La convocazione del Ministro Sacconi con le autonomie locali , FIAT e sindacati concertativi (con l’esclusione del sindacato di base) non passerà inosservata, se tutto il mondo del lavoro guarda con attenzione a quello che succederà durante l’incontro , certo i lavoratori del gruppo e dell’indotto, parte vitale della stessa FIAT, accoglieranno le delegazioni ricordando loro che non sono disponibili a tornare ai tempi degli anni cinquanta dove diritti e salario erano tutti da conquistare .
Per noi lavoratori, è importante mettere al centro della discussione il futuro occupazionale, nessun posto di lavoro deve essere messo a rischio e questo non deve essere realizzato con l’azzeramento dei diritti conquistati con tanta fatica in anni di dure lotte .
La FIAT ci ha abituato a socializzare le perdite e privatizzare gli utili , producendo dove più basso era il costo del lavoro ed impoverire sempre di più quello che restava sul territorio nazionale , con cassa integrazione continua , facendo accordi sindacali che dividono i lavoratori e per incentivarne l’esodo.
Questa della ZASTAVA in Serbia è l’ultima perla che la FIAT ci riserva , anche se dalla fabbrica ci comunicano che lo stabilimento è ancora un cantiere aperto ,sul piazzale sono ferme oltre 4500 vetture , tutti gli operai sono in cassa a zero ore e circa il 70% è sovvenzionato dal governo serbo per salvaguardare il minimo garantito, che in Serbia è pari a 160 Euro.
Si hanno seri dubbi sulla decisione di Marchionne infatti in un anno , sul progetto , ha già cambiato il piano tre volte.
Questo girotondo di annunci oltre che diretto a dividere i lavoratori , parrebbe un tentativo , ancora una volta di chiedere sovvenzioni pubbliche a scapito di tutta la comunità che in una situazione di grave crisi che sta ricadendo principalmente su lavoratori e pensionati , non se ne ha assolutamente bisogno.
Ufficio stampa USB, TORINO