Il Tribunale ordinario di Torino, Sezione Lavoro, ha dato pienamente ragione al ricorso ex Art. 28 Legge 300/1970 presentato da RdB-CGIL-CISL-UIL-CISAL, riconoscendo il comportamento antisindacale della Direzione Regionale INPS del Piemonte e disponendo l’annullamento di tutti gli atti relativi ai punti contestati. Inoltre l’INPS è stato condannato alla pubblicazione della sentenza sul sito istituzionale del Piemonte e al pagamento delle spese processuali.
Un pieno successo per le ragioni delle cinque organizzazioni sindacali ricorrenti. Tuttavia la sentenza assume un’importanza eccezionale, per questo l’abbiamo definita esemplare, poiché afferma con chiarezza che la Riforma Brunetta, il d. lgs 150/2009, per essere applicata deve essere prima recepita dal contratto collettivo nazionale e questo potrà avvenire solo con il prossimo triennio 2010-2012.
Un passaggio fondamentale, che restituisce valore alle attuali regole contrattuali, messe in discussione non solo dalla Direzione Regionale del Piemonte ma anche da altre Direzioni Regionali e, soprattutto, dagli organi centrali di gestione dell’Istituto. Valga, a titolo di esempio, il tentativo di imporre un unico orario di lavoro regionale, a dispetto di quanto stabilito dalle attuali norme contrattuali che demandano tale materia alla contrattazione territoriale. Abbiamo ripetuto più volte al tavolo sindacale nazionale che le relazioni sindacali non possono essere modificate in barba ai contratti, così come la parte del d.lgs. 150/09, relativa ai premi ed alle famigerate fasce, dovrà essere prima recepita dal prossimo contratto collettivo di lavoro e, solo successivamente, potrà essere applicata negli enti pubblici.
L’amministrazione INPS, a tutti i livelli, è avvisata! Per quanto ci riguarda, dobbiamo continuare a difendere gli attuali spazi di confronto sindacale, respingendo con forza l’assalto alle relazioni sindacali attuato da un’amministrazione asservita ai voleri di un governo che ha come obiettivo la distruzione dello Stato Sociale.