L’incontro di giovedì 19 al Ministero delle Imprese e del Made in Italy è stato deludente. A gestire le ingenti risorse messe dal Governo sarà l’attuale governance di Acciaierie d’Italia. Nulla per i lavoratori, nessun rilancio sull’occupazione, tranne generiche dichiarazioni di intenti. Nulla sui lavoratori sociali, sui lavoratori Ilva in As e sull’appalto.
Da parte di USB non c’è e non ci sarà mai alcuna disponibilità a discutere di un accordo di programma (la vera novità dell’incontro), che inserisce in un contesto ambientale complicatissimo come quello di Taranto, altre presenze scomode e dannose come il rigassificatore, le pale eoliche, il riavvio della lavorazione della Loppa e l’ecomostro nella baia di Taranto con l’impianto di desalinizazzione delle acque per l'acciaieria.
La nostra organizzazione ha da sempre posto come elemento centrale il tema del coinvolgimento del territorio, degli enti locali sulle scelte riguardanti la fabbrica, con la capacità di programmare un futuro anche oltre lo stabilimento.
È inaccettabile però, che uno strumento importante come l’accordo di programma venga proposto e utilizzato per passare sopra i lavoratori ed i cittadini, in una proposta che non parte dal tema occupazionale e che pensa di poter risolvere le cose, proponendo un modello di città completamente soffocata da impianti ad altissimo impatto ambientale.
Siamo invece disponibili a discutere di un accordo di programma, che accompagni una transizione energetica e che parta dalla tutela reale dei lavoratori e della comunità. I punti di cui discutere per noi sono chiari: garanzia occupazionale, scivoli pensionistici, riconoscimento amianto e/o lavoro usurante, integrazione al reddito riparametrata e adeguata all'inflazione reale.
L’ad di Acciaierie d’Italia Lucia Morselli, oltre ad elencare queste “opere” funzionali alla fabbrica, preannuncia come obiettivo per l’anno in corso, i 4 milioni di tonnellate annui di produzione, che diventerebbero 5 nel 2024. Significa, non solo non prevedere il ritorno in fabbrica degli ex Ilva in As, ma anche fabbricare nuovi esuberi tra i sociali oltre che continuare con i tagli lineari sull’appalto.
In sostanza nell’incontro non si è parlato di riequilibrio della governance e non si è assolutamente parlato di lavoratori, diretti, dell’appalto ed ex Ilva in As.
Uniche note positive la possibilità prevista nel decreto di anticipare il cambiamento della governance, anche se non ci hanno spiegato quali sono le condizioni che potrebbero portare a tali scelte, e il secondo aspetto è rappresentato dalla possibilità di piccole modifiche al decreto (nulla di sostanziale, quindi). Permangono inoltre le nostre riserve per quel che riguarda lo scudo penale, anche se il Governo ne ha sminuito la portata; a maggior ragione, non ne comprendiamo la necessità.
Di fronte a questa situazione, in cui non ci sono le risposte ai quesiti che abbiamo posto, nelle prossime settimane programmeremo iniziative che coinvolgeranno tutti i siti del Gruppo Acciaierie d’Italia.
E anche per quel che riguarda Genova, usciamo dall’incontro al Mimit insoddisfatti, visto che del sito genovese si è parlato in maniera estremamente marginale. Noi continuiamo a ribadire che Genova ha bisogno di investimenti urgenti e di rilancio industriale anche con il raddoppio del ciclo latta, di vedere garantito nuovamente un reddito dignitoso e la sicurezza dei lavoratori.
Franco Rizzo
Esecutivo Confederale USB