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Sanità

Verona, USB: la direzione dell'ospedale Sacro Cuore di Negrar nega alle dipendenti parte del congedo per maternità e le ore di allattamento

Verona,

In contrasto con quanto affermato  sulla stampa dall’ AD Cracco, che si vanta  di partecipare al progetto, ricevendo i relativi fondi pubblici del Presidente del Consiglio “progetto Conciliamo”, ossia la messa in pratica di una organizzazione del lavoro che concilia gli orari di lavoro/famiglia con i dipendenti  presso l’ospedale Sacro Cuore di Negrar. Tale progetto  pare in contrasto  nei fatti e nella realtà.

In questi giorni a due lavoratrici sono stati negati diritti di legge in materia di maternità per l'allattamento.

Ad una lavoratrice non sono stati concessi i mesi suppletivi di congedo per maternità post parto per chi fa lavori a rischio, e sempre alla stessa lavoratrice è stata negata la riduzione di orario per allattamento.

La lavoratrice nonostante le insistenze e le segnalazioni all’Ispettorato del lavoro, vista la non risoluzione della questione e l’impossibilità di trovare modi diversi per accudire la figlia ha dovuto rassegnare le dimissioni.

Sottolineiamo: Per poter allevare la figlia  neonata  è  stata costretta  a licenziarsi!

- la seconda lavoratrice ha chiesto la riduzione di orario per allattamento: negato, ed è stato pure negata la possibilità prevista sempre dalla legge di essere esentata dal turno notturno sino al compimento del terzo anno di età del figlio.

Questi sono i fatti concreti che contraddicono le affermazioni del AD Cracco, non si possono tacere, altrimenti ne diverremmo "complici".
Abbiamo inoltre segnalato la situazione all’ ITL e alla Consigliera provinciale pari opportunità.

Questi fatti, ampiamente documentati, sono  gravissimi e denotano un forma di finzione tra quanto si dice e quanto realmente si fa. E  va pure aggiunto che l’Ospedale non riconosce  e non paga ai dipendenti il tempo di vestizione stabilito dal CCNL.
E’ gravissimo  che nei posti di lavoro accadono fatti simili, che denotano quanta strada e quanta mobilitazione serva per poter lavorare e nello stesso tempo ed essere madre e padre.

Ci si riempie la bocca per la tutela della famiglia, ci i lamenta che non si fanno figli, ma se poi succedono questi fatti gravissimi. Se poi gli stipendi sono insufficienti le parole di retorica che nascondono una realtà diversa, fatta di mancanza di diritti e di reddito.

Le lavoratrici madri devono avere quello che gli spetta, e in nessun luogo di lavoro devono mai essere discriminate.

USB Veneto

Raniero Germano