Questa mattina il Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria ha convocato le OO.SS. per informarle sullo stato dell’arte dei lavori sulla revisione della geografia giudiziaria e, quindi, sul triste destino di alcune migliaia di lavoratori costretti a subire il forzato spostamento ad altra sede giudiziaria. Queste sono le novità.
- La chiusura di tutti o della quasi totalità degli Uffici del Giudice di Pace già individuati sarà definitivamente decretata dal Consiglio dei Ministri, sentiti i pareri del CSM e delle competenti commissioni parlamentari.
- Le Sezioni Distaccate di Tribunale sono state ritenute dal competente gruppo di lavoro ministeriale poco efficienti o comunque poco rispondenti alle reali esigenze del servizio giustizia; ciononostante si potrebbe non arrivare alla loro totale soppressione solo “per mantenere in alcuni territori un presidio di giustizia, per ragioni sociali”.
- Sulla soppressione e/o accorpamento dei Tribunali e Procure non capoluogo di provincia sono state invece fornite solo generiche indicazioni: il modello ideale di Tribunale dovrebbe servire un bacino di utenza di circa 268.000 abitanti, dovrebbe avere un organico di circa 28 giudici e trattare circa 19.000 affari all’anno (tra civile e penale); tuttavia anche in deroga a questi requisiti si potrà tener conto della particolare posizione geografica degli uffici (sedi insulari e di montagna), dei mezzi di collegamento, ecc. Sarà inoltre possibile riequilibrare le diverse caratteristiche di due Tribunali limitrofi, accorpare due Tribunali vicini anche se appartenenti a distretti giudiziari diversi o addirittura a distinte Regioni.
A questo punto la USB P.I. ha rilevato come ancora una volta, in assenza di criteri certi, trasparenti e condivisi, la scelta di chiudere questo o quell’ufficio ricadrà nella clientelare discrezionalità del potere politico che, noncurante delle effettive esigenze del servizio e dei lavoratori, si preoccuperà di privilegiare il bacino elettorale preferito.
Infatti nulla è stato riferito sulla sorte del personale perdente posto, sui disagi – morali e materiali - che saranno costretti a sopportare i lavoratori interessati allo spostamento in altra sede.
La USB P.I. ha quindi ribadito la necessità, nel pieno rispetto dell’accordo sulla mobilità interna del personale giudiziario, di avviare un apposito tavolo negoziale per concordare criteri e modalità sullo spostamento del personale e per prevedere un indennizzo da attribuire a tutti coloro che saranno costretti a cambiare sede di lavoro.
L’Amministrazione, in accoglimento delle richieste di parte sindacale, ha fissato una riunione per il prossimo 21 marzo sulla mobilità del personale e tre incontri “tecnici” per il 3, 12 e 17 aprile per discutere distintamente degli uffici giudiziari del Centro, del Nord e del Sud Italia.
In vista dei prossimi incontri invitiamo tutti i lavoratori interessati dalla possibile soppressione del proprio ufficio a fornire ogni utile indicazione e suggerimento per rappresentare al meglio le effettive condizioni di lavoro del personale giudiziario.