Niente come una pandemia dimostra se un sistema economico e politico funziona oppure è completamente sbagliato. Niente come una pandemia dimostra quali interessi stanno nel cuore di quel sistema, se quelli di pochi potenti oppure quelli dell’intera popolazione.
Dopo un anno, milioni di morti in tutto il mondo e misure messe in campo dai cosiddetti paesi “a capitalismo avanzato” totalmente inadeguate a fermare e gestire la pandemia, la vicenda dei vaccini sta mostrando in modo inequivocabile la natura di questa società e del sistema economico su cui si regge.
Qui nell’Occidente neoliberista si era puntato tutto sul “convivere con il virus” per consentire alle imprese private di continuare a guadagnare. Sempre, con qualsiasi livello di contagi, con qualsiasi numero di morti. Qui tutte le speranze di fermare la pandemia erano state affidate ai vaccini, mai come questa volta cercati e trovati in tempi rapidi, con colossali investimenti soprattutto pubblici (soltanto Moderna ha ricevuto più di 4 miliardi di dollari addirittura dall’amministrazione Trump). Ancora una volta la pandemia mette in luce gli interessi e le speculazioni delle multinazionali. Il vaccino non è destinato a salvare la popolazione ma è inteso come unico strumento per la ripresa della produzione.
Chi paga di più le dosi le ottiene prima, e nella misura promessa. Gli altri vedono ridursi le forniture, anche se hanno pagato in anticipo. Ogni paese sospetta che altri siano stati privilegiati, anche all’interno dell’Unione Europea. Nessuna solidarietà, nessun fronte comune. Lo vediamo con Astrazeneca – società anglo-svedese – che taglia del 60% le forniture ai paesi Ue prima ancora di vedere il proprio vaccino riconosciuto dall’Ema. Lo vediamo con Pfizer, società statunitense, che all’arrivo di Biden è stata pressata per aumentare lo stock immediato da destinare agli Usa, anche a scapito di altri “clienti”. Forti delle clausole concesse nei contratti alle multinazionali di Big Pharma.
Una tarantella economica e di potere che mette costantemente a rischio la campagna di vaccinazione soprattutto nei paesi che non possono giocare al rialzo economico.
Se l’umanità vuole sopravvivere deve essere in grado di trovare e fabbricare vaccini, e tutti secondo un piano e dimensioni sufficienti a curare tutti. Per scelta pubblica, senza aspettare che qualche multinazionale ci faccia la grazia.
Nel 1952 Salk non brevettò il suo vaccino antipolio per permetterne una diffusione rapida. Al giornalista che gli chiese “a chi appartiene il brevetto?”, lui rispose “alla gente!”.
Per questo il 12 febbraio a Roma saremo sotto la sede di AIFA dalle ore 16:00. Invitiamo tutti e tutte a organizzare mobilitazioni diffuse su tutto il territorio nazionale e lavorare per costruire insieme una giornata di mobilitazione nazionale. Perché i vaccini siano gratuiti e disponibili a tutta la popolazione mondiale deve essere permesso ad ogni Stato di produrlo in autonomia nazionalizzando le aziende farmaceutiche.
SE IL VACCINO DEVE SALVARE L’UMANITÀ, IL BREVETTO DEVE ESSERE DEI POPOLI.
Appuntamento: venerdì 12 febbraio, ore 16:00, sede AIFA di via del Tritone, 181 – Roma.
Promuovono e aderiscono:
Unione Sindacale di Base
Potere al Popolo Roma
Opposizione Studentesca d’Alternativa Roma
Magazzini Popolari Casal Bertone
Noi Restiamo Roma
All Reds Rugby Roma
Rete dei Comunisti Roma
Patria Socialista Roma
Rifondazione Comunista Roma