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Sanità Pubblica

USB denuncia l’ultimo (per ora) fallimento della sanità lombarda: nei reparti RSA in appalto il quadruplo dei morti che nei reparti a gestione interna. Il caso Golgi-Redaelli

Nazionale,

L’Unione Sindacale di Base ha ultimato una relazione sulle gravissime irregolarità nei sette reparti RSA appaltati dalla ASP Golgi-Redaelli a un consorzio di cooperative. La relazione è stata inviata inviata ieri, lunedì 5 luglio 2021, alle procure di Milano e Monza, all’assessora regionale Moratti, all’ATS di Milano, all’Anac, all’Orac, alla Commissione d’inchiesta lombarda sull’emergenza Covid-19 e alla Commissione regionale III, competente sulla Sanità, per le verifiche e i provvedimenti di rispettiva competenza.

L’appalto Golgi Redaelli era stato subito giudicato da USB come eccessivamente al ribasso perché potesse garantire un’assistenza dignitosa. Nello stesso senso si era pronunciato anche il TAR, in occasione di un ricorso dopo l’aggiudicazione della gara.

Per capire la gravità della situazione nelle sette strutture (quattro a Milano, tre a Vimodrone), basterà dire che nel 2021 (1° gennaio-18 giugno) nei reparti RSA in appalto si sono verificati quasi il quadruplo dei decessi rispetto a quelli gestiti direttamente dalla ASP.

USB chiede pertanto l’interruzione dell’appalto, la reinternalizzazione del servizio e l’assunzione del personale alle dirette dipendenze del Golgi-Redaelli. USB ritiene altresì inderogabili le dimissioni dell’intero vertice dell’ASP, e non può fare a meno di sottolineare come le preoccupanti vicende rilevate in una delle poche RSA pubbliche, getti automaticamente ombre inquietanti sul settore, consegnato quasi per intero dalla Regione Lombardia nelle mani dei privati.

Gli stessi privati che hanno clamorosamente fallito nella risposta alla pandemia, scaricando sulla sanità pubblica, piegata e piagata da decenni di tagli, tutto l’onere della risposta al Covid-19. USB chiede, purtroppo retoricamente, di sapere quante delle migliaia di morti registrate nelle RSA si sarebbero potute evitare se soltanto fossero state applicate le minime condizioni di sicurezza, messe a rischio da precariato ed appalti, e se le istituzioni come Regione e Comuni avessero effettuato i necessari controlli.

La situazione denunciata è la prova del fatto che la pandemia non ha insegnato nulla e che le scelte di chi gestisce il sistema socio-sanitario-assistenziale continuano a essere improntate alla difesa del profitto invece che alla tutela della Salute

Tutela scandalosamente mancata anche in un ente come l’ASP Golgi-Redaelli. In particolare USB denuncia, prove alla mano:

  1. L’assoluta mancanza di controlli sull’andamento dell’appalto, che risulta carente in termini di adeguata assistenza ma anche rispetto alla manutenzione dei reparti, mettendo così a rischio la sicurezza di ospiti e personale
  2. Una carenza endemica di personale, assolutamente insufficiente per garantire una sufficiente qualità dell’assistenza e, in qualche caso, anche operazioni essenziali come la corretta alimentazione dei pazienti. Una carenza determinata anche dalle scelte della Regione Lombardia che ha fissato in soli 901 minuti settimanali per ospite, il livello totale di assistenza, omnicomprensivo di tutte le figure professionali: un dato che colloca la Lombardia in coda alle classifiche nazionali
  3. La volontà dell’ASP Golgi-Redaelli di preferire l’affidamento di servizi in appalto, piuttosto che assumere il personale necessario, adeguando in questo modo sempre più i propri standard aziendali a quelli degli appalti
  4. La gestione sospetta degli appalti, dal momento che per più di dieci anni all’interno dei reparti dell’ASP Golgi-Redaelli è stato operativo un appalto non genuino, quindi irregolare, che ha portato le ore “acquistate” del personale ausiliario dalle 112.000 previste nel capitolato alle quasi 300.000 del 2018. Una operazione avvenuta nel silenzio di tutti i soggetti istituzionali che hanno competenza in merito, dall’Ispettorato del Lavoro agli assessorati regionali
  5. La palese dimostrazione che il TAR aveva giudicato correttamente che l’importo dell’appalto (appena 39 milioni, per la gestione di sette reparti per sei anni) fosse troppo basso per garantire il buon funzionamento dell’appalto e dell’assistenza; come purtroppo stiamo drammaticamente verificando
  6. La certezza che nessuno – nemmeno tra i dirigenti dell’ASP Golgi-Redaelli - abbia controllato se l’appalto garantisse gli standard minimi di qualità

Giovedì dalle ore 17.00 assemblea pubblica online dell’USB sulle pagine Web e FB dell’USB Lombardia.

USB Lombardia

6-7-2021