Di Ylenia Sina
Dopo un Natale di lotta è arrivato il momento del confronto. Lunedì 11 gennaio a Roma (ore 16.30) è in programma un’assemblea pubblica alla quale i movimenti di lotta per il diritto all’abitare chiamano a raccolta tutte le realtà politiche e sociali della città. Luogo dell’incontro: Tendopoliz, il presidio istituito il 23 dicembre scorso, subito dopo aver occupato i gruppi consiliari capitolini, dai Blocchi Precari Metropolitani, Asia RdB, il Coordinamento Cittadino e il Comitato obiettivo casa, proprio davanti alla sede dell’assessorato alla Casa su Lungotevere de’ Cenci.
Occasione dell’appuntamento, la conferenza dei capigruppo comunali che si riuniranno per la calendarizzazione della discussione sul Piano Casa e decideranno, se e quando, concedere il consiglio straordinario sull’emergenza abitativa richiesto dai movimenti.
«Esprimiamo tutte le nostre perplessità verso il piano casa del sindaco Alemanno» spiegano i Movimenti per il diritto all’abitare «che cancella definitivamente il ruolo pubblico nelle politiche abitative e non propone alcuna soluzione per risolvere l’emergenza».
Lunedì, accanto alle famiglie di Tendopoliz, saranno presenti anche quei nuclei in emergenza abitativa che, il 4 dicembre, giornata nazionale contro gli sfratti e gli sgomberi, hanno iniziato un presidio permanente contro le banche e la crisi davanti a due edifici vuoti di proprietà della Bnp/Paribas e di Unicredit in via del Policlinico 137/143. «Questi palazzi» spiegano i Movimenti «potrebbero essere utilizzati per affrontare la drammatica emergenza abitativa romana».
Così, a sostegno di quanti hanno passato le feste natalizie al freddo, con solo un gazebo e qualche tenda da campeggio per ripararsi dalla pioggia, i Movimenti lanciano un appello a tutte quelle realtà «impegnate per un disegno della città incentrato sul recupero e sul riuso più che su nuove cementificazioni. Riteniamo infatti» concludono «che le numerose resistenze contro la crisi, i licenziamenti, gli sfratti e il caro affitti devono unirsi e manifestare insieme un forte dissenso all’inadeguatezza delle soluzioni proposte dalle amministrazioni e dal governo per affrontare la precarietà abitativa e di reddito».