La giornata del 6 settembre ha rappresentato un ulteriore passo indietro verso la nascita di una nuova compagnia aerea che rispetti i propri dipendenti. Il presidente esecutivo di ITA, Alfredo Altavilla, presente insieme all'amministratore delegato Fabio Lazzerini, ha cambiato nuovamente le carte in tavola in un confronto già molto duro: dopo aver ridotto i termini per l'adesione alla piattaforma di selezione, ha al sindacato di aderire entro la giornata di ieri al "nuovo modello contrattuale" in barba al programma che prevedeva un confronto fino almeno al 20 settembre, mentre sui numeri lo stesso Altavilla ha fatto capire che anche per handling e manutenzione ci saranno tagli pesanti.
Sono stati presentati due documenti diversi: uno legato all'esperimento della procedura per la cessione del ramo aviation ITA che conteneva tutte le criticità che da giorni denunciamo come inaccettabili: selezione del personale proveniente dal Gruppo Alitalia, assunzione ex novo, azzeramento anzianità, carichi familiari, sociali, caregiver, categorie protette, e un altro sull'adesione a un nuovo modello contrattuale dove erano richiesti tagli del 30% dei salari sul Contratto Nazionale del personale navigante e il 20 % di quello di terra.
Dopo aver provato a raccogliere le adesioni da parte dei sindacati, Altavilla ha dovuto accettare un rinvio di 48 ore richiesto con forza da molte organizzazioni sindacali, cercando nonostante tutto di porre la pregiudiziale rispetto alla richiesta del sindacato di avere certezza degli ammortizzatori sociali disponibili. Dopo poche ore, ITA ha inviato una lettera che non correttamente poneva come accettata la pregiudiziale sugli ammortizzatori, stabilendo un ultimatum per l'accettazione dei documenti alle ore 17 di mercoledì 8 settembre.
Un metodo non accettabile e un merito scandaloso, con l'evidente strumentale utilizzo del ricatto di poter selezionare persone provenienti dal mercato per avere mano libera nella cancellazione di quelle tutele e quelle salvaguardie storiche che sono garantite dal contesto giuridico italiano ed europeo. Questo è un segnale di allarme non solo per i dipendenti Alitalia ma per tutta la classe lavoratrice italiana.
Tutto questo viene portato avanti nel nome di un accordo in Europa che non solo non abbiamo ancora visto, ma che riteniamo non possa aver chiesto la rottamazione del personale Alitalia e che in ogni caso, ammesso e non concesso che Margrethe Vestager si fosse ubriacata, non può essere superiore alla legge e ai regolamenti vigenti.
Non possiamo chiamare in causa un Governo che da tempo dimostra tutta la sua ferocia contro i lavoratori di questo Paese, ma all'appello manca drammaticamente la politica, azionista di maggioranza di un'azienda pubblica, che si sta girando dall'altra parte lasciando al momento i lavoratori Alitalia soli di fronte a tale arroganza manageriale.
Di fronte a questi eventi, USB e le organizzazioni confederali hanno condiviso l'assoluta necessità di convocare un'assemblea generale per mercoledì 8 settembre presso lo scalo di Fiumicino dalle ore 13.00 alle ore 18.00 e di predisporsi a presidiare con tutta la determinazione e rabbia possibile la sede di ITA.
USB non intende cedere un passo: sul tema di enorme gravità di uno Stato, non una multinazionale come in GKN o in Whirlpool, che sta negando i diritti dei lavoratori, abbiamo organizzato un convegno per giovedì 9 settembre dalle ore 16.00 presso la sala Capranichetta in piazza Montecitorio che, causa limiti da Covid 19, sarà trasmesso in streaming sul sito e sui canali social di USB.
USB Lavoro Privato