliazione vita- lavoro sarà garantita tale possibilità attraverso le opportune rotazioni” .
Durante l’incontro USB ha fatto presente, in primis, il fatto che il protocollo nazionale comprendesse aspetti e istituti ulteriori rispetto alle decisioni prese durante lo scorso incontro ( flessibilità, prestazione oraria mista, fasce di contattabilità) e in tal senso aveva trasmesso preventivamente una proposta con punti non contemplati nel verbale dell’ incontro 22 settembre.
Apriti cielo! Su tale questione c’è stata una totale chiusura di parte pubblica che ha ritenuto invece che un accordo non fosse necessario. É stata persino suggerita a USB una lettura dei manuali di diritto amministrativo (!), universalmente noto come fonte suprema del diritto sindacale. Chissà cosa ne direbbe il compianto Gino Giugni, che nella sua prefazione ai testi che hanno fatto la storia del diritto sindacale scriveva:
Il diritto sindacale è quella parte del diritto del lavoro contenente un insieme di norme, poste dallo Stato o dalle stesse organizzazioni di lavoratori ed imprenditori, che nelle economie di mercato disciplinano il conflitto di interessi derivante dall’ineguale distribuzione nei processi produttivi.
E invece la conferma che i timori di USB sulla forma ( verbale o accordo) fossero tutt’altro che questione di lana caprina si è avuta quando durante la discussione è venuto fuori il problema legato alla cura dei figli minori under 14 , ovvero il fatto che l’art. 6 comma 5 del Protocollo nazionale ( smart senza rientri) non essendo contenuto nel verbale sindacale del 22 settembre potrebbe ( sul punto il condizionale è d’obbligo ) non essere esigibile.
Da settimane USB ripete come un mantra in tutti i tavoli sindacali che i genitori con figli minori di 14 anni si trovano in una situazione estremamente difficile, viste le linee guida sulla scuola ( che non a caso si provvede sempre ad allegare) e tutta una casistica non contemplata a livello normativo ( la malattia figlio in attesa del tampone negativo per poter rientrare a scuola) e che, altresì, il protocollo nazionale prevede per loro un’ipotesi specifica di innalzamento della percentuale del 50 % di smart working ( art. 2 comma 4).
Insomma, l’ipotesi della prestazione oraria mista per i genitori di figli sotto i 14 anni prevista dal verbale sindacale del 22 settembre non è una misura esaustiva e se davvero si arrivasse a non riconoscere la piena vigenza dell’art. 6 comma 5 ( motivate esigenze personali e familiari) per casi del genere saremmo a tutti gli effetti in una ipotesi pienamente recessiva rispetto al Protocollo nazionale che USB dichiara sin d’ora inaccettabile. A conferma della meritevolezza della questione, vale la pena di far sapere che in altre DP la questione cura figli è stata disciplinata sia con la prestazione oraria mista ( art, 6 comma 4 Protocollo nazionale) che con le previsioni di smart senza rientri ( art 6 comma 5 Protocollo nazionale).
Front Office e autorizzazione al prelievo materiale per lavoro agile:
Altro tema che USB ha posto all’attenzione di parte pubblica è lo sforamento fisiologico del turno al front office e il portare con sè le pratiche a casa per le lavorazioni da remoto, senza avere alcuna autorizzazione formale in tal senso. Su questo tema, la proposta di USB era quella di prevedere una clausola nell’accordo ( ad integrazione art. 7 Protocollo nazionale che nulla dice sul punto) ovvero “il lavoratore in Lavoro Agile è autorizzato a prelevare dall’ufficio il materiale necessario per svolgere la sua attività lavorativa fuori sede, salvo eventuali espliciti dinieghi indicati dal datore di lavoro”. Vista la chiusura sull’addivenire a un accordo USB ha chiesto l’emanazione di un atto dispositivo a tutela del personale ricevendo in cambio una dichiarazione di “garanzia, ferma restando la diligenza nella custodia degli atti”. Noi riteniamo che il tragitto casa lavoro non possa rilevare solo in maniera asimmetrica, ovvero per le mail che il protocollo nazionale impone quando si esce di casa, ma debba valere per tutti gli aspetti infortunistici, ivi compresi quelli dei rischi connessi alla fuoriscita dei documenti dall’Ufficio.
Protocollo attività esterne:
USB, che in perfetta solitudine durante l’Estate aveva chiesto modifiche su modifiche al protocollo e che si è tempestivamente attivata dopo quanto accaduto in Commissione Tributaria Regionale, in assenza di criteri di selezione della partecipazione, mancata formalizzazione di un protocollo anticontagio con le Commissioni nonchè totalmente contraria alla previsione di due persone a macchina, ha reiterato la mancata firma al protocollo.
Come sempre vi terremo aggiornati sugli sviluppi non senza ribadire sin d’ora una certa preoccupazione per il fatto che a quanto pare gli accordi, alla DP di Catania, li vogliono discutere in pochi, sia di qua che di là del tavolo.
USB PI Agenzie Fiscali Sicilia