Sono maturi i tempi perché lo Stato diventi socio di maggioranza di Acciaierie d’Italia e faccia piazza pulita di manager che hanno ampiamente dimostrato la loro inadeguatezza, e che hanno contribuito ad affossare lo stabilimento e ad aggravare le sue condizioni.
Ne è chiaro esempio l’atteggiamento di Lucia Morselli: di fronte alla richiesta del Governo Draghi di incrementare la produzione nel 2021, ha risposto fermando gli impianti e aumentando la cassa integrazione. Oggi, nonostante l’invito rivolto dal ministro Urso ad Adi di tornare sui suoi passi, gli ordini continuano ad essere sospesi.
L’amministratore delegato di Adi procede indisturbata nonostante le indicazioni e i numerosi appelli della politica. I suoi comportamenti dimostrano che questa gestione non è mirata né al rilancio della fabbrica, tanto meno alla tutela dei lavoratori e dell’ambiente, ma unicamente a rappresentare gli interessi economici della multinazionale.
Ora, alla vigilia del primo incontro in sede ministeriale con il nuovo Governo, se l’esecutivo vuole aprire una discussione vera, deve farlo affrontando tutta la questione nella sua interezza e mettendo sul tavolo proposte e disponibilità a trovare soluzioni reali rispetto alle varie criticità dall’appalto ai lavoratori ex Ilva in AS in cassa integrazione ormai da anni, per finire con la sicurezza sul lavoro e la difesa dell’ambiente.
Franco Rizzo
coordinatore provinciale USB Taranto