La mobilitazione dei lavoratori è un dato importante perché è proprio la rassegnazione e la passività a costituire terreno fertile per politiche retributive e normative che arretrano le condizioni dei lavoratori. La storia del movimento sindacale insegna che laddove c’è stata partecipazione e protagonismo si sono ottenute importanti conquiste.
Fatta questa doverosa premessa, è altrettanto importante che la mobilitazione abbia obbiettivi e prospettive chiare, che consentano appunto di invertire una tendenza sfavorevole.
Nel caso dei lavoratori delle Agenzie Fiscali ci troviamo in presenza di tre questioni egualmente importanti che devono tutte far parte di una vertenza capace di riconquistare salario e futuro:
1) La questione dei cronico ritardo con il quale viene corrisposto il nostro salario accessorio. Siamo nel 2019 e del salario accessorio 2016 neanche l’ombra. Ciò è frutto di un meccanismo folle, contorto e pasticciato all’interno del quale il nostro salario diventa una variabile dipendente da troppi condizionamenti esterni (su tutti, i capricci del Ministro di turno per la firma del comma 165 che, come è noto, finanzia una parte consistente del nostro salario accessorio).
2) La questione dei tagli che affliggono da tempo il nostro salario accessorio erodendolo sempre più. Per il 2016 si attestano sui 55 milioni alle Entrate e circa 15 alle Dogane (pari a 1.400 euro in meno a testa). Alle Entrate, poi, potrebbero aggiungersi ulteriori decurtazioni relative alla rideterminazione degli importi provenienti dalle convenzioni con soggetti pubblici e privati per le quali l'Agenzia ha fornito, a titolo oneroso, consulenze o servizi aggiuntivi che determinerebbero ulteriori 1000 euro a testa in meno di salario accessorio! Un vero e proprio scandalo considerato che gli obbiettivi, sempre più sfidanti, sono stati puntualmente raggiunti anche con un personale in costante diminuzione. Né i vari acconti ed accontini che vengono corrisposti in corso d’anno spostano la questione: troppo spesso gli acconti servono proprio per occultare i tagli e gettare fumo negli occhi dei lavoratori. In altre parole, ti taglio il 2016, ma nel contempo ti corrispondo un acconto sul 2018, così magari non ti accorgi del taglio….
3) La questione della stabilizzazione delle risorse. Se il nostro salario accessorio è sempre ballerino e presta il fianco ad interventi volti a ridimensionarlo è proprio perché manca un meccanismo, appunto la stabilizzazione delle risorse, che lo metta al riparo da assalti di vario tipo. Considerato che le risorse fisse sono oramai in via di esaurimento, la stabilizzazione delle risorse del salario accessorio, è quindi uno strumento decisivo per garantire futuro ai lavoratori delle Agenzie fiscali (per esempio per finanziare progressioni economiche o istituire una 14esima mensilità) e, al contempo, per sottrarlo al costante rischio di tagli e decurtazioni di vario tipo.
Un mobilitazione vera che vuole avere prospettiva ed obbiettivi chiari deve, quindi, tenere insieme tutti e tre gli aspetti: non basta rivendicare puntualità nella corresponsione del salario accessorio, se poi questo deve essere sensibilmente tagliato. Così come non basta protestare contro i tagli senza trovare una soluzione (la stabilizzazione) che consenta di scongiurarli anche in futuro. Il toro va preso per le corna e la questione va affrontata nella sua complessità, procrastinare i problemi senza mai affrontarli serve solo a sprofondare sempre più nel baratro.
La disponibilità alla mobilitazione che i lavoratori stanno dimostrando non va dispersa.
Venerdì 12 aprile SCIOPERO delle AGENZIE FISCALI
CONTRO IL RITARDO NELLA CORRESPONSIONE DEL SALARIO ACCESSORIO
CONTRO I TAGLI
PER LA STABILIZZAZIONE DELLE RISORSE