In tutto il Paese, dal giorno degli arresti degli otto sindacalisti USB e Si Cobas su disposizione della Procura della Repubblica di Piacenza, si sono tenuti partecipatissimi momenti di mobilitazione per la loro liberazione immediata e per respingere al mittente il provocatorio teorema giudiziario che prova a dare una lettura estorsiva alle lotte sindacali.
Sabato 23 luglio migliaia di lavoratrici e lavoratori e di studenti, ampie fasce dei settori popolari sono scesi in piazza a Piacenza, nella città dove è stato messo in atto materialmente il teorema concepito altrove e a ben più alti livelli. Una mobilitazione forte, fortissima, rabbiosa, determinata, di un popolo cosciente della pericolosità per il proprio futuro del tentativo di sottrarre al sindacato gli strumenti della lotta, quindi intenzionato a non permetterlo. Una manifestazione che ha rafforzato anche la coscienza della necessità di restituire centralità sia alla variante operaia come già espresso nel forte sciopero operaio del 22 aprile e nell’assemblea nazionale operaia del 25 giugno, che a quell’unità operai studenti che ieri in piazza a Piacenza si è realizzata attraverso una grande e militante presenza di giovani e studenti organizzati.
Ora è più forte la richiesta di liberazione dei nostri compagni, ora la magistratura del riesame di Bologna dovrà decidere anche tenendo conto della consistente reazione, forte e determinata, che si è vista e sentita nelle piazze di tutta Italia.
Se la loro liberazione è il nostro primo obbiettivo, dovremo però essere capaci di mettere in campo una forte mobilitazione democratica a difesa del diritto di fare sindacato, del conflitto, del diritto di sciopero, in fin dei conti della democrazia e del rispetto della nostra Costituzione. Un compito non facile ma ineludibile che ci impegniamo a svolgere già da oggi.
Unione Sindacale di Base
Roma 24/7/2022