Il “Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni” da poco istituito presso l’Agenzia del Territorio, come primo atto ha deciso di appoggiare la richiesta fatta da USB, e respinta dall’Amministrazione, per ottenere i buoni pasto per le lavoratrici e i lavoratori in maternità.
Il 31 ottobre 2011 l’Agenzia del Territorio respingeva la richiesta fatta il 14 settembre da USB essenzialmente per tre motivi:
- i riposi di cui agli artt. 39-46 del D. Lgs. N. 151 del 26/03/2001 sono ore lavorative ma non si configurano come attività lavorativa;
- il buono pasto non ha natura contributiva;
- il dipendente ha l’obbligo di effettuare attività lavorativa superiore alle sei ore.
Non soddisfatti della risposta abbiamo scritto al CUG ricordando che la Direttiva europea recepita dal decreto legge 145/2005, stabilisce che: ”Ai sensi della presente direttiva un trattamento meno favorevole riservato ad una donna per ragioni collegate alla gravidanza o al congedo per maternità ai sensi della direttiva 92/85/CEE costituisce una discriminazione”, inoltre, il CCNL delle Agenzie Fiscali quando stabilisce le “condizioni di attribuzione dei buoni pasto” parla sempre ed esclusivamente di orario di lavoro e mai di attività lavorativa e che anche l’ARAN si è espressa con parere favorevole dell’ARAN per l’attribuzione dei buoni pasto in maternità.
Il 2 dicembre il CUG scrive all’Agenzia per chiedere di riesaminare la propria posizione in merito alla risposta di diniego data alla richiesta legittima di USB.
In un momento in cui i diritti dei lavoratori vengono sempre più calpestati crediamo che occorra battersi con determinazione per non cedere alcunché.
Rifiutiamo la logica con cui prima i nostri diritti vengono “trasformati” in privilegi per essere cancellati senza vergogna. Così sta avvenendo per la malattia, non più interamente pagata, per la rivalutazione automatica degli stipendi all’inflazione reale, ormai un sogno di altri tempi, per i rinnovi dei CCNL bloccati sino al 2017.
Rifiutiamo anche il fatto che la crisi la debbano sempre e soltanto pagare i lavoratori dipendenti. Per questo USB manifesterà nelle maggiori città italiane il 15 dicembre con presidi, sit in e flash mob per ricordare che la “crisi va pagata da chi l’ha provocata”.
Scarica comunicato e nota del CUG in fondo alla pagina.