Aveva raccontato ai suoi colleghi la paura – lei, infermiera in quarantena - di aver infettato altri pazienti, altri lavoratori in servizio come lei presso la terapia intensiva dell’ospedale San Gerardo di Monza. Per questo Daniela Trezzi, 34 anni, viveva una situazione di grande stress. Per questo, probabilmente, l’hanno trovato impiccata all’interno dell’ospedale.
Non è il primo caso di suicidio tra gli operatori della Sanità legato all’emergenza coronavirus. È l’ultimo in una serie di decessi fin troppo lunga: rappresentano l’altissimo prezzo pagato dai lavoratori apparentemente al virus, ma che ha radici e responsabilità nella gestione della Sanità degli ultimi vent’anni.
Nei tagli dei finanziamenti, nel taglio dei posti letto, nella chiusura dei servizi, nell’assenza di programmazione, nell’aver concesso ad avidi imprenditori della sanità privata fette sempre più ampie di servizi e prestazioni, nella precarizzazione selvaggia dei rapporti di lavoro.
Tutti elementi che stanno al centro della giornata di sciopero generale proclamato da USB mercoledì 25. Non li dimenticheremo quando, finita l’emergenza, si tratterà di individuare le responsabilità e le soluzioni per cambiare radicalmente il sistema sanitario italiano.
Così come non dimenticheremo tutti gli operatori della Sanità uccisi dal virus e dalle condizioni terrificanti di lavoro. Per noi è un motivo in più per scioperare e dedicare la giornata di lotta di domani alla memoria di Daniela e di tutte le altre vittime, lavoratori che alla retorica degli eroi avrebbero preferito lavorare in sicurezza!
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