Un altro anno è passato pericolosamente, un anno trascorso sulla breccia come sempre, che ci ha visto ampiamente protagonisti di tutta una serie di iniziative che senza dubbio hanno lasciato il segno, dentro e fuori l’Istituto di Previdenza. Per la verità non ancora trascorso se è vero com’è vero che domani la DGAI (la Direzione Generale sull’Attività Ispettiva) ha pensato bene di convocare tutte le OOSS maggiormente rappresentative a un incontro “chiarificatore e definitivo” sulle modalità di coordinamento dell’intero ramo ispettivo, al fine malcelato poi di emanare un’apposita circolare entro il prossimo 31.12 perché dal 2 gennaio, almeno sulla carta, dovrebbe partire l’INL. Giusto per non farci mancare nulla… Ripercorriamo insieme allora le tappe principali di questo percorso:
- Gli esiti lusinghieri del questionario sui rischi di stress da lavoro correlato hanno riportato al centro di ogni discussione l’emergenza sicurezza, sulla quale bisogna tornare ad investire prioritariamente senza se e senza ma.
- La trasparenza dei dati e la continuità delle informazioni anche nel corso del 2016 hanno caratterizzato l’attività sindacale, come dimostrano i 110 comunicati emanati (di cui 77 nazionali e 33 regionali) e senza trascurare tutta la documentazione proveniente dalle sedi diffusa capillarmente.
- La denuncia, spesso solitaria, per il clima di caccia alle streghe instaurato dai vertici dell’amministrazione nei confronti di un personale bistrattato e basato su contestazioni infondate e sulla presunzione di colpevolezza.
- Le 120 assemblee organizzate a livello nazionale (di cui 39 nel Lazio) per tenere sempre alta la guardia ed informare i colleghi, culminate nelle due videoconferenze che ci hanno permesso di raggiungere insieme 150 sedi.
- Le denunce di parziale informazione e/o mancata trasparenza indirizzate ai media e agli organi di stampa sul conflitto di interessi e sulla ennesima riorganizzazione dell’Istituto imposta dall’alto senza condivisione.
- Il rilancio della vertenza mansioni in tre momenti successivi, che ha fatto registrare la partecipazione di centinaia di lavoratori inquadrati nelle aree A e B, pronti a riprendere la vertenza all’inizio del prossimo anno.
- Le iniziative, i presidi e le tante manifestazioni culminate nel riuscitissimo sciopero generale del 21 ottobre in difesa dello stato sociale, per il lavoro ed il rinnovo del contratto di pubblico impiego.
- La grande manifestazione organizzata praticamente da soli per dire NO in maniera schietta e trasparente al referendum che ci ha visto protagonisti in centinaia di piazze, mentre gli altri firmavano marchette al governo.
- L’assoluto rigetto dell’attuale sistema di misurazione della produzione che risulta completamente fasullo e di fatto penalizza i dipendenti, delle quali modifiche da troppo tempo si blatera solamente.
- Il rilancio della rivalsa contributiva, a seguito del ricorso definitivamente vinto al terzo grado di giudizio in merito all’accantonamento d’imposta su cedolino stipendiale, in base a quanto statuito dalla Corte Costituzionale a partire dal 1° Gennaio 2011.
- La ferma, intransigente e reiterata valorizzazione delle strutture sociali, i cui delicati e certo non facili risvolti a livello sociale sono ancora oggi in troppi ad ignorare, amministrazione compresa.
- Da ultimo ma solo in ordine di tempo la recente sottoscrizione dell’ipotesi di contratto collettivo nazionale integrativo per il 2017, essendo state di fatto recepite tutte e tre le principali richieste della USB.
Un anno che però, sopra ogni altra cosa, vogliamo dedicare a lui, Abdel Salam, professore in Egitto ed operaio con regolare contratto in Italia, morto in piena notte mentre provava a difendere i diritti di altri lavoratori, precari. Lavoratori inermi per i quali la triade sindacale ha mostrato di non nutrire alcun interesse.